Siamo alla pretesa di un culto della personalità rivoltante, in perfetto stile Ceausescu. Del resto, la definizione di Berlusconi come un “Ceausescu buono” è del suo fedelissimo Confalonieri, che lo conosce da una vita e sa quel che dice. E che per correggere l’incresciosa definizione ha spiegato che voleva intendere uno “tipo il Re Sole”! Se questo è Berlusconi, uno che si crede il Re Sole, perché nella prossima riforma istituzionale bipartisan, non si stabilisce che l’inquilino di Palazzo Chigi venga sorteggiato fra quanti, scolapasta in testa o meno, credono di essere Napoleone? C’è poco da scherzare, infatti. Siamo al delirio quotidiano, reso possibile da una menzogna mediatica talmente onnipervasiva che ha trasformato in realtà l’incubo orwelliano della neolingua, nella quale le parole “significavano quasi esattamente l’opposto di quel che parevano in un primo momento” - il mafioso diventa eroe, l’odio amore, la latitanza esilio - ma il cui fine “non era soltanto fornire un mezzo di espressione alla concezione del mondo del Regime, ma soprattutto rendere impossibile ogni altra forma di pensiero”.
Paolo Flores D’Arcais su La Canaglia di oggi. A volte D’Arcais mi sembra come un me che scrive meglio.