6.1.10

Dell’erosione del potere d’acquisto

Il 2010 andrà presumibilmente peggio per il potere d’acquisto: le retribuzioni dei lavoratori dipendenti […] cresceranno di meno mentre l’inflazione tornerà a salire. In questo contesto l’assenza di politiche di regolazione che limitino la libertà dei grandi monopolisti pubblici e privati di farsi i prezzi che vogliono, risulta particolarmente deludente: gli aumenti recenti delle tariffe aeroportuali che gravano sui passeggeri, di quelle ferroviarie e postali, del canone Rai e delle tariffe autostradali non peseranno forse moltissimo nei bilanci della quasi totalità delle famiglie, tuttavia in un anno di grave crisi e di prezzi di mercato praticamente fermi rappresentano un’autentica presa in giro.

Ugo Arrigo sul Complottardo (di oggi non lo dico più, facciamo che se non è, lo scrivo, se no è sempre implicitamente di quell’oggi stesso in cui il locutore parla o scrive e in riferimento al quale c’è da qualche parte una data sotto al titolo).

In un certo modo, quindi – volendo vedere un bicchiere mezzo pieno – chi, come teofog, non percependo alcuna retribuzione, non subisce l’inevitabile erosione del potere d’acquisto cui gli emolumenti sono fatidicamente condannati nella corrente congiuntura macroeconomica, dovrebbe avere – anzi, io da parte mia dico chiaro e tondo che pienamente ha, non solo motivo, ma piena coscienza, proprio, di potere, se non dovere, vorrei dire, vivere ma con grande serenità le proprie nausee; la dispnea; il blefarospasmo. E il terrore.