9.1.10

QUEGLI SCHIAVI-FANTASMA IN MANO ALLE MAFIE

Enrico Fierro per il Fatto.

Indispensabili per l’agricoltura del sud ma per Maroni “con loro troppa tolleranza”

Rosarno è esplosa. Può succedere il peggio, la rivolta dei neri rischia di finire con un morto ora che la protesta è già guerriglia. Sono tutti contro tutti. I neri contro i bianchi. Chi fino a ieri, ma per meri interessi economici, “tollerava” la presenza di quei ragazzoni alti dalla pelle scura che vagavano per gli agrumeti della Piana, ora è in piazza a fare ronde. Chi era “tollerante” e solidale perché questo gli imponevano formazione e cultura, ora ha paura. E poi c'è chi soffia sul fuoco, perché ha già deciso che la rivolta dei neri può tornare utile. La 'Ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, la più forte, la più ricca, quella più impregnata di rapporti con la politica. Può succedere di tutto a Rosarno, ecco perché sono stonate, fuori luogo, fuorvianti e pericolose le parole del ministro dell’Interno Maroni. Ha parlato da leghista o da capo della sicurezza nazionale di questo paese? Dove sta, dove ha visto questa “troppa tolleranza verso gli stranieri”?

Qui l’unica “tolleranza”, alimentata dall’assenza dello Stato, dall’indifferenza, dallo sfascio della Pubblica amministrazione e dalle complicità, è nei confronti di chi sfrutta i migranti. Si è tollerata la riduzione in schiavitù di quei 50 mila lavoratori stranieri senza identità e senza diritti che vagano per l’Italia seguendo il ciclo delle stagioni e dei raccolti. 50 mila, una città intera fatta di cartoni infraciditi dall’acqua, di bidoni dove bruciano plastica e carta per riscaldarsi, di cessi colmi di escrementi, di acqua che non c’è per lavarsi. […]

Due persone, diverse tra di loro per ruolo e cultura, la pensano allo stesso modo. “Appare strano – dice Domenico Bagnato, il commissario mandato dalla prefettura dopo lo scioglimento del comune per mafia – che due immigrati siano stati feriti in concomitanza con la riunione per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Convocato dopo la bomba di mafia alla Procura generale di Reggio. “La Calabria e la 'Ndrangheta – riflette Peppino Lavorato, comunista e storico sindaco antimafia – erano in prima pagina, ora, dopo gli spari di quei due picciotti, la rivolta dei neri ha conquistato i grandi titoli. Forse i boss puntavano a questo”. Rosarno, un’altra notte di tensione. La città è lacerata. Don Pino de Masi, prete e animatore di Libera, è tra i neri, i preti della Caritas, sono lì, i volontari di Medici senza frontiere portano conforto. Conoscono tutti. Tocca a loro ricucire la ferita tra i bianchi e gli schiavi. Loro ci sono da sempre, lo Stato no.