27.2.10

Pesa diretta

Domani, mentre c’è chi riesce ancora a andare in tele e parlare di Grandi Riforme, o – più modestamente – di riforma della giustizia, limiti alle intercettazioni, legittimi impedimenti e altre bellurie, alle 21.30 su RaiTre ci sarà la puntata di Presa Diretta, sulla giustizia.

Siccome poi il giorno dopo non riesco a scrivere perché dopo la dissolvenza sul contegnoso e accorato professionalissimo, impeccabile, tagliente e misurato equilibrato, infallibile, puntiglioso, umano, giusto e anche un po’ esteticamente bel Riccardo Iacona, non son più in grado di scrivere niente; e dopo aver visto Presa Diretta riuscirei solo dire: guardatelo; perché non saprei e non potrei ridire tutto; perché non ci sono cose estrapolabili nei desolati paesaggi italiani che si stendono a perdita d’occhio al solo accender la camera iaconiana o iannacconiana (Domenico Iannaccone è un altro che se non avessi già usato tutti gli aggettivi ne avrei da dire); non c’è un elemento accessorio, secondario, perché tutto è uno. Tutto. Fa; allora, prima che arrivi quest’altra mazzata a ottundermi sensi e ragione, che poi non ne posso parlare, lo scrivo prima: faccio appello agli italiani. Ai sette-otto che leggeranno queste righe. Guardatelo. Non soli. Ditelo a sei-sette amici; che lo dicano a due-tre conoscenti; che lo guardino con la famiglia. Che lo mostrino ai dirimpettai. Che lo proiettino sui palazzi. Che alzino il volume. Lo sguardo. Il livello di attenzione.

E forse non sarà tutto vano.

26.2.10

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Caso Mills, Berlusconi all'attacco dei giudici "Siamo in mano a una banda di talebani".

Se sei incapace ti tirano le pietre

(non sempre)

Ma se ti chiami Santoro di sicuro. E c’hanno anche ragione.

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This one’s optimistic

Domani. Berlusconi non ci sarà più.
Subentrerà il Napoleone dopo di lui come diceva Veronica Lario in arte Berlusconi?
No.

Non se c’è Fini. Perché nessuno a parte Silvio è all’altezza di Silvio, ma neanche di Fini. Nemmeno con tutti i poteri (economici e paramafiosi) di certi.

Fini è sempre stato un opportunista di bassa lega e un pessimo attore nei panni dello statista sussiegoso e responsabile; ha convinto milioni di persone anche intelligenti che dicono però dai, Fini; ma a noi di questo blog il saggio voltagabbana, il sub di Stato, ci ripugna.

PERÓ.

Quando pensi a Gasparri o Cicchitto.
O Calderoli. O Dell’Utri.

Sai.

Sai che i Cicchitto, i Calderoli, ma anche Cota, Zaia, La Russa, chiunque, son nani pubblici e non sanno evitare di sputtanarsi qualsiasi cosa facciano. Il Pd per inciso non lo conto in partenza. L’Idv s’è fatta agglutinare. L’Udc andrà tutta al 41bis.

Un altro imprenditore fatto da sé (Piersilvio?) che riesca a costruire un’immagine con la stessa meticolosa contraddittoria zigzagante infallibile mendace fortuna di Berlusconi il Grande (in qualche modo bisogna dirlo) non si può immaginare.

Quindi a meno di immaginare un definitivo passaggio ad uno stato-mafia conclamato ci sarà solo Fini. Il suo turno arriverà in uno Stato comunque canaglia, fallito, una Narcorepubblica in embrione, e probabilmente dovrà far le scelte dei centrosinistra di una volta: bruciarsi per rimettere in piedi la baracca con le lacrime e il sangue, o andare con la corrente.

Qualsiasi cosa faccia però, almeno, intorno a lui ci sono le Bongiorno, i Granata, le Perina; opinabili finché si vuole, ma almeno ancora persone.
Credo Gramsci diceva che era ben grave se l’essere galantuomini in un paese era segno di distinzione e non un fatto normale; oggi basta persone. La gente di un certo livello lasciamola alla tauromachia. Noi basta evitare sgherri, faccendieri, pagliacci, letteronze, donne-immagine e uomini-oggetto (Gasparri).

E li eviteremo.

Il futuro, in un modo o nell’altro, volge al meglio.
Credo.

Dalla padella alla bamba

Anche solo per quello che è venuto fuori al posto di Annozero ieri la Commissione di vigilanza, la Rai, il Parlamento e anche Quirinale, Viminale Esquilino e Palatino dovrebbero vergognarsi; una bieca galleria di flosci figuri a discettar di Morgan e Sanremo.

Sotto le mentite spoglie di Annozero.

Allora è toccato pender dalle labbra molleggiate mosce di un Celentano facilmente doppiabile in acume anche dal più diruto degli avvinazzati di bar sport o dei barboni invettivi, sentire Morgan barcamenarsi tra tesi nebulose, affermando più che altro con la presenza un maledettismo un po’ demodé, sentire nell’ostinato silenzio di Scurati il suo profondo senso di sgomento fisico, l’unico aspetto umano e sano di questa puntata subreale.

Per concludere che anche un Santoro tolto dal suo elemento può benissimo farsi scappare toni, modi, clima e temi e fare una schifezza degna di un dilettante allo sbaraglio; che per ogni dilettante, allo sbaraglio e non, è un buon incoraggiamento.

You can try the best you can
Try the best you can
The best you can is good enough.

25.2.10

Mi sembrava

Vinta la naturale inerzia cerco di capire qualcosa in queste storie Telecom-Fastweb-Di Girolamo-Mafie-ecc. Cioè. È come andare in macchina in centro città; sembra Kabul.

Lo scandalo Di Girolamo, altre foto coi boss

Poi può venir fuori che era innocentissimo il Digi (anche se quando arriva Schifani a chiedere che te ne vai devi aver veramente la coscienza ma proprio sporca); comunque.

L’altro

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Coetaneo del socialismo, […] Nenni lo ha incarnato come nessun altro prima o dopo di lui. Quel tipo di socialismo, s’intende. L’altro di Tangentopoli era in fasce, e per merito dell’anagrafe Nenni ebbe la fortuna di non vederlo crescere, ingozzarsi di danaro, e schiattarne.

Montanelli, Cervi, Storia d’Italia, vol. 11 pp. 276-77.

24.2.10

Le foto inedite del Sen. Di Girolamo con il boss

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Non conosco nessun boss della ‘ndrangheta. O quasi.

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L’Espresso.

Spinoza

Geniale.

“Le intercettazioni non sono prove”. O lo sono ancora per poco.

Spinoza » Sciacqui (Spinoza).

E gli altri chissà

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A Goito han fatto una scuola materna comunale con questi fondamenti:

«La scuola persegue finalità educative e di sviluppo della personalità dei bambini in una visione cristiana della vita, in collaborazione con i genitori».

GOITO, ESPLODE LA POLEMICA Asilo comunale per bambini cristiani, interviene il garante - Gazzetta di Mantova.

Ottantottenne preso a registrare illegalmente Avatar

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[Australia] Ottantotto anni, occhiali spessi, bastone da passeggio in una mano e pericolosa telecamera nell'altra: questa l'immagine dell'uomo che ha fatto riflettere le forze dell'ordine circa l'opportunità di un arresto o sull'adozione di un atteggiamento più elastico. Quando poi l'anziano ha spiegato di star registrando il film per farlo vedere alla moglie che non poteva andare fino al cinema, gli uomini in divisa hanno deciso di limitarsi a cancellare la registrazione finora avvenuta, risparmiandogli l'arresto e permettendo al signore di proseguire la sua visione. Resta da specificare se si trattasse della versione in 3D o meno.

PI: Camcording, non è mai troppo tardi.

Italia oggi

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Una marea.

23.2.10

In tempi di crisi c’è chi fa insourcing

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Non tutti in quest’ora nefasta dismettono esportano esternalizzano cassaintegrano e ammortizzano: Mediaset, o forse sarebbe meglio dire Raiset, internalizza.

Con Jackyll.

Praticamente un programma che prende la spazzatura televisiva che soprattutto Mediaset ma anche Rai confeziona, fa vedere degli spezzoni di zuffe, di illetterati al microfono, di oche rifatte e tronisti pompati, e poi ci sono dei commenti di una voce fuori campo che dal timbro, dai tempi e dai toni vorrebbe esser tagliente e provocatoria, ma però invece è fiappa. E scontata. Comunque riutilizza la materia prima nostrana.

E così per esempio tra uno strafalcione gieffino e una boiata Pomeridiana Cinque si può inserire il memorabile Vespa di ieri sera che faceva le scarpe a Santoro, e poi comunque diciamo poca spesa tanta resa, sai che fatica ironizzare sulla galleria di mostri che loro stessi mettono in piedi, anche qui senza sforzi; se mai il difficile è, come già per i Gialappi di Mai Dire Grande Fratello, riuscire in tanto sfasciume a far ridere ancora meno della materia originale

22.2.10

Lotta all’emergenza dissesto idrogeologico

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In anteprima planetaria i primi disegni dei piani per arginare lo smottamento del territorio nelle aree più disagiate del Paese.

Terreni franosi e edifici abusivi pericolanti saranno fissati a tensostrutture semirigide sospese. Semplice, economico ed efficace.

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Non è una nuova tangentopoli, è un Nuova Tangentopoli

(Organizzata)

Quello sulla “nuova tangentopoli” è un tormentone che più che altro è nominalismo fine a se stesso; ma allo stesso tempo è sostanza. Dipende da come si guarda. Il mio modo è giusto. Cioè da un lato è vero che stabilire affinità e divergenze può diventare un esercizio sterile e distrarre dal merito della questione, ma però si può e si deve sottolineare il grado di pervasività e corrosività sistemica che oggi come (e più di) diciotto anni fa ha raggiunto la cosa; donde il richiamo all’epocale crack di diciott’anni fa.

Poi in effetti ci sono differenze: per esempio oggi la criminalità organizzata pesa molto di più di allora nelle cose. E infatti:

'Ndrangheta e corruzione, arrestati politici di Pd e Pdl a Trezzano sul Naviglio | Milano la Repubblica.it

Allora mi sembra opportuno sintetizzare bizantinamente il tutto con un capzioso espediente redazionale, ma quello che conta di più è sempre tener viva l’attenzione e pronte le monetine.

La seconda tragica Moratti

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Nella Milano aziendalista delle liturgie fieristiche e del progressismo edile, la giunta guidata dal Sindaco Glamour Letizia Moratti, per confermare che non si esce vivi dagli anni ottanta, e per smentire secca chi credeva come noi che le ultime isole di burocratismo fantozziano e immobilità veterosovietica rimaste, l’inps e la motorizzazione civile, fossero destinate ad essere assorbite dalla contemporaneità, prima o poi, ha fatto un bel regalo ai milanesi. La caccia al tesoro (Matteo Viviani per Le Iene).

Il servizio di notificazione della giacenza delle multe è stato affidato a Poste Italiane, che da grande azienda di un grande paese quale è e fu, ha pensato a un meccanismo snello e all’insegna della customer satisfaction: l’ufficio postale locale, se non trova il destinatario, lascia la cartolina che dice: vai all’ufficio postale locale. Tu vai, fai la coda, e che trovi, l’indirizzo di dove puoi andare a ritirare la multa, dall’altra parte della città.

E poi fai il blocco del traffico; la domenica.

21.2.10

E se viene un terremoto chi ci va a spalare, Bersani?

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Firenze 1966.

Sì. Ed evidentemente non sarebbe nemmeno la prima volta.

Chi va a spalare se lo chiede un Bertolaso ai confini del culto della personalità nell’intervista su Panorama, senza tra l’altro convincere che in caso di terremoto l’attività di scavo e ricerca dei vivi la svolga proprio proprio tutta lui solo.

Comunque questo foto o è falsa o se Bersani come dicono è quello con la carriola, a quindici anni ne dimostrava già sessantuno. Ci credo che è pelato.

A questo blog, sarà chiaro, piacciono le battaglie ideali

Rossella: E se tornassimo a darci del voi? - Panorama.it.

20.2.10

Eh?

Questa dagli Stati Uniti:

Il distretto scolastico teneva sotto controllo gli allievi anche dentro le proprie case, attraverso un software di sicurezza che attivava in remoto la webcam dei laptop e consentiva di spiare le loro attività casalinghe.

Computer portatili agli studenti ma la scuola li spiava in casa - Repubblica.it.

Qualcosa è cambiato

Si stenta a capire ma bisogna fare i conti anche con queste cose:

La cronaca degli ultimi mesi, soprattutto nelle grandi città come M. e B.,* è piena di episodi di questo tipo: piazze o strade conosciute come tradizionali luoghi di ritrovo degli immigrati passate al setaccio, decine di persone caricate sui furgoni e portate in commissariato in attesa delle pratiche per l’espulsione. Spesso accade, nei fine settimana, anche nelle discoteche: si ferma la musica, si accendono le luci e decine di agenti, in divisa o in borghese, invadono la sala alla ricerca dei clandestini.

Alessandro Oppes, FQ 20.02.10.


NOTE
*ɐuollǝɔɹɐq ǝ pıɹpɐɯ.

If voting changed anything

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Stavo leggendo del malinconico e inatteso naufragio del disegno di legge contro la corruzione credibilmente annunciato da Berlusconi qualche ora fa e già murato dai ministri – timorosi di dare alla magistratura un potere eccessivo sugli assetti delle liste elettorali – e ho pensato, ti pareva; ma alle prossime elezioni però io ti faccio il trojan e voto Fabio Granata proprio del Pdl, così questi altri coi loro altarini Tarantini Piscicelli pastette e mignotte, la storia li spazzerà via. Poi mi son reso conto che non si può: liste bloccate.

Alle ultime elezioni se io volevo dire mah ho visto Granata in tv, mi piace, Granata; sta in un partito che mi fa schifo solo pensarci, ma piuttosto che votare Pd, che è anche peggio, Di Pietro dopo Salerno, i Radicali dopo Capezzone, i sinistrorsi dopo Gorbačëv, voto Granata. Mi piace, mi sembra serio, lo voto. Ok. (A parte che nel caso specifico non c’era neanche candidato nella mia circoscrizione, facciam finta). Potevo votare il Pdl. E il mio voto andava non a chi voglio io, per dire, tu sì meriti fiducia, tu no fai schifo, ma a cascata sul primo dei conti scoperti dei nominati dal partito, in rigido e prestabilito ordine gerarchico: 1. Berlusconi 2. Fini 3. Tremonti 4. Gelmini 5. Vignali 6. Tremaglia 7. Fontana 8. Saglia 9. Palmieri 10. Paroli 11. Ravetto 12. Beccalossi 13. Romele 14. Iannone 15. Maria Berruti 16. Angelucci 17. Farina 18. Fabbri 19. Verro 20. Airaghi.

E la chiamiamo democrazia.

19.2.10

The gloaming

A volte le cose, si capisce più dai dettagli che nelle grandi questioni; un caso di scuola, anzi due, sulla storia di Bertolaso.

Il primo spunto lo dà Bertolaso, che getta una luce nelle tenebre delle vicende di questi giorni, e fa capire che il Waziristan è vicino. Il dott. Guido Bertolaso, infatti, è tanto abituato a gestire in modo personale, magari giusto eh, ma fuori da qualsiasi cornice legale, appalti in deroga senza gare, affari e bandi tra le iene ridens che gli stavano intorno, che a Ballarò si lascia andare ad amare considerazioni così:

È stato intercettato un mascalzone che ha detto delle cose orribili, perché non mi è stato immediatamente detto: guarda che quello s’è messo a ridere mentre la gente stava morendo in Abruzzo? Io così sarei stato certo che non l’avrei mai potuto far entrare questa società.

E quando Floris gli chiede chi doveva fargli sapere queste cose, sottointeso, c’era la magistratura che indagava non è che son cose così di pubblico dominio, risponde:

Chi stava intercettando!

L’immagine che si ha è quella di un equivalente moderno (?) dell’assemblea degli anziani dell’Afghanistan tribale; un’assise di pari che fa da polizia, tribunale, governo e parlamento. Questa la concezione delle istituzioni di un uomo che se ne dichiara, ed infatti è, degno rappresentante.

E qui si attacca la seconda nota, quella del toscano Riccardo Fusi, il costruttore amico di Denis Verdini (coordinatore Pdl), che a Corrado Formigli, come a un bambino che bisogna spiegargli le cose, dice, non si capisce se difendendosi, accusando gli altri o registrando:

Allora tutte le imprese hanno dei politici soci di fatto, perché tutti si rivolgono ai politici per avere delle informazioni, per avere delle entrature.

Ancora l’assemblea degli anziani, che fanno e disfano indipendentemente da titoli e valutazioni, meriti e demeriti, perché loro son lì e decidono, elargiscono, sistemano. E a volte, come Balducci, si trovano a una certa età a chiedersi angosciosamente, ma io, per i miei figli, cosa ho fatto?


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Neolingua

A Roma hanno sequestrato delle pillole in tutto simili a quelle per curare le malattie cardiovascolari, ma con “un principio attivo inferiore” (Tg2 ore 13.00).

Sì sì mo’ me lo segno

Ancora testimonianze d’eccezione su questo blog per il resto opaco e incolore:

Non c’è che dire, Satana non riesce proprio a rassegnarsi: il Papa gli dà filo da torcere, lo tortura, lo smaschera mettendo continuamente in guardia l’umanità contro le sue opere e seduzioni, e lui, il Maligno, l’angelo decaduto, il dannato in eterno, il capo degli spiriti infernali, si sente ormai alle strette, piegato e piagato dal Magistero di Joseph Ratzinger. In quanto collaboratore di un esorcista, sono testimone diretto della sofferenza atroce che patisce il Diavolo al solo udire il nome di Benedetto XVI: urla, strepiti, pianti di dolore.

Papaboys - I ragazzi del Papa.

Anche a me sentirlo nominare, Ratzinger, per non parlare di quando esterna, mi fa abbastanza fastidio, non so.

Una denuncia coraggiosa

Stavo cercando altro ho trovato questo eroico periodico online:

Come è noto, ‘Petrus’  ha da tempo posto al centro della sua linea editoriale, ovviamente subito dopo la divulgazione del Magistero del Santo Padre Benedetto XVI, la denuncia della pericolosità dell’esistenza e dell’azione reale di Satana. Un argomento tabù per molti quotidiani cattolici, che noi non abbiamo invece difficoltà ad affrontare per mettere in guardia dall’opera del ‘padre della menzogna’, l’angelo decaduto che vuole la rovina dell’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Sull’attività del Maligno abbiamo parlato con un personaggio d’eccezione, il Predicatore del Papa, Padre Raniero Cantalamessa.

PETRUS - Il quotidiano online sull'Apostolato di Benedetto XVI.

Migliaia di pii politici per la famiglia la fede la vita e

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Com’è che c’è declino il demografico?

18.2.10

Le cronache di Berlustan

Un pinzuto di cose stupefacenti:

Berlusconi lancia la crociata contro la corruzione (ma anche le intercettazioni).

Cosentino si è dimesso (ma forse no).

Nilla Pizzi che stasera duetta con Carmen Consoli accompagnata all’Ariston da Lele Mora. Che tra l’altro avrebbe dichiarato:

Tra tre anni voglio entrare in politica, nel Pdl. Io sono di pura destra. Sono un fascista anzi no, un mussoliniano. Ho comprato in Svizzera tre dei diari di Mussolini. Gli altri due ce li ha Marcello Dell'utri. Li ho pagati tantissimo. Li pubblicheremo tutti insieme ma decidera' Dell'Utri come e quando.

Un ignoto parlamentare è stato trovato positivo ai test antidroga voluti dal ministro Giovanardi su base volontaria e concordata; più di così.

Hina, la ragazza pachistana uccisa perché

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Ecco, chi soffriva di un più o meno elevato grado di suscettibilità al cliché della pubblicistica, in verità anche molto poco elevato, il caso di Hina Salem “uccisa dal padre perché voleva vivere all’occidentale” e variazioni sul tema era stato una spina nel fianco; se al fastidio linguistico si aggiungeva quello concettual-politico, per chi era abbastanza sospettoso e obliquo da covare l’infame illazione che la, tutto sommato, immeritata celebrità del caso celasse degli intenti torbidi di distrazione di massa e assecondamento nonché incoraggiamento di ignoranza e pregiudizi semplicistici di stampo razziale e xenofobo, il caso di Hina Salem era stato proprio, un calvario.

Oggi la Cassazione del padre che ha ucciso Hina, dice:

La motivazione dell'agire dell'imputato è scaturita da un patologico e distorto rapporto di possesso parentale, essendosi la riprovazione furiosa del comportamento negativo della propria figlia fondata non già su ragioni o consuetudini religiose o culturali, bensì sulla rabbia per la sottrazione al proprio reiterato divieto paterno.

Ma questa volta ci sarà meno attenzione; anche perché c’è l’emergenza traffico. Che il Tg1 delle 13.30 – poco dopo l’arresto di funzionari della protezione civile, imprenditori, costruttori vari, le indagini su Bertolaso Verdini e Letta – ha aperto con l’emergenza traffico.

Nebbia in Val Padana.

No che no

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Pennisi Moratti Varese Firenze Verdini Fitto Abruzzo D’Addario Dell’Utri Lunardi mafietta corrotti ricatti Corona Rodriguez Tronchetti Mancini D’Alema Rutelli Tesauro massaggi Sottile Briatore pompini bikini De Nardo G8; modelle; stato-figa; soldi sporchi. Morti.

Nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli nuova Tangentopoli.

L’Italia è una repubblica cleptocratica fondata sugli amici

Ho preso paga dopo lunga attesa; e essendo il mio patrimonio più che quadruplicato in virtù di questa ormai inattesa liquidità parlo senza rancore e acrimonia alcuna; ma in queste inchieste fiorentine che in comune con la bistecca hanno la carne, carne un po’ ovunque anche se non di chianina, e un carattere così, un po’ rustico, come tradizionale, diciamo un’aria di millenovecentonovantadue, questi politici e magistrati, ma non un vpo di periferia e due consiglieri di comunità montana, ma senatori, coordinatori, giudici costituzionali, pieni di soldi da far scandalo, mi fa specie che si mettono, tramano, chiamano organizzano discutono appaltano, spartiscono con mezze tacche e costruttori vaccari, che pur di far soldi tenendo a mano su tutto tiran su bare di cemento (che solo un residuo pudore credo poi impedisce di adibire a tumulo collettivo di ignare genti), che son tutte opere destinate al crollo; e qualcuno ha l’ardire di difendersi.

17.2.10

Il popolo viola

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Ci mancava solo Bocca a gettare olio di gomito nella baruffa del Pivvì sul tema che, praticamente, se uno va alla manifestazione, e un altro no, eh? che San Precario, ma neanche tanto San Precario perché quelli lì, no; coi partiti; o i partiti con loro; ma però le origini orizzontali e democratiche se c’è la gente che comanda, dice cosa fare e non fare, lo spirito viola egualitario originario così addio, nascono i protagonismi e gli appetiti che disgregano le forze poi Berlusconi vincerà sempre finché c’è chi semina zizzania e non sta tutti uniti, certo che qualcuno deve pur decidere in autonomia e forma orizzontale democratica se no, qua.

Oggi comunque il gruppo di Facebook leggiadramente sostiene che:

Chi osteggia la manifestazione del 27 Febbraio a Roma contro il legittimo impedimento, legge che viola il 3° articolo della Costituzione e che apre la strada all'impunità delle caste del malaffare, è complice di Berlusconi e nemico della Costituzione italiana (status del gruppo).

E altri ci mettono il carico.

Con la scusa "se non discutiamo democraticamente anche del colore del cielo, se definirlo azzurro o celeste o blu, siamo come il belusca" gli si sta facendo solo un grande favore... (Veronica).

I renitenti invece in varie forme fan notare che è:

Un bel discorso fascista\berlusconiano: "o sei con me o sei contro di me". (Fausto)

E si domandano chi più chi meno:

Come si possono prendere ordini da un anonimo? Come si può tollerare la sua arroganza? E i criteri di democraticità per i quali ci dovremmo battere per chi valgono? Attenzione ragazzi, attenzione (Giordano).

Sempre più viola (livido).

16.2.10

Avere e non avere

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Cosa c'è diranno alcuni, cos'è vogliamo abolire i ricchi, facciamo del maoismo d'assalto, dell'egualitarismo utopistico fesso, in questo blog? No.

Ma che i signori della Galleria San Babila o Corso Venezia prendano - indipendentemente dal patrimonio - un buono regionale, foss'anche (e non è) di dieci euri, per mandare i figli in scuole bellissime che la plebe non si potrebbe mai permettere (buono o non buono): fa un po' specie.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato (anche in Lombardia)

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Cosa direste se qualcuno vi raccontasse che una Regione destina in via esclusiva l’80% dei suoi fondi per il diritto allo studio ai soli studenti della scuola privata, che rappresentano  soltanto il 9% della popolazione scolastica regionale? E se aggiungesse che questo è accaduto non soltanto ieri, ma che continua ad accadere tranquillamente anche oggi, quando le scuole pubbliche, frequentate dal 91% degli studenti, subiscono il più vasto taglio alle risorse della storia repubblicana? E se, infine, vi dicesse addirittura che, con supremo spregio per la situazione di crisi, vengono elargiti sussidi pubblici anche a chi dichiara al fisco 200mila euro di reddito e risiede nelle zone più prestigiose e costose delle nostre città?

Questo lo dicono kuelli di rifondazione komunista, ma con poche digressioni e tanti numeri; in un rapporto interessante che diventa surreale messo in parte a scuole pubbliche che cadono a pezzi, genitori in porsche sussidiati e cassintegrati che si pagano la carta.

Io non so.

Presadiretta

Io non ho tempo; ma chi ha un’ora e trentotto minuti, una sera – invece di guardare mai dire grande fratello o la replica di striscia la notizia o un brutto film: guardi l’ultimo Presadiretta. Per favore. Che c’è tutto. C’è un assessore provinciale siculo con le scuole che cadono a pezzi che a domanda: e se vien giù una scuola risponde: la magistratura cercherà i responsabili; che ci son gli studenti lombardi della scuola pubblica che prendon tre euro e quelli della privata quattrocento, ma però i primi devono avere l’isee meno di quindicimila euri attestato da un Caf, invece quelli della privata basta un reddito autocertificato di quarantamila; che si vedono tante di quelle cose che delle volte uno va in giro dice ma l’Italia non va bene niente – va di lusso, se stan così le cose e ancora andiamo, non che non va bene.

13.2.10

Se questo è un uomo

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Camillo Milko Pennisi, prendeva duemila euro al mese e ha pensato bene di chiederne diecimila a un imprenditore. Camuno.

The show must go on

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Il Montisola Football Club, il complesso sportivo formato da campo in cemento sintetico non regolamentare e fontanella d’acqua calda che d’estate ospita le epiche gesta di un selezionatissimo gruppo di calciatori di eccelso livello tecnico e precaria condizione atletica del quale mi onoro di far parte, neanche a dirlo, proprio il campo, è appresso a una chiesa; ecco quando c’è un funerale, per rispetto, questi magnifici dieci del calcetto centroeuropeo (o quattro, o tredici, quelli che ci sono, di solito dispari) si fermano: che si può anche non giocare a pallone, di fronte a gente che seppellisce uno. Mi sembra che la vita di una persona, anche non insigne, è un po’ più importante del calcetto del sabato. E a maggior ragione di un’olimpiade; invernale poi.

L’aver dato avvio ai giochi di Vancouver con fuochi sfarzi e danze, dopo che uno slittinista georgiano era morto (ma come poi, e perché, è morto?). Fare delle olimpiadi invernali con un ventiduenne morto. Bella roba.

12.2.10

Boia

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3D!

(Mi svago con 7 intanto che vien pronto il mio Frankenstien).

Si sta come d’autunno

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Sugli alberi le scimmie.

Oggi vado a comprare la valigia di cartone.

**UPDATE h. 13.40: Fissato per settimana prossima colloquio con fonderia valsabbina, sita in Casto.**

11.2.10

Chi s’accontenta

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La presentatrice Antonella Clerici […] s’accontenta di 500 mila euro per 5 serate.

Carlo Tecce, FQ 9.2.10.

Immigrazione: il decalogo della persecuzione

Lo so che è un po’ lungo ma tanto sono in prestito su un computer di fortuna quindi comunque non avrei molto da fare; poi questo articolo non è stato molto ripostato e per me merita, perdonerà l’egregio Giustiniani, anche perché il tema è di quelli che per questo blog, seri:

di Corrado Giustiniani


Tante molestie, una dietro l'altra, fanno una persecuzione. Ed è quella che gli immigrati di questo paese stanno subendo: regolari o no che siano. Di molestie ne elencheremo dieci, ma giusto per fare cifra tonda. L'ultima è quella del “permesso a punti”, di cui il governo sta per varare il regolamento attuativo. Un permesso a punti alla rovescia, rispetto all'esperienza consolidata del Canada e a quella più recente del Regno Unito: la classifica non serve, infatti, per poter entrare con regolare nullaosta nel nostro paese ma invece, una volta arrivati non è chiaro come e ottenuto dopo mille peripezie il permesso di soggiorno, per non esserne cacciati via. Così, tanto per vivere con ansia persino la propria condizione di immigrato regolare. Ci sono due anni di tempo, più uno supplementare, per superare i test di italiano e di educazione civica previsti dall'Accordo di integrazione, che verrà fatto firmare assieme al permesso di soggiorno, pena il non rinnovo e l'espulsione. Delle due l'una: o basta l'italiano che l'immigrato apprende lavorando e facendo la spesa, e allora è assurdo mettere in piedi una così complessa organizzazione, oppure la selezione sarà seria e allora il muratore ucraino Igor, che sta lavorando alla  ricostruzione dell'Abruzzo terremotato, dovrà inchiodarsi in testa congiuntivi, condizionali e articoli della Costituzione che i suoi compagni di lavoro italiani magari ignorano. Se lo Stato volesse davvero integrare i nuovi arrivati, dovrebbe rilanciare le 150 ore di formazione un tempo offerte ai nostri lavoratori, e un piano di alfabetizzazione televisiva come fu lo straordinario Non è mai troppo tardi che negli anni '50 la Rai affidò al maestro Alberto Manzi. Ma l'intento, qui, è ideologico-elettoralistico: sottoporre ad esame gli immigrati regolari.
La seconda molestia consiste nei tempi lunghissimi impiegati dall'amministrazione per rinnovare i permessi di soggiorno: 291 giorni in media, cioè dieci mesi, quando il Testo unico dell'immigrazione dice che la procedura non deve durare più di 20 giorni. Si stima che almeno un milione di immigrati siano oggi in attesa. Rinnovare il permesso di soggiorno costa 70 euro. Sborsati in cambio di un servizio da Terzo mondo, ed è paradossale che uno Stato che non riesce a renderlo efficiente, carichi di nuovi compiti i
suoi uffici con il  “permesso a punti”. Costa invece 200 euro la domanda per ottenere la cittadinanza. É la terza molestia: ben dieci anni di residenza legale e altri tre-quattro di attesa media burocratica. La quarta è la negazione della cittadinanza ai bimbi stranieri nati  in Italia, he possono ottenerla solo dopo 18 anni trascorsi ininterrottamente nel nostro paese. Nel bel libro di Giuseppe Caliceti Italiani per esempio, Vera, 11 anni, genitori  albanesi, chiede al maestro: “Io sono nata in Italia, a Montecchio. Sono italiana o albanese? Sono immigrata o no?”. Quinta molestia, per i minori non accompagnati: un fenomeno purtroppo in forte crescita. La conversione del permesso di soggiorno, una volta raggiunti i 18 anni, non è ammessa se il minore non ha trascorso almeno tre anni in Italia. Se hai più di 15 anni al tuo arrivo nel paese, diventerai dunque irregolare. E ciò, osserva l'esperto Sergio Briguglio, rischia di incentivare la migrazione di minori di età inferiore. Sesta molestia: il non aver previsto tassativamente che, dal tetto del 30 per cento fissato dal ministro Gelmini per gli stranieri in classe, vengano esclusi almeno i bimbi nati in Italia. Il ministro l'ha promesso, ma nella circolare non c'è scritto e la  Lombardia, per esempio, non farà eccezioni. Settimo atto persecutorio, ma ognuno scelga l'ordine di classifica che ritiene più adatto, il concedere appena sei mesi di tempo a un immigrato regolare che ha perso il lavoro per ottenerne un altro, pena la clandestinità e l'espulsione. Ottavo, aver approvato una regolarizzazione soltanto per le colf e le badanti, come se camerieri, operai, muratori, siano figli di un dio minore e non meritino di lavorare alla luce del sole. Nono, colpire gli illegali senza aver previsto una  via d'ingresso legale per cercare lavoro nel nostro paese: gli immigrati vanno assunti direttamente nella nazione di origine. Decimo, la persecuzione ideologica: dire ad esempio, come ha fatto Silvio Berlusconi a Reggio Calabria, che con l'immigrazione aumenta la criminalità quando, come ha dimostrato Tito Boeri, dal 1990 al 2005 i permessi di soggiorno sono saliti del 500 per cento, mentre il numero di crimini per 100 mila abitanti è rimasto sostanzialmente invariato.

FQ, 9.2.10.

Bertolhard (The Sixty Minute Man alla Protezione Civile)

È certo al contrario che Guido Bertolaso goda dei favori sessuali messi a disposizione da Anemone. Il 21 novembre 2008 Bertolaso è al telefono con Simone Rossetti (il lenone di Anemone): ""Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in quest'istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... io verrei volentieri... una ripassata". "Perfetto". "Perché so che è sempre molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d'ora"". […]

Una seconda prestazione sessuale è del 14 dicembre 2008 e ha luogo nel centro sportivo che è riconducibile Anemone ed è stato aggiudicatario della fetta più importante degli appalti per i Mondiali di nuoto 2009. "Tale prestazione - scrive il gip - è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village".

Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora allo Sport Village, per "fare terapia con Francesca", "per riprendermi un pochettino", "per uno dei soliti massaggi". Anemone lo aspetta fuori dalla cabina e al telefono si lamenta con il suo lenone perché il capo della Protezione civile tarda a congedarsi dalla massaggiatrice: "Mannaggia sto a morì de freddo".

Balducci e i suoi amici, la cricca degli appalti Ville, escort, assunzioni e auto di lusso - Repubblica.it.

Ecco perché van così d’accordo con Silviu.

10.2.10

L'Italia dei dolori

Per l’Italia che contro il regime di Berlusconi lotta e resiste, il partito Idv ha iniziato il suo primo congresso rappresentando una speranza e lo ha chiuso dimostrandosi l’ennesima illusione. Meglio prenderne atto, senza esitazioni.

Paolo Flores D’Arcais, FQ 10.02.10.

Esitazioni zero, pena molta.

Dal reale al più reale, Dell’Utri for dummies

Stellare intervista di Beatrice Borromeo al Sen. Dell’Utri giuro che è tutto vero:

Non sente una responsabilità, visto il suo ruolo politico?

Io sono un politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Quando nel 1994 si fondò Forza Italia e si fecero le prime elezioni, le candidature le feci io: non mi sono candidato perché non avevo interesse a fare il deputato.

Poi, nel 1995, l’hanno arrestata per false fatture.

Mi candidai alle elezioni del 1996 per proteggermi. Infatti, subito dopo, è arrivato il mandato d’arresto.

E la Camera l’ha respinto. Ma le sembra un bel modo di usare la politica?

No, assolutamente. È assurdo, brutto. Speriamo cambi tutto al più presto! Ma non c’era altro da fare...

Perché non si difende fuori dal Parlamento?

Mi difendo anche fuori.

Perché non soltanto fuori?

Non sono mica cretino! Mi devo difendere o no? Quelli mi arrestano!

Se arrestano me cosa faccio, mi candido anch’io?

Ma a lei perché dovrebbero arrestarla? E poi a lei non la candida nessuno, quindi non si preoccupi. Io potevo candidarmi e l’ho fatto.

FQ, 10.02.10.

Affari nostri

A Affari tuoi Magalli e la Volpe con uno sconosciuto fanno la rassegna stampa e di cosa vuoi mai che parli la rassegna stampa di un programma nazionalproletario orientata al pubblico se non delle deposizioni di Massimo Ciancimino a Palermo nel processo Mori e più nello specifico nelle contraddizioni in cui il teste è caduto rispetto alle sue dichiarazioni del 2005, come osservato da un articolo di quella grande testata che è il Giornale di Sicilia?
Chissà oggi i Tg (Minzo a parte) che testa ci fanno se è partito l'ordine di scuderia alla smentita.

Errata corrige 15.02.10: era I Fatti Vostri.

8.2.10

Cosa mi aspetto dal domani

A parte un po’ di post che ho programmato per pubblicarsi abbastanza a caso nei prossimi giorni mi sa che il decesso del lard disc e le operazioni di ripristino, nonché una nuovo attacco al chiuso fortilizio del mondo del lavoro avranno conseguenze negative sul destino di questo blog. Spero faccia bene a tutti.

Il castello errante di Silvio

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Il “legittimo impedimento” potrebbe essere l'antipasto del cosiddetto “processo breve”, la cui filosofia spicciola ricalca la tecnica di Erode: fare una strage di processi innocenti – quelli dei comuni mortali – per eliminarne un paio che interessano in altissimo loco. E dopo il “legittimo impedimento” si prepara l'ennesimo lodo (Alfano o vattelapesca), concepito questa volta addirittura come scudo costituzionale e perciò a blindatura suprema; una specie di castello medievale issato su una rocca, a guardare dall’alto la plebaglia che sfanga in pianura. Uno scudo dopo l’altro e alla fine si consolidano le disuguaglianze, si infittiscono i privilegi, lo Stato di diritto si riduce ad un optional. Quando il Senato voterà la riforma della disciplina delle intercettazioni, già approvata dalla Camera, anche queste funzioneranno da scudo: a protezione dei vizi (pubblici o privati) di pochi potenti, sul cui altare sarà sacrificata – senza rimorsi – la sicurezza dei cittadini comuni, che proprio nelle intercettazioni trova oggi il suo baluardo.

Gian Carlo Caselli, FQ 7.2.10.

Il patto

 

La novità ingenerata dall’occupazione dell’Isaf [dell’Afghanistan] sta proprio nella saldatura tra i talebani e larga parte dei leader waziri, nel comune interesse a respingere le minacce alla propria autorità. E l’anima di quell’autorità non è l’Islam radicale che, secondo l’International Crisis Group, rimane il riferimento solo di una frazione dei ribelli. Si chiama invece Pushtunwali, l’etica dei “Pashtun” iranico-afgani, ovvero dei “Pathan” urdu-pakistani. Non è un sistema “tribale”, come già i coloni britannici etichettavano i gruppi meno governabili, ma un “codice d’onore” antico e diffuso fino al Mediterraneo, con solide analogie con le mafie italiane.

Alessandro Cisilin.

La guerra di Charlie Wilson trent’anni dopo (persa)

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Nelle lingue sud-asiatiche il termine “corruzione” non esiste neppure. Sicché quando la conferenza di Londra ha deciso nei giorni scorsi di pagare i talebani perché depongano le armi, intimando al contempo il presidente Karzai a combattere le pratiche corruttive, l'afgano medio non ha capito la differenza. Di certo l'Italia qui ha fatto scuola e, dopo le sdegnate smentite di qualche mese fa di Frattini sui fondi girati ai rivoltosi per evitare i loro attacchi, il mondo sembra aver compreso che la guerra è perduta. L'area critica che la Cia definisce da anni come “la più pericolosa del pianeta”, è l’altopiano tra i fiumi Tochi e Gomal, ovvero tra Afganistan e Pakistan. Si chiama Warizistan, e non ci si va più nessuno, men che meno giornalisti, studiosi e operatori umanitari, cacciati da sequestri, omicidi e bombardamenti Nato.

Alessandro Cisilin, FQ 7.2.10.

7.2.10

Reclaim the streets

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E non solo le strade magari.

Brescia, 06.02.10.

Oh De Luca, De Luca, perché sei tu De Luca?

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Fin qui le questioni formali. Quella sostanziale è che ora Di Pietro è costretto a sostenere un signore che, per le regole da lui stesso imposte anzitutto a se stesso, è incandidabile: nel 1996 l’ex pm, sul quale pendevano soltanto alcune richieste di rinvio a giudizio della Procura di Brescia (poi regolarmente respinte da vari gip), restò in disparte e rinunciò a presentare una sua lista nel momento di massima popolarità. Come e perché si è arrivati a questo punto?

Marco Travaglio, FQ.

Ecco.

6.2.10

Internet è

Devo cambiare un disco del pc perché è alla frutta.
Non ho mai aperto un computer in vita mia e appena non va qualcosa chiamo mio fratello; sarà ingegnere per qualcosa. Comunque stavolta prima di giovedì non può. Domenica lunedì martedì mercoledì senza computer. Umanamente, impensabile.
Venti minuti fa non sapevo niente. E avevo paura del futuro.
Poi ho letto i forum e adesso so di poterlo fare.
KNOWLEDGE IS POWER.

Io, Caligola

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Caligola fece senatore un cavallo. Idea bizzarra e anche un po’ insultante per i senatori veri. Però era legittimato a farlo, lui era l’imperatore. Oggi quella legittimazione deriva dal consenso popolare, ce lo stanno ripetendo fino a romperci… i timpani. E quindi i politici, unti dal consenso popolare, possono fare presidente del Consiglio chi gli pare. Vogliono un presidente del Consiglio con sei assoluzioni per prescrizione (che vuol dire che è colpevole ma non lo si può più mandare in prigione perché è passato troppo tempo)? Si accomodino; idea bizzarra e anche un po’ insultante per i cittadini onesti, però…Ma nemmeno Caligola era arrivato al punto di emanare una legge che dicesse “il senatore cavallo non è un cavallo”. Mentre B&C si stanno affannando da tempo per dire: il prescritto B, l’imputato B. è una brava persona. E capisco che diventerebbe complicato dire il condannato B. è una brava persona.

Sempre Tinti sul Fatto.

Il giuramento di Ipocrite

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Quando B&C, e anche tutti gli altri C. che fanno finta di non essere C, hanno vinto le elezioni e si sono affrettati a prendere possesso delle loro cariche, da quella di semplice parlamentare a quella di presidente del Consiglio, hanno dovuto sobbarcarsi ad una fastidiosa cerimonia: il giuramento. Lo dice l’art. 54 della Costituzione, debbono giurare di rispettare la Costituzione e le leggi. Strano modo di rispettare la Costituzione quello di emanare una legge nella piena consapevolezza che essa è incostituzionale. Capisco che tanti tra gli allegri e soddisfatti vincitori delle elezioni abbiano giurato tenendo le dita incrociate dietro la schiena; però non è proprio una bella cosa, di cui andare fieri, quella di essere spergiuri.

Bruno Tinti sul Fatto.

Sai, mi piace pensare che tu sia abbastanza lucido persino ora da sapere che non c'è nulla di sadico nelle mie azioni.

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Il declino relativo dell’Italia in termini di Pil pro-capite non è un fenomeno recente e la recessione del 2008/09 lo ha solo accentuato, non provocato. Se poniamo uguale a 100 il Pil pro-capite per l’insieme dei 27 paesi che formano l’Unione europea, il dato dell’Italia era pari nell’anno elettorale 2001 a 118 mentre quello dei 15 paesi che facevano parte dell’Unione prima dell’allargamento, quindi comprensivi dell’Italia, era pari a 115. Il nostro paese aveva pertanto un vantaggio di 18 punti percentuali rispetto al valore medio dell’Unione e di 3 punti percentuali rispetto a quello dei 15 stati della parte occidentale. Nel corso della prima metà del decennio, tuttavia, la scarsa crescita economica dell’Italia ha progressivamente eroso tale margine: nell’anno elettorale 2006 il vantaggio del nostro Pil pro-capite rispetto alla media dei 27 paesi si era ridotto dal 18 a solo il 4% mentre la forbice con i 15 paesi era divenuta negativa di otto punti percentuali. Con la recessione internazionale, infine, il Pil pro-capite dell’Italia è sceso nel 2009 al 98% della media dei 27 paesi, quindi al di sotto di essa, e nell’insieme degli otto anni considerati si è ridotto di 20 punti percentuali.

Finalmente e obiettivamente: gli anni di Berlusconi in numeri.
Certo:

Gli economisti che studiano la relazione tra economia e felicità hanno dimostrato attraverso numerose analisi empiriche che l’alto reddito non garantisce la felicità, tuttavia non hanno mai riscontrato che la felicità possa accrescersi quando il reddito diminuisce.

Ugo Arrigo sul Fatto.

(Come sa chi sa che detesto Tarantino, io detesto Tarantino; la citazione del titolo è degli unici cinque secondi che ho visto per sbaglio l’altro giorno che l’han fatto in tele).

Il nulla avanza

image “Non sarà un G8 tradizionale”, assicurò Berlusconi, che insieme con Guido Bertolaso promise 800 milioni di euro per investimenti, 500 per le infrastrutture e 300 per la riconversione delle vecchie strutture militari. Villa Certosa sarebbe diventata la Camp David italiana. Come è finita lo ha rivelato recentemente una inchiesta di Repubblica: le opere costruite con i 330 milioni spesi, in buona parte presi dal bilancio e dai contributi per la regione, sono abbandonate, l'hotel costato 75 milioni, 742 mila euro a stanza, è nel degrado più assoluto. Finito il sogno del G8, trasferito senza tanti complimenti a L’Aquila, rimane la triste realtà delle fabbriche che chiudono e del lavoro che sparisce: un tasso di disoccupazione al 14% e un calo degli occupati di cinque punti. I posti di lavoro a Porto Torres non sono stati salvati, il comparto cloro-soda è stato completamente spianato, in crisi nera fabbriche e poli, Assemini, Euralluminia, Alcoa, polo di Arbatax. Un cimitero industriale. […]

L’unica forma di “investimento” che si profila all’orizzonte è il cemento. La giunta Cappellacci ha fatto carta straccia di tutte le limitazioni imposte dalle leggi di salvaguardia delle coste varate da Soru. Al loro posto l’approvazione di un micidiale piano straordinario per l’edilizia che aumenta le volumetrie per la costruzione di strutture alberghiere e promette una colata di cemento di 15-20 milioni di metri cubi.

Enrico Fierro, FQ.

Per chi è stato in provincia di Oristano e nel Sulcis veramente pensare quello che possono fare degli speculatori a una natura in gran parte se non intatta che si è difesa dall’avanzata del cemento, che già ha avamposti abominevoli in villette e villaggi lussuosi e kitsch, fa male, perché la bellezza di quei posti lì non è una cosa normale, quel profumo, il mare, i paeselli; non so.

Sulcis in fundo

image C’è stato un gran dibattito sul simbolo dei 4 mori, in questi anni. Gli storici ci hanno detto: non avevano le bende sugli occhi, come gli schiavi, ma sulla fronte, come i marinai. Non so se sia vero. So che oggi i mori sono schiavi. Non degli spagnoli, ma di questa idea predatoria. Un popolo, per trovare un lavoro onesto si è infilato nelle miniere, ha abbandonato i pascoli per farsi esercito operaio, ha accettato di avvelenare il suo mare perché i signori della chimica volevano attraccare qui, e le servitù militari spolverate di uranio perché non si poteva dir no. Ora, questo popolo, dovrebbe sopportare un educato genocidio. Penso all’Alcoa, mi viene in mente un volto. Claudia, moglie di un operaio ferita dalla crisi. Per farsi pagare una fattura, ha dovuto prendere una tanica di benzina e minacciare di darsi fuoco. E’ venuta a Roma a battere il caschetto davanti a Montecitorio. Così come tutti gli altri, stanca di essere sbeffeggiata, ha occupato. La Sardegna è la metafora di una modernità inumana e feroce:Sulcis in fundo. Ma per tutti noi.

Luca Telese, FQ.

La speranza

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Visto ad Annozero.

Das Cabinet des Doktor TeofogS

Adesso è tutto tranquillo. Ma quando il computer svolgendo le operazioni più elementari invece del solito fragoroso frullo di cabinet lancia strazianti sinistri secchi clac che accelerano e si affastellano, cozzano e si rincorrono in un abominevole crescendo, lo schermo diventa nero, e al riavvio ti chiede dischi mai sentiti per fare il boot: paura.

5.2.10

Tipo 2012 però prima

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GLI STATI CHE SPAVENTANO I MERCATI

di Superbonus

[…]L’ottimismo ostentato dal governo non convince i mercati che l’Italia è meglio di Spagna e Portogallo. Gli investitori internazionali stanno passando al setaccio i conti dell’Italia e non ci metteranno molto a scoprire che nelle proiezioni dei prossimi 3 anni il governo ha peccato di ottimismo e c’è un buco di almeno 15 miliardi all’anno. Lo sa Tremonti, lo ha spiegato nei consigli dei ministri dove si vagheggiavano abbassamenti delle tasse e abolizione dell’IRAP. Anche perché la struttura di spesa pubblica che il centrodestra aveva promesso di smantellare con un drastico dimagrimento è ancora lì. La moneta unica, che Tremonti ha spesso attaccato, ci ha consentito di finanziare il nostro debito a tassi bassi, grazie a una implicita fideiussione che ci era stata rilasciata dalla Germania quando ci fece entrare nella moneta unica convinta dai nostri buoni propositi sulla finanza pubblica. L’euro ci ha permesso di emettere titoli di Stato per pagare non solo il debito pregresso ma anche per pagarne gli interessi. Ci siamo comportati per dieci anni come una famiglia che per pagare gli interessi di un mutuo, contrae nuovi debiti. I governi presieduti da Silvio Berlusconi hanno aumentato il debito di 400 miliardi di euro senza aver prodotto alcun aumento di benessere e sviluppo. I mercati internazionali stanno per presentarci il conto ed i nostri partner europei non alzeranno un dito per difenderci. Preparatevi: Lega, Pdl, Tremonti, Brunetta, Scajola, Baldassarri e tutti gli altri grideranno tutti contro la speculazione internazionale, contro quei cattivoni che non compreranno più i titoli di Stato italiani a tassi bassi. Tenteranno di dare la colpa agli avidi banchieri se dovranno fare una manovra da 50 miliardi, se la pressione fiscale aumenterà e il nostro paese passerà momenti veramente difficili. Questo governo dovrà poi affrontare la sfida più difficile, quella di guidare l’Italia, con un debito pubblico mostruoso, in una nuova Unione europea dove ognuno è giudicato per quello che è non da quale moneta usa. L’esecutivo dovrà mantenere la coesione sociale anche con i tagli alla spesa, dovrà recuperare l’evasione fiscale con durezza, dovrà dimenticarsi grandi opere, consulenze e prebende varie ai grandi gruppi d’interesse. Ce la farà ? Fate la vostra scommessa perché i giochi stanno per chiudersi.

Il Fatto.

4.2.10

Abbracalabria (magia nera sul rottame non ferroso)

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Dopo gli operai siciliani della Fiat di Termini Imerese, i lavoratori dell’alluminio Alcoa di Portovesme in Sardegna, ora tocca ai 1.110 portuali di Gioia Tauro in Calabria. In otto si sono arrampicati a 50 metri di altezza su una delle 25 gigantesche gru piazzate sui 3 chilometri e mezzo di banchine. […]

Ce l’hanno soprattutto con il governo che ad agosto non ha trovato di meglio che aumentare le tasse di ancoraggio fino al 50 per cento proprio mentre i traffici marittimi crollavano in tutto il mondo travolgendo anche i moli calabresi, tirando così di fatto la volata ai porti stranieri concorrenti, da quelli del Nordafrica a quelli spagnoli e francesi del Mediterraneo. Quella decisione per Gioia Tauro è stata come una pugnalata alle spalle. Dopo aver combinato il disastro ora l’esecutivo tira dritto, invece di rimediare, come se le banchine calabresi si trovassero in un altro continente. E’ una scelta gravissima non solo per il futuro del porto, ma per tutta la Calabria, perché con 2.500 addetti tra diretti, indiretti e lavoratori dell’indotto, lo scalo di Gioia è l’unica grande fabbrica nel raggio di centinaia di chilometri e da solo rappresenta più di metà del Pil privato (prodotto lordo) dell’intera regione. […]

Non fare nulla per impedire il ridimensionamento del porto oppure rinviare in attesa che si scaldi il clima delle elezioni regionali, significa chiudere con cinismo gli occhi di fronte a una realtà economica e sociale dirompente, assediata dalla criminalità organizzata e colpita pure dalla crisi delle arance che ha fatto da innesco alla guerra tra bianchi e neri scoppiata nella vicinissima Rosarno.

Daniele Martini sul Fatto.

Etimo ‘ndrangheta e banche

 

Singh Sher [un “trafficante di indiani” tra New Delhi e la Calabria] è infatti un referente del metodo “hawala”,* i circuiti bancari clandestini presenti in Africa, America latina e paesi arabi. Banche parallele dove il danaro circola senza lasciare tracce e senza incorrere nei controlli dell’antiriciclaggio.

Enrico Fierro.

* Hawala has its origins in classical Islamic law, and is mentioned in texts of Islamic jurisprudence as early as the 8th century. Hawala itself later influenced the development of the agency in common law and in civil laws such as the aval in French law and the avallo in Italian law. The words aval and avallo were themselves derived from Hawala.

Wikipedia.

Italiani brava gente

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Stefano Cucchi scrisse una lettera, la sera prima di morire, il 21 ottobre 2009, e la indirizzò alla comunità terapeutica “Ceis” di don Mario Picchi, dove era già stato in cura per disintossicarsi dalla droga. A consigliargli di farlo e a consegnargli la carta da lettere, la busta e il francobollo, fu una vice sovrintendente della polizia penitenziaria in servizio presso il reparto detentivo dell’ospedale Pertini di Roma, dove Stefano era arrivato qualche giorno prima in condizioni gravi. Era stato picchiato dopo un fermo per spaccio, aveva ecchimosi, due fratture vertebrali, lesioni su molte parti del corpo. La mattina dopo aver scritto quella lettera, Stefano è morto. La missiva non è mai arrivata a destinazione, ma risulta essere nel verbale redatto al Pertini al momento della catalogazione degli effetti personali del ragazzo. Quella lettera, invece, ora è sparita: si è persa nel percorso tra il Pertini e il carcere di Regina Coeli

Silvia D’Onghia sul Fatto.