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24.6.14

23.10.11

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Lo so che ne stan capitando tante altre, di cose.

Ma che cazzo.

14.8.10

Time

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Ronaldo Luís Nazário de Lima, Ronaldo, o il Fenomeno, per questo blog è più di un idolo, ma più anche di un dio. Ancora adesso c’ho le foto e i poster in giro.

Che non lo so cosa vuol dire; cioè. Non so perché. E non credo che valga spender parole. Uno che corre dietro al pallone.

Però la purezza atletica, la perfezione tecnica; in qualche modo confinano col trascendente. Non so. Ancora adesso vedere quei gol col Barcellona, i numeri sul lungolinea con l’Inter, e quelle finte sul portiere in coppa, con la maglia a rigoni da galeotto; ma ancora oggi, se vedo la scena che poi dopo due finte si rompe il tendine rotuleo, la seconda volta, vista in diretta al tempo, non ci riesco a guardarla, è come se mi facessero del male personalmente.

L’anno prossimo pare che si ritira. Il giocatore più forte della storia. Il Fenomeno.

E noi siam qua.



12.8.10

Apologia dell’antimodernità

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C’è di bello che anche nelle peggiori condizioni di arretratezza delle più bieche e reazionarie dittature totalitarie del millennio (e quindi è lecito presumere anche dei millenni a venire, figlioli e nipotini non nati miei), c’è un punto – teorico e astratto, ma che si può talvolta trasferire nella sfera del fattuale – in cui la truce fetecchiosità del regime, per involontaria alchimia tra le forze del maligno e l’inettitudine dei suoi loschi fautori, scagnozzi e tirapiedi, si trascolora in miracolose epifanie salvifiche; ad esempio oggi, che – dopo aver trasmesso l’intera cinematografia di serie B, C, D e Promozione degli anni sessanta, settanta, ottanta e primi novanta, su Rete4 fan Fuga per la vittoria.


10.8.10

Parabola di un’Italia politica

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L’han detto giustamente tutti, e lo dico anch’io finendo il post di allora, adesso che adesso ho tempo. Tra l’altro stasera inizia la nuova gestione, e allora via.

Dall’era del breve inebriante sogno prodiano di un risveglio civile, istituzionale, economico e morale all’abisso berlusconiano. Ormai lontana, eppure eterno monito, la partita simbolo di un irrimediabile sbando umano (che pure questa redazione non l’ha vista, perché era al lavoro, sorvegliata dalla figlia del principale che girava come robocop in pattugliamento per i corridoi aziendali; questa redazione, per difendere i suoi millequalcosa euro al mese, ha tenuto il capino chino e la radio a casa, mentre certi dipendenti pubblici, non temendo evidentemente per i loro trentamila e qualcosa euro mensili, la partita l’hanno guardata anche con notevole partecipazione emotiva) è stata il capolavoro di un allenatore rispettabile e brizzolato, che ha fatto della propria brizzolatezza una bandiera di rispettabilità, e del rispetto un paradigma di brizzolatezza, evidentemente con efficacia perché c’è chi gli stava anche simpatico, ma però s’è scordato il cervello a casa. Come nel folle delirio di onnipotenza dei peggiori satrapi e tiranni s’è buttato a capofitto contro tutto e contro tutti, così. E va beh.

Adesso comincia l’era Prandelli.

Adesso in autunno si andrà a votare.

E speriamo che, o l’una o l’altra cosa, almeno qualcosa inizi a girare in meglio.

14.6.10

Italia Paraguay

Ed è subito uno scontro titanico tra inni nazionali; che brividi.

Dato il livello medio di buono c’è che, rispetto a un giorno normale, non si nota la desertificazione del palinsesto in corrispondenza della partita: a parte Paperino sul due, il resto sono le solite telenovela australiane prodotte in outsourcing da offshore polacche con personale sudamericano, piccoli tg senza pretese, imbarazzanti serie italiane.

E naturalmente c’è di buono che per un giorno non c’è il Tg1.

Si parte; prima dicevano: magari noi non abbiamo un grande livello tecnico ma cioè, siamo campioni del mondo e comunque c’abbiamo un gruppo, ma un gruppo, che  quando c’hai il gruppo, la voglia di fare, l’agonismo, eh casso, partitoni; vediamo al primo contrasto lo svenimento, che agonismo. Ecco. Secondo 40. Però no, era un fallaccio su Montolivo.

Nient. Va bene. Buona partita.

12.4.10

Io capisco tutto

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Ma dopo che la gara è finita, e che si son vendute a cifre astronomiche pause pubblicitarie di lunghezza cosmica, a più riprese durante la corsa, e quando si sa che saranno vendute tonnellate di giornaletti a tema e merchandising dedicato, o titolare dei diritti sulle immagini di una nota competizione motociclistica (vocativo, O titolare), che lucrerai comunque ingenti profitti, non è malsano – mi domando e ti chiedo – dare ostinatamente una caccia pervicace e spietata a tutti i video caricati in rete da anonimi e pii utenti per aiutare i fratelli più sfortunati, qualche blogger lombardo per esempio che non ha visto la competizione in diretta con annessi spot e non ha tempo di riguardare la registrazione, quei video che gli permetterebbero almeno di elemosinare qualche riflesso, qualche barlume, qualche highlight dell’evento, cinque minuti, magari anche con la pubblicità, intercettarli tutti, questi video, ararli via, non è un po’ persecutorio, odioso, meschino, e infame, titolare dei miei diritti?

Ferma restando la legittima titolarità; che ti vadano di traverso i margini di lucro.

19.12.09

Au revoir

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Essere francese vorrebbe dire dover parlare francese e dover cantare la Marsigliese? Questo vuol dire essere coglioni, più che francesi.

Eric Cantona, dal Mattinale.

Qui la pubblicità, epocale, da cui viene il fotogramma; con tanti saluti a Naomi Klein.