8.1.10

Un sintomo

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Non per sembrare iettatore né profeta di sventura, vorrei autocitarmi che in un post di pochissimi giorni fa – ben lontano dalla Calabria e dalla comprensione e contezza di fatti e circostanze vari, in un ambito in parte diverso ma sovrapponibile – scrivevo:

Per fortuna c’è tanta brava gente, tra quei criminali e stupratori e teppaglia che se ne deve andare a casa loro: e ci sarà solo uno sciopero. Ma non andrà sempre così.

E quando ci saremo, al punto, bisognerà ricordarsi; sapere gli esecutori senza dimenticare i mandanti, le vittime di allora ma anche quelle di oggi – e farsi un’idea.

da teofog: Una tirata inutile.

C’è poco da dire perché purtroppo quando sbotta la violenza, poi, non ha molto senso niente. Se mi bruciano la mia, di macchina, c’è poco da fare i distaccati, bisogna dirlo. O la signora coi bimbi colpita e fatta scendere, non si capisce.

Ma a pensarci così, da lontano e a freddo, forse si pecca di astrazione e col culo degli altri in fondo, ma però se c’è della gente che vive in condizioni disumane, di sfruttamento, di abiezione; forse siamo un po’ tutti, italiani, colpevoli, o conniventi, se non per le azioni criminali, che per fortuna sono di pochi, sicuro perché ci giriamo dall’altra parte, non volendo potendo avendo tempo almeno di immaginare, se si può, come metter mano alle cose, un casino vero, e piuttosto lasciandole sul piano del leghismo.

Che la strada che si sta preparando per risolvere i problemi non sembra buona. Però bo.