Ma non tutti i problemi sono risolti perché, anche se è in Italia da quando aveva dodici anni, Hassidou deve lottare anche contro la burocrazia per vedere rinnovato il permesso di soggiorno. “Adesso io sono clandestino – dice di fronte alla telecamera – Ho fatto la domanda nel 2008. Ce l’ho in tasca. Ho fatto la richiesta e ancora non è arrivato. Ho trovato lavoro: sei mesi di contratto. I sei mesi stanno per scadere, il mio contratto sta per scadere e ancora non ho avuto il mio permesso”. Una dichiarazione angosciata, disperata, di chi è cresciuto nel nostro paese, lavora in regola, ma sente che la terra gli trema sotto i piedi perché il permesso di soggiorno richiesto due anni fa, ancora non gli è arrivato.
Il racconto di Hassidou è toccante, ma il ragazzo ha commesso un errore: si è fatto scappare la parola “clandestino”, che evidentemente evoca reati al solo pronunciarla. E i solerti agenti presenti in sala non rimangono a guardare. Appena terminata la trasmissione, quando gli ospiti si sono già allontanati, i tre ragazzi vengono fermati e tenuti in una stanza degli studi Rai per dei controlli.
Federico Mello sul Fatto.
Era un’iperbole, voleva dire che se non gli arriva il rinnovo diventa clandestino.