E non l’ho capito oggi. Ma l’ho realizzato – non oggi, ieri; cioè l’altroieri ma poi tra una cosa e l’altra non ho avuto tempo; forse non è importante; infatti. Ma ormai se no sembra chissà che; che poi; non è che è un tema di scuola, che io tranne alle elementari facevo schifo, tutto il tempo a cazzeggiare ma poi a un certo punto per la forza coercitiva della situazione scolastica autoritaria e padronale in un modo o nell’altro qualcosa bisognava scrivere (tranne alla matura che forse pregustando la futura scomparsa della sublime dimensione di ozio in cui si era sdipanata la vita fino allora, l’ho proprio finito in brutta in fagottone che ormai eran tutti già a casa. Quattro ore a guardar colline. Bellissime). Cioè non me l’ha mica ordinato il medico; e, anzi con meno di trecento visite al mese è proprio un fatto anzi che ci sarebbe da farsi anche delle domande. Quindi di cosa discutiamo. Che però io punto all’award per la pagina più longeva ma meno letta della blogosfera, anche se questo ne parlo un’altra volta; che perché lasciar lì di scrivere quando non ti caga nessuno son buoni tutti; invece tenere sempre tutto aggiornato tutti i giorni, nel (quasi) vuoto è una cosa che come detto che ci sarà da dirne più avanti. Insomma il fatto è questo. Che ho capito o realizzato l’altroieri. Che provare sgomento, ho capito, angoscia, e smarrimento, di fronte al brutto, è giusto e morale.