E in questo sta il tragico equivoco della classe politica italiana, quello che ci ha portato qui dove siamo finiti: nel non capire che nessuno è al di sopra della legge; che non ci può essere lotta tra istituzioni e legge, tra cittadini, quale che sia il loro ruolo, e legge; che tanto più un uomo politico è rispettabile, degno di fiducia, grande statista (sì, statista) quanto più si sottopone alla legge e afferma il proprio buon diritto, la sua innocenza, nelle sedi e con i metodi che la legge prevede; nel non capire che anche un uomo politico può commettere errori, perfino reati; e che ritroverà la sua legittimazione a occuparsi di politica, che vuol dire essere al servizio dei cittadini, accettando la sentenza che sarà emanata nei suoi confronti e rispettando dunque la legge.
Bruno Tinti sul Cospiratore quotidiano del 31.12.09, dove tra l’altro si propone appropriatamente al sindaco di Milano Moratti casomai volesse intitolare una via al politico Bettino Craxi, che almeno sia quella su cui affaccia l’ingresso del carcere di San Vittore.