I treni che si fermano per mezza spanna di neve sono un bel rompicapo se uno ci pensa; cioè, almeno io, pensarci mi si apre il mondo proteiforme variopinto e lussureggiante della speculazione astratta. Perché dico: un treno saran, cosa, una quarantina di tonnellate a carrozza, per una dozzina o che, fai sulle cinquecento tonnellate a stare indietro, più la gente, più fluidi vari, una roba impressionante, di stazza. Bloccata dalla neve. Che peraltro poi sui binari non c’è perché la spalano. Almeno io, faccio fatica; a capire.
Però ho trovato uno che mi ha spiegato questo apparente rebus lasciandomi appagato anche se un po’ amareggiato; che lui lavora in Rfi. [tra l’altro se per sua sventura il suo datore di lavoro scoprisse chi è, che ha parlato, lo licenziano subito, che Trenitalia – si dice tanto del pubblico che non fanno un cazzo e sono come in Fantozzi e della motorizzazione civile, e del l’Inps, e delle Poste – per le poste vale solo per i regolari, i trimestrali, lasciam stare che si spezzano la schiena dal lavoro; comunque: Trenitalia invece è ferma al KGB di Ežov, quello delle purghe.
E insomma niente; il fatto è che primo la neve non c’entra. La spalano; l’abbiam detto. Il fatto è che, lasciando i convogli fermi all’aperto, spenti, si gela la condensa nell’impianto pneumatico che gestisce le porte; e i treni non possono viaggiare. Dicono quelli con più esperienza che una volta, essendocene di meno, di treni, il problema non si poneva perché stavan fermi massimo un’ora. E non gelavano.
Allora si spiega perché poi certi altri treni mentre la gente dava l’assalto in scenari che adesso definire apocalittici e danteschi si fa presto e bene, ma immaginati te a star lì col freddo in Centrale, che nessuno ti dice niente, i treni, annunciano i ritardi di cinque minuti in cinque minuti, così te stai lì tassellato come un frocio a aspettare, passan le ore, e poi ti sopprimono il treno – E il rimborso? E il prossimo quand’è? Arriva? tutti questi che dava l’assalto ai treni con bambini, anziani, gente che devon andare in Calabria per il cenone il 24 e son lì a Milano a farsi trattar male dagli stronzi che Trenitalia sceglie con sadico puntiglio per i rapporti con la clientela.
Ecco.
Ah, Moretti prende due milioni e rotti all’anno. Da un’azienda pesantemente indebitata e sovvenzionata dallo Stato. Settemila euri al giorno.