Se noi siamo la materia di cui sono fatti i sogni, la vita è sogno y los sueños, sueños son, questo post è fatto di acrimonia antireligiosa. Concentrata. Quindi non mi si venga poi a dire ma, bi bo ba; non è l’angolo del sofisma.
Pedofilia del clero. Che io in verità, in verità vi dico – il clero non è pedofilo. Le generalizzazioni sono per gli ignoranti. La Chiesa stessa, direi l’istituto religioso a tutte le latitudini e in tutte le epoche, è pedofilo. Questo sì.
L’essenza della religione, della forma mentale e culturale che la religione favorisce e presuppone, è l’ignoranza: donde l’enfasi e la celebrazione del fideismo cieco e dell’accettazione del principio di autorità. Le Chiese sono centri di organizzazione burocratica dell’ignoranza del fedele. Il cui fine è il controllo politico (religio da religare, vincolare), esercitato mediante la definizione e la perpetuazione, nei singoli e nel corpo sociale di riferimento, di una fisionomia identitaria fittizia (religio come qualcosa che serve a relegare, dividere da qualcosa/qualcun’altro). In un’ottica impositiva fiscale, naturalmente.
Lo scopo ultimo della religione è quello di autoreplicarsi. Come un virus. Che tra l’altro, sia detto per inciso e al di fuori del discorso, è essenzialmente, qualsiasi fede, consustanziale ed equivalente all’intolleranza; alla xenofobia. Per il principio del relegare/dividere di cui sopra tutte le storie mitiche sono storie di massacri di infedeli. Infatti chi parla di dialogo interreligioso o è stupido, o è interessato, o, spesso, tutte e due le cose. Che ci possa essere un dialogo tra due concezioni del mondo irrazionali, a-logiche, fantomatiche e reciprocamente escludenti, se non fosse tragico, sarebbe ridicolo. Comunque questo se mai un’altra volta.
Dunque il modo migliore di autoperpetuarsi, sempre più in tempi di cultura accessibile e infinite informazioni facilmente reperibili, per un sistema di pensiero fantasmagorico, prerazionale e arcaico, è quello di annidarsi in un organismo non ancora compiutamente formato; ecco perché l’abominevole costume (necessità) dell’insegnamento religioso all’infanzia. Necessariamente e profittevolmente replicato da tutti i totalitarismi (Hitler-Jugend, Figli della lupa, Komsomol’). Colpire un cervello negli anni della formazione basilare dell’individuo, in cui si definiscono le esperienze fondamentali, è il miglior modo per instaurare come nel BIOS del soggetto alcune convinzioni fallaci e inverificabili, che difficilmente potranno poi essere riconosciute ed eventualmente sradicate.
Si sa.
Allora è evidente che il materiale preferito dalle Chiese è quello umano fresco. La Chiesa (scendiamo a parlare di quella cattolica) è pedofila per questo. Per necessità. Lo è lei e quindi i sacerdoti, a volte presi da certe foie, le sfogano sulla materia prima che hanno, giovani e infanti. E lo fanno in modo schifido e subdolo, facendo leva sul principio di autorità, sul senso di colpa e sull’immaturità fisica ed emotiva delle vittime.
Ecco perché bisognerebbe vietare che i portatori di certe convinzioni venissero in contatto con persone incapaci di giudicare: a) l’insegnamento religioso che questi professano, e b) le loro intenzioni e condotte.
Si risolverebbero due cose a un tempo: l’aggressione di sistemi di pensiero incongruenti in danno di soggetti giovani e impreparati all’analisi critica, da un lato, e dall’altro la pedofilia del clero. Che se avesse a che fare con persone meno sprovvedute, difficilmente cercherebbe di raggirarle per farsene strofinare le parti intime, rischiando con proposte indecenti male assestate anche di prender dei cazzotti (meno preoccupante prospettiva se l’antagonista ha sei anni).
L’insegnamento della religione può benissimo essere assolto dalla scuola. Poi, chi avrà interesse, potrà andare a informarsi e fare le sue scelte. I minori di anni diciotto da noi non possono fumare, bere, vedere film e usare servizi erotici, giocare d’azzardo, votare, guidare autoveicoli, concludere negozi: non sono titolari della piena capacità d’agire. Perché dovrebbero essere esposti a dottrine condizionanti dal punto di vista valoriale e sessuale?