4.2.10

A volte ritornano (Alcuni si può star certi che sì)

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Dimenticato dalle cronache, dopo la galera nel 2007 e una prima condanna a sei anni per bancarotta, Danilo Coppola è tornato nei suoi uffici di via Morgagni, a Roma. Gli attacchi di claustrofobia sono solo un ricordo, come le pulsioni suicide. Nonostante i 600 milioni di euro di debito verso il fisco, i 40 fallimenti pendenti per altrettante società del Gruppo e l'ormai prossima conclusione dell'inchiesta sulle scalate Bnl e Antonveneta condotta dal pm di Roma Giuseppe Cascini, lo raccontano di nuovo in gran forma. Forte di qualche nuova e antica stampella bancaria ("la Banca Popolare Italiana  -  spiegano fonti della Procura  -  lo sta sostenendo nelle procedure concorsuali") è "sempre in viaggio", come tiene a dire la gentile segretaria, nel promettere al telefono che "il Presidente farà senz'altro sapere a Repubblica se e quando potrà rendersi disponibile per un'intervista". Il Presidente, va da sé, non si farà mai vivo. Forse perché anche lui, come Nicoletti [Enrico Nicoletti, storico membro della banda della Magliana], ha qualche buon motivo per preferire il silenzio.
Nelle carte dell'istruttoria della Procura di Roma, si documenta infatti che quelle di Mancini, Nino l'Accattone, proprio fantasie non devono essere. Che i legami tra il "furbetto del quartierino" e Nicoletti, tra le sue fortune e il tesoro della Banda, non sono fuffa. Alla fine degli anni '80, Coppola, agli esordi, presenta come garanzie bancarie cambiali in possesso di uomini che fanno capo alla Banda [della Magliana] (Aldo De Benedittis). Nel 2003, acquista un appartamento che affaccia sulla villa di Nicoletti e in quello stesso anno conclude affari immobiliari con i fratelli Antonio e Nazzareno Ascenzi, legati a filo doppio a Enrico Terribile, cresciuto sotto l'ala della Banda e uomo di Nicoletti (e con lui condannati per associazione a delinquere nel 2008).

Finanza sporca e omicidi torna la Banda della Magliana - Repubblica.it.