2.2.10

La sindrome di Dorian Gray

Questo lo copio [quasi] intero perché è veramente capitale. Alle già fosche tinte sue si potrebbero aggiungere le due-tre scazzuolate di nero di un’economia reale che arranca in un medioevo produttivo eterno, del giogo asiatico e non solo, dell’arretratezza e del marcio che affondano in un buco nero di marginalità, corruzione, disuguaglianza, incultura, barbarie e buzzurraggine senza fine.

OCCHI CHIUSI SUL DISASTRO

di Superbonus

Come nel libro di Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray, l’Italia nei media non presenta una ruga. Il debito pubblico? Lo abbiamo sempre avuto. La disoccupazione altissima? “Stiamo meglio di altri paesi”. La crisi economica? “Oramai è alle spalle”. Esiste però un dipinto fatto dai mercati finanziari che mostra le rughe di un’economia asfittica e di un debito pubblico sull’orlo del baratro.

[L’Italia] Unica in Europa, dibatte se prolungare gli incentivi alle auto e si adagia sul falso mito che noi stiamo meglio degli altri. […]Come Dorian Gray, l’Italia mostra ai suoi cittadini un volto sempre giovane e sorridente, ottimista per il futuro e spensierato. Nella soffitta dei mercati finanziari il ritratto sta diventando lo specchio dell’anima economica italiana che trasmette sempre meno affidabilità a chi decide di comprare o non comprare i buoni del Tesoro italiani. Le prossime settimane saranno decisive per capire il destino dell’Europa e dell’Italia. […]

La crescita economica prevista per il 2011 dal governo (+ 2 per cento) è oramai pura fantasia e la disponibilità di cassa di oltre 50 miliardi di euro sarà finita entro maggio. […]

Francia e Germania oramai pensano a una Europa a due velocità, una di Serie A con un debito pubblico controllabile, una forte credibilità internazionale e tassi d’interesse bassi, e una di Serie B che non potrà usufruire dei tassi della Banca centrale europea ma avrà propri meccanismi di fissazione del tasso di sconto.

Come da anni funziona il Montenegro e come funzionerà la Grecia: valuta ufficiale l’euro, ma tassi d’interesse più che doppi rispetto a quelli tedeschi. Fantapolitica e fantaeconomia? No, storia. […] Il ritratto di Dorian Gray si conclude con il suicidio del protagonista. Ma forse la nostra classe dirigente non lo ha letto.

Amen.

(Il Fatto).