8.2.10

Il castello errante di Silvio

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Il “legittimo impedimento” potrebbe essere l'antipasto del cosiddetto “processo breve”, la cui filosofia spicciola ricalca la tecnica di Erode: fare una strage di processi innocenti – quelli dei comuni mortali – per eliminarne un paio che interessano in altissimo loco. E dopo il “legittimo impedimento” si prepara l'ennesimo lodo (Alfano o vattelapesca), concepito questa volta addirittura come scudo costituzionale e perciò a blindatura suprema; una specie di castello medievale issato su una rocca, a guardare dall’alto la plebaglia che sfanga in pianura. Uno scudo dopo l’altro e alla fine si consolidano le disuguaglianze, si infittiscono i privilegi, lo Stato di diritto si riduce ad un optional. Quando il Senato voterà la riforma della disciplina delle intercettazioni, già approvata dalla Camera, anche queste funzioneranno da scudo: a protezione dei vizi (pubblici o privati) di pochi potenti, sul cui altare sarà sacrificata – senza rimorsi – la sicurezza dei cittadini comuni, che proprio nelle intercettazioni trova oggi il suo baluardo.

Gian Carlo Caselli, FQ 7.2.10.