20.2.10

If voting changed anything

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Stavo leggendo del malinconico e inatteso naufragio del disegno di legge contro la corruzione credibilmente annunciato da Berlusconi qualche ora fa e già murato dai ministri – timorosi di dare alla magistratura un potere eccessivo sugli assetti delle liste elettorali – e ho pensato, ti pareva; ma alle prossime elezioni però io ti faccio il trojan e voto Fabio Granata proprio del Pdl, così questi altri coi loro altarini Tarantini Piscicelli pastette e mignotte, la storia li spazzerà via. Poi mi son reso conto che non si può: liste bloccate.

Alle ultime elezioni se io volevo dire mah ho visto Granata in tv, mi piace, Granata; sta in un partito che mi fa schifo solo pensarci, ma piuttosto che votare Pd, che è anche peggio, Di Pietro dopo Salerno, i Radicali dopo Capezzone, i sinistrorsi dopo Gorbačëv, voto Granata. Mi piace, mi sembra serio, lo voto. Ok. (A parte che nel caso specifico non c’era neanche candidato nella mia circoscrizione, facciam finta). Potevo votare il Pdl. E il mio voto andava non a chi voglio io, per dire, tu sì meriti fiducia, tu no fai schifo, ma a cascata sul primo dei conti scoperti dei nominati dal partito, in rigido e prestabilito ordine gerarchico: 1. Berlusconi 2. Fini 3. Tremonti 4. Gelmini 5. Vignali 6. Tremaglia 7. Fontana 8. Saglia 9. Palmieri 10. Paroli 11. Ravetto 12. Beccalossi 13. Romele 14. Iannone 15. Maria Berruti 16. Angelucci 17. Farina 18. Fabbri 19. Verro 20. Airaghi.

E la chiamiamo democrazia.