“Non sarà un G8 tradizionale”, assicurò Berlusconi, che insieme con Guido Bertolaso promise 800 milioni di euro per investimenti, 500 per le infrastrutture e 300 per la riconversione delle vecchie strutture militari. Villa Certosa sarebbe diventata la Camp David italiana. Come è finita lo ha rivelato recentemente una inchiesta di Repubblica: le opere costruite con i 330 milioni spesi, in buona parte presi dal bilancio e dai contributi per la regione, sono abbandonate, l'hotel costato 75 milioni, 742 mila euro a stanza, è nel degrado più assoluto. Finito il sogno del G8, trasferito senza tanti complimenti a L’Aquila, rimane la triste realtà delle fabbriche che chiudono e del lavoro che sparisce: un tasso di disoccupazione al 14% e un calo degli occupati di cinque punti. I posti di lavoro a Porto Torres non sono stati salvati, il comparto cloro-soda è stato completamente spianato, in crisi nera fabbriche e poli, Assemini, Euralluminia, Alcoa, polo di Arbatax. Un cimitero industriale. […]
L’unica forma di “investimento” che si profila all’orizzonte è il cemento. La giunta Cappellacci ha fatto carta straccia di tutte le limitazioni imposte dalle leggi di salvaguardia delle coste varate da Soru. Al loro posto l’approvazione di un micidiale piano straordinario per l’edilizia che aumenta le volumetrie per la costruzione di strutture alberghiere e promette una colata di cemento di 15-20 milioni di metri cubi.
Enrico Fierro, FQ.
Per chi è stato in provincia di Oristano e nel Sulcis veramente pensare quello che possono fare degli speculatori a una natura in gran parte se non intatta che si è difesa dall’avanzata del cemento, che già ha avamposti abominevoli in villette e villaggi lussuosi e kitsch, fa male, perché la bellezza di quei posti lì non è una cosa normale, quel profumo, il mare, i paeselli; non so.