10.8.10

Un eroe dei nostri tempi

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[…] NONOSTANTE TUTTO le banche credono ancora in lui, se è vero che un pool di istituti coordinati dal Banco Popolare stanno per prestargli 180 milioni di euro per consentirgli di portare avanti la gigantesca operazione immobiliare sull’area milanese dell’ex stazione ferroviaria di Porta Vittoria, a cui Coppola lavora con tenacia da cinque anni. La stessa tenacia con cui ha sempre insistito su una capigliatura oggetto di scherno, e con cui, per passare dal faceto al serio, poche settimane fa ha firmato un accordo con l’Agenzia delle Entrate, impegnandosi a pagare all’Erario ben 198 milioni di euro (di cui solo 60 già pagati) per estinguere i debiti col fisco di tutte le sue società.

Insomma, il furbetto Coppola, come suol dirsi, è vivo e lotta insieme a noi. Chi l’avrebbe detto? Il 1° marzo 2007, quando fu arrestato per la bancarotta della Micop, una piccola immobiliare intestata a un cameriere rumeno (esponente tipico di quella scuderia di manager di comodo in cui Coppola schierava anche un muratore, un barista, un portiere d’albergo e una colf), sembrava tutto finito.

Dopo poche settimane nel carcere romano di Regina Coeli, lamentando stress e claustrofobia, ha tentato il suicidio tagliandosi le vene. Due mesi dopo si è presentato in tribunale in barella. Dopo altri sei mesi, a novembre del 2007, quando era già da tempo ai domiciliari, si è fatto ricoverare al Policlinico Umberto I accompagnato da un drammatico comunicato di sua madre secondo cui Danilo era in coma in seguito a un arresto cardiaco (“il terzo in poche settimane”), e le sue condizioni richiedevano con urgenza una Tac cerebrale . La premura materna, seppure clinicamente confusa, ha funzionato.

[…] Nella Milano del disastro Santa Giulia, è l’unico immobiliarista a rischiare un capitale del genere in una grande operazione immobiliare. Ma per sua fortuna i soldi sono, ancora una volta, delle banche.

Giorgio Meletti, FQ, p. 10.