22.8.10

Economia, questo illustre sconosciuto

Se c’è una cosa che sicuramente supera le teologia in bizantinismo e gelosa custodia di segreti fatali, mi pare almeno a me, son le scienze economiche; novella alchimia per iniziati a un gergo settoriale arcano e inconsulto, c’ha questo come manto di inconoscibilità austera, di testardo ermetismo per il cittadino semicolto, che, atterrito e sgomento, finisce per non saper cosa credere.

Non solo l’economia, eh. Poi. Ma l’economia diciamo che ti tocca anche se non sei sfigato, ecco.

Un incentivo alla rottamazione altro non è che una maniera di pagare una parte della nuova macchina per mezzo di debito pubblico al fine di “stimolarne” la domanda: l’effetto si è visto. La domanda è aumentata sino a quando l’incentivo fiscale era disponibile ed è poi crollata drammaticamente; il famoso “moltiplicatore keynesiano” dicono sia stato intravisto da alcuni pellegrini in viaggio verso il santuario di padre Pio, sghignazzava. Il risultato medio è che non è cambiato nulla, ma è peggiorata la vita dei lavoratori del settore: prima gli straordinari, poi la cassa integrazione, infine le tasse per pagare gli incentivi. Se questa è la crescita economica che le politiche “keynesiane” producono: grazie, ma no, grazie.

Michele Boldrin, Quando la spesa pubblica fa soltanto danni, Fq, p. 5.