Vero, Dionigi?
P.s. E sia chiaro che rompo il tradizionale riserbo sui proclami di Sua Santità Il Papa – che ritengo sempre vadano coerentemente ignorati, per quanto ce li propongano tv e giornali, essendo di solito l’espressione di posizioni di un rappresentante (monarca) di un Stato (teocratico) straniero alla cui sovranità (per ragioni territoriali) Teofog, fortunatamente, non soggiace – ma la costumata usanza si infrange solo perché questo sembra abbia un (involontario?) risvolto politico, seppure non necessariamente così centrale nel presumibile discorso da cui viene estrapolata la parte che interessa ai mezzi di formazione del consenso. Va da sè che non vado a vedere l’integrale perché quello che conta più del contenuto del messaggio è l’uso che ne viene fatto, che, se non sarà avversato a posteriori, si può presumere, era implicitamente previsto e approvato dall’inizio dal locutore.