23.12.09

Bonus-malus

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La Costituzione vieta di finanziare direttamente gli istituti privati, ma a Milano e dintorni si possono distribuire a piene mani i preziosi ticket che consentono di mandare i ragazzi dalle elementari al liceo sui banchi privati coi soldi pubblici. Per la precisione, nell’anno 2008/2009, il 9% degli scolari ha consumato l’80% delle risorse assegnate allo studio, ovvero 47 milioni di euro finiti a pagare le rette di collegi e pie istituzioni per 98.392 ragazzi a fronte dei 12 milioni destinati al restante milione di studenti lombardi. […]

Mentre i genitori degli studenti della scuola pubblica devono esibire il certificato Isee per   accedere a un piccolo contributo, i richiedenti la “dote per la libertà di scelta” (questo il romantico nome scelto per il bonus) godono di uno scivolo speciale, ovvero l’indicatore reddituale, dove i limiti sono molto più tolleranti e, soprattutto, non si deve dichiarare  la propria situazione patrimoniale, sia mobiliare sia immobiliare. Così succede che oltre 4 mila  beneficiari del ticket dichiarino al fisco un reddito tra i 100 mila e 200 mila euro annui: non proprio dei bisognosi. […]

Restando sui grandi numeri, soltanto il 25% dei beneficiari dichiara un reddito inferiore a 30 mila euro, mentre tutti gli altri, cioè il 75%, sta tra i 30 mila e i 198 mila euro. Non è un aiuto per poveri, insomma.

L’ottima Chiara Paolin, sul Maniacale di oggi (o ieri?)