8.12.09

E già che recensiamo

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Diciamo due parole su questo libro. Questa specie di roadmap della bile, di navigatore satellitare dell’incazzo, di guida pratica alla bestemmia. Che l’avevo letto tempo fa ma non riuscivo, mi veniva su una roba; a pensare a questi capitalisti senza capitali che infestano l’industria, che custodiscono, reggono e governano banche e autostrade, fabbriche e destini. Da generazioni. Nababbi con diritto di successione che si arricchiscono fallendo, fanno i miliardi e non pagano il caffè, non sanno quanto prendono ma voglion sempre più degli altri.

È una radiografia dell’economia italiana: “multiproprietà dei soliti noti”, “oligarchia industriale”, “feudalesimo”, “governo condominiale del capitalismo”. È anche un trattato sul modo di funzionare, economico, ma anche sociologico, psicologico e politico dell’Italia.

La chicca sul giovane Montezemolo (che adesso fa il padre nobile e il filosofo dell’economia):

Romiti nel 1985 dichiarò al quotidiano La Repubblica: “Abbiamo pescato, in Fiat, un paio di persone che pretendevano danaro per presentare qualcuno all’Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano”. Montezemolo ha in seguito ammesso l’incidente […]. (p. 64)

Per consolarsi nel panorama rovinoso che descrive Dragoni non resta che il solo, unico, incrollabile, disperato appiglio di sempre. La Nutella.

Michele Ferrero, classe 1925, inventore della Nutella, creatore dal nulla di una multinazionale della cioccolata, uno degli industriali di maggior successo nell’ultimo secolo. A differenza di molti suoi colleghi è riuscito a finanziare la crescita internazionale con i profitti generati di anno in anno dalla sue fabbriche. […] Anche per questo, oltre che per la sua riservatezza, è praticamente sconosciuto al pubblico. Eppure la speciale classifica di Forbes lo considera l’italiano più ricco. (p. 84)