Ho dovuto interrompere a mezzo l’invasione nazista della Cecoslovacchia; mi ha risucchiato. Forse sto leggendo troppi libri a senso unico, e articoli. Non so.
Comunque senza tirare delle conclusioni, l’importante è che qua c’è un libro si legge volentieri, pieno di cose interessanti.
Per esempio ci sono poliziotti che per fare gli appostamenti e le indagini si travestono da omini del gas (e le massaie gli chiedono di guardargli il piano cottura), da fidanzatini, da bagnanti (ma con le Beretta nel costume). C’è Spatuzza che con una mano regge un panino e con l’altra rimesta in un bidone di acido. C’è la retata dei parcheggiatori di Palermo, messi dentro perché così uno sbirro intanto si può travestire lui da parcheggiatore, all'Ucciardone, per mettere una microspia nell'auto dell'amante di un boss che è andata a trovarlo. C’è il piano di Bagarella per rapire il suo idolo Ivana Spagna, e quello di un’evasione da Grande Capo, che quando glielo dicono a Brusca, Brusca fa: "Dicitici a Bagarella che forse s'ha vistu troppi film miricani!". C’è Arnaldo La Barbera che, in sala registrazione, mentre le campane di una chiesa vicina coprono le voci dei mafiosi, “dà prova della sua straordinaria ‘competenza religiosa’ e comincia a ‘elencare’ un numero di santi certamente superiore a quelli del calendario”. E molto altro.
L’autore, a parte tutto, almeno a me, sembra persona integerrima e umana, con la sua bottarga preparata di sottobanco coi metodi non-standard UE, e il suo rimorso per l’arresto di Brusca, arrivato troppo tardi per salvare il piccolo Di Matteo. La storia intera, almeno una sua versione, si trova qui.
Comunque un bel libro.