Con una sentenza del 2005 il Tribunale amministrativo respinse il ricorso della ricorrente. Riteneva che il crocifisso fosse allo stesso tempo il simbolo della storia e della cultura italiane, e quindi dell’ identità italiana, e il simbolo dei principi di uguaglianza, di libertà e di tolleranza come pure della laicità dello Stato.Signora Lautsi contro il governo: sentenza integrale di Alessandro Gilioli - Piovono rane
Questo è esattamente il genere di cose che piacerebbe a Ratzinger, il fine teologo, la cui fine teologia si può riassumere bene o male con assunti da comare delle case Iacp tipo "Non c'è più religione" ("Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare 'qua e là da qualsiasi vento di dottrina', appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie" [dall'omelia durante la Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, Basilica di San Pietro, Roma, 18 aprile 2005]); oppure con "Chissà dove andremo a finire" ("Fare guerra a Dio per estirparlo dal cuore degli uomini porta l'umanità, impaurita e impoverita, verso scelte che non hanno futuro" [dal messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2006]). Apparentemente per rientrare nell'esclusivo club dei fini teologi bisogna solo riuscire a dire fesserie colossali in presenza anche di grossi assembramenti di persone restando seri, tipo "Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica, entra nella disputa del tempo presente:'Non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio', ha detto Manuele II, partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, all'interlocutore persiano. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell'università".
Ma si potrebbe andare avanti per ore. Per dire che? Non mi ricordo più.