23.11.09

Bianco Natal

Non è che l'idea della giunta di Coccaglio è stupefacente (a parte il retrogusto KKK del nome "white christmas"); anzi date le premesse mi sembra che ci sta.
Perché non so se è peggio fare delle leggi stronze, e poi non farle rispettare per sembrare più buoni, oppure fare delle leggi stronze e poi applicarle, anche se si appare stronzi, ma penso la seconda che ho detto. È meglio.
E in questo senso gli amministratori locali (anche palesando a volte sgomentevoli abissi di ignoranza) spesso si dimostrano "migliori" dei vertici dei partiti che rappresentano (che a ignoranza comunque non scherzano), visto che, nel loro piccolo, con tanto parlare di legalità e leggi, giustizia, diritto e ordine, almeno loro ci provano a metterli in pratica.
Che poi forse bisogna capirsi: a Coccaglio han disposto delle ispezioni (fa un po' notte dei lunghi coltelli, ma per i modi si veda alla voce "ignoranza" più su) per vedere chi ha il permesso di soggiorno e chi no, e a chi no gli tolgon la residenza. E in effetti secondo la legge il permesso di soggiorno è un requisito per avere la residenza e se non c'è l'uno, non ci potrebbe essere neanche l'altra.
Poi si può discutere sul momento infausto che con tutte le chiusure di aziende e le casse è ovvio che c'è gente che proprio adesso è rimasta a casa, gli manca solo l'ispezione, e sulle forme (che sono anche sostanza) e su tutto quello che si vuole, ma questo è il meno e non c'interessa.
Cioè il problema non è trattare da irregolari gli irregolari. E non può essere un problema se si applicano le leggi (se mai c'è quando se ne applicano solo alcune mentre le altre vengono calpestate, disattese, mandate al macero per esigenze processuali penali del legislatore, ma questo è un altro paio di maniche).
Mi sa che sono proprio le leggi, il problema. Una che porta anche il nome di un recente paladino del riformismo progressista pietista liberal conservatore buono e saggio e nobile che siede su un alto scranno, per esempio, crea degli irregolari sul territorio, e poi non prevede dei un modi per (ri)diventare regolari. Mai.
Che è il principio del forno crematorio.
Gli immigrati non ci devono essere e, per me, non ci sono. E se ci sono da un lato non mi preoccupo se li sospingo nella clandestinità, quindi nei giri torbidi, e nell'anonimato, e dall'altro infierisco. A caso. E allora ecco introduco reati che intasano solo i tribunali, e gli immigrati non vanno più in ospedale, e nego la scuola ai figli, così l'emarginazione (anticamera della devianza, se non del crimine, per forza) diventa ereditaria; poi recludo la gente nei CIE fino a sei mesi, e poi escono, oltre che clandestini, già belli incazzati (a ragione); e come ciliegina metto l'aggravante della negritudine, così. Detto in prima persona, perché queste cose sono legge della Repubblica italiana, cioè anche mie, e son passate un po' così. Anche su questo blog.
Ma sono allo stesso livello delle leggi razziali.
In nome di una legalità che quasi nessuno dei suoi propugnatori pratica.

Anche in Spagna se non hai il lavoro non puoi stare; ma se dimostri che sei stato più o meno lavorando per tre anni nel paese ti danno il permesso. Perché non si fa una cosa del genere anche in Italia? Cioè niente lavoro senza permesso, ok, ma se bene o male sei stato qua una vita, ormai, anche se ti do l'espulsione, chi ti manda via più, giustamente? Hai una vita, magari una casa, una famiglia, parli la lingua. Che senso ha? Preservare la razza? Le radici cristiane? I datori di lavoro invece andrebbero stangati sempre di brutto. Perché la fonte di tutto volendo sono loro. Che ci guadagnano, sfruttano il lavoratore irregolare e lo tengono sotto scacco. E invece da noi le sanzioni per chi sfrutta il lavoro nero col pacchetto sicurezza sono state ridotte.
Per dire.