Io sono come tutti gli altri, se non fossi scappato, sarei nel profondo della Siberia. In un buco gelato. Mi godo ogni nuovo giorno come se fosse un regalo. Per anni ho lavorato come un pazzo, senza badare a orari, senza riposarmi. Per niente. Tempo che mi era stato dato e che io ho perso. Oggi, leggo, dormo, ascolto i concerti alla radio, vado a spasso per Parigi, chiacchiero con la gente, vado al cinema, faccio la siesta, nutro i gatti del quartiere, e quando non ho più il becco d’un quattrino, trovo il modo di arrangiarmi oppure vado a lavorare. Il minimo indispensabile. Non sono mai stato così felice in vita mia. Lo scandalo non è lo sfruttamento, è la nostra stupidità. […] Il giorno della grande separazione, chi ha avuto ragione non è stato il fesso che è sceso dall’albero per diventare sapiens, è stata la scimmia che ha continuato a raccogliere i frutti grattandosi la pancia. Gli uomini non hanno capito niente dell’Evoluzione. Chi lavora è il re dei coglioni.
Jean-Michel Guenassia, Il club degli incorreggibili ottimisti, Adriano Salani Editore, 2011, p. 463.