15.5.11

Quirinale

image

Perché dov'è arrivato [Berlusconi] ha portato una punta ulteriore di volgarità, la volgarità che è diventata la sua bandiera. Questa volgarità di cui sento la vergogna in tutti i paesi del mondo. Ed è una volgarità da cui dobbiamo riscattarci, perché essa colpisce la nostra dignità e soprattutto il nostro futuro. Il futuro di noi italiani, di tutti noi italiani. […]

In questi giorni dicono le statistiche che nel mondo si arriva a 7 miliardi di persone. E qualcuno dirà che collocarsi nel mondo sia un atto di ambizione, un atto di follia per una città che ha circa 380 mila abitanti: quello che nella Cina può essere considerato un condominio. Ed è però questa la nostra sfida: la nostra sfida è proprio quella di misurarsi nel mondo. Di non avere paura, la paura che è il sentimento dominante di tutti, che ha corroso le radici del nostro paese. […] Noi non dobbiamo e non possiamo avere paura. Perché è sulla paura che la Lega sta fondando la sua campagna […]. Paura della globalizzazione, paura degli immigrati, paura di tutto. Ricordatevi che con la paura si perde. Da quando il paese è governato dal matrimonio tra Berlusconi e la Lega, il paese non fa che registrare sconfitte.

Romano Prodi per la chiusura della campagna elettorale di Bologna.

E con ciò, dalla possente cassa di risonanza di codesto nostro mattinale weekendizio, parte ufficialmente la campagna di sostegno alla candidatura del Professore alla presidenza della Repubblica. Come ultimo vero statista italiano e politico senza doppi fondi, uomo vero e non eterno adolescente infoiato, osservante e tutore della legge e non suggeritore sottobanco di escamotage ed exit strategy, non ci sarebbe migliore e più salvifico rimedio alla fase di putrescenza del berlusconismo ora in corso, destinata a non chiudersi presto, nonché benefico medicamento per le tumefazioni lasciate sul volto mistico della suprema carica repubblicana dall’indegno, laido, doppio, falso e stolido Napolitano, specchio rovesciato dei tempi perniciosi e squallidi che ci sono toccati in sorte. Tanto siamo da sempre contrari ad un ritorno di questo nostro unico piccolo umile modesto uomo di Stato in una politica volgare e indegna, irrimediabilmente serva di finalità e metodi che niente hanno di repubblicano e politico, quanto siamo e saremo favorevoli al suo insediarsi al fatal colle per un ultimo, estremo, disperato tentativo di rinascita democratica e civile.

Vai Romano.