15.5.11

Genoestorsione

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Sembra certo ormai un nuovo prestito da Europa e Fondo monetario da 60 miliardi e un piano di privatizzazioni da cui il governo spera di ricavarne almeno altri 50. “Sono tutte misure inevitabili, ma non rappresentano la soluzione - spiega Yanis Varoufakis, docente di Economia all'Università di Atene - Questi soldi non raggiungono l'economia reale, perché il governo li usa per ripagare le banche tedesche e francesi che hanno in pancia la maggior parte del debito pubblico greco”.

In effetti da quando Atene ha accettato la ricetta messa a punto da Fondo Monetario e Unione Europea (un prestito da 110 miliardi di euro da restituire in sette anni e mezzo al 4,2 per cento di interesse) il potere d'acquisto dei greci si è decisamente ridotto. I lavoratori hanno visto scomparire d'un tratto tredicesima e quattordicesima, gli scatti di anzianità sono stati congelati e così le pensioni. Nel frattempo però i prezzi sono aumentati. Per capirlo basta uscire dalla città e imboccare l'autostrada: capita di percorrere decine di chilometri senza incrociare un'altra auto. Colpa dell'aumento dell'Iva (dal 19 al 23 per cento) che ha fatto schizzare la verde oltre gli 1,8 euro al litro, quasi il doppio rispetto a un anno fa. Stesso discorso per alcool, sigarette e beni di lusso.

Federico Simonelli e Stefano Vergine, “IO NON PAGO”, RIVOLTA ANARCHICA IN GRECIA CONTRO LA CRISI DA DEBITO, FQ, p. 10.

Se esiste il genocidio, e ve lo potrà dire anche un bambino di prima elementare, sarà bene iniziare a pensare che non solo può esistere, ma esiste e vive in mezzo a noi anche la genoestorsione, o il genolatrocinio, o la genograssazione, perché con un lessico nel quale queste voci non sono contemplate sarà difficile vivere al passo coi tempi nel prossimo futuro.

Questa è la democrazia. Che uno lavora, si priva di tutto, occupa quella risibile finestra di eternità cui gli è concesso di assistere in un’interminabile, estenuante – e in definitiva vana – ricerca di pace e dignità. E un giorno arrivano un politico, un banchiere ed uno sbirro. E il primo decide che devi dare tutto quello che hai al secondo, se no il terzo di sfonda il cranio. E non c’è niente, niente che tu possa fare se non obbedire e stare zitto. E continuare a sudare perché qualcuno, da qualche parte, possa sedere in costose poltrone escogitate da capricciosi designer con velleità ergonomistiche, vestire abiti firmati, cibarsi di alimenti spregiudicatamente e scapigliatamente accostati, presentati con scapestrata innovatività da cuochi con velleità designeristiche.

E basta.