18.9.10

Gli eroi moderni e i nuovi lager

Perché non si può non sapere. Perché se un giorno verrà la nostra Norimberga, o il nostro olocausto, la tremenda vendetta degli oppressi, la nemesi con il machete, forse ci incazzeremo lo stesso; anche se sappiamo di non aver fatto niente, tranquilli e ignari, noi tutti collettivamente, e io – come teofog e come sig. Foglio. Ma però non si potrà cadere dal pero.

Wanted but not welcome. Ricercati dall’industria e dall’agricoltura, dalle mafie, necessari all’equilibrio previdenziale e contributivo di uno stato che fa acqua da tutte le parti, sempre più ibridato con sistemi antichi e nuovi, mai visti – feudalesimo, schiavitù americana, oligarchismo russo del dopo (o della non) perestrojka. Ma non benvenuti. Alieni. Instrumenta vocalia. Che – a differenza di quando c’era la schiavitù – nessuno mantiene. Carne da macello, come a Rosarno, nei cantieri del nord. Un po’ sotto a lavorare, e poi via, lontano dagli occhi lontano dal cuore, nei CPT, nei CIE, sei mesi. Dimenticati in galera. Nei capannoni abbandonati, insieme ai topi.

Noi, anno duemiladieci, abbiamo restaurato una forma pervertita di schiavitù molto più disumana e odiosa di qualsiasi altra nella storia dell’umanità; noi, italiani brava gente, abbiamo costruito, mantenuto e tollerato lager di detenzione di cittadini che non hanno altro torto che esser nati dalla parte sbagliata della rete.

Si sa.