18.9.10

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Ancora non clamorosa, ma discreta, la prestazione in 10:09’45’’, con cui Teofog ritorna da protagonista nell’agone che da sempre lo ha visto tra i veri fuoriclasse: le mezze giornate a soccare. La dormita semicomatosa vegetativa persistente. Le dodici-tredici ore di una volta, magari con occhiata di orologio, avvitamento e supplemento di mezz’oretta, sono ancora lontane. Ma senza l’improvviso sgrullo di cuscino innescato da importuna mano matriarcale il cronometro avrebbe probabilmente segnato ben altro.

Grazie ad un’equilibrata miscela di erbe (non tutte medicinali), sali, tabacchi, valori bollati e monopoli di stato vari – anche esteri – il risveglio, anche in un sabato buio, grigio, torvo e palustre come solo il sudovest iperurbanizzato bresciano ne sa offrire, è l’alba di un radioso avvenire.