11.9.10

Adesso o mai più

Fare una legge anticorruzione vera

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Atrani, provincia di Salerno, Italia, duemiladieci.

Arginare la corruzione non è solo una cosa bella e giusta. È l’unico modo di rimettere in sesto un sistema giudiziario allo sbando, che non riesce più a fare fronte al marcio, alla criminalità, all’abusivismo (di cui si muore): non riesce più a far fronte all’emergenza nazionale numero uno, il crimine organizzato travestito da imprenditoria travestita da politica. Il cancro in metastasi dell’Italia, a cui ormai strati sempre più grandi di popolazione, come a un folle e abominevole nazismo del terzo millennio, si stanno abituando.

La criminalità organizzata nata in terronia e che ha cementificato e sfregiato i più bei paesaggi pianeta, oggi, è più forte e sfacciata che mai: ma al Nord. In Padania.

E se non si capisce adesso, che la classe dirigente politico-mafiosa vacilla per motivi più che tutto – io credo – endogeni, cioè perché il sistema di arraffo e corruttela si è fatto talmente diffuso che viene fatalmente ai ferri con se stesso, e poi un po’ anagrafici del leader, che non sa più fare fronte alle spinte centrifughe e gestire (e le indagini, gli scandali, sono una conseguenza più che una causa di questa contingenza), che bisogna mettere un punto e ripartire ora che la resistenza è più debole, e la tentazione di cedere qualcosa (più che altro simbolicamente) nei sacri palazzi può prendere – per paura – più d’uno, come nel 1993 che si son cagati addosso e per non prender più monetine si son tolti lo scudo spaziale dell’autorizzazione a procedere; se non lo si fa adesso – è finita.

Ripristinare il falso in bilancio sciaguratamente abolito, di fatto, dal secondo governo Berlusconi nel 2001-2002.

Mettere mano al sistema della prescrizione (che in questo testo viene affrontata solo in parte): l’ideale sarebbe arrestarne la decorrenza al momento dell’esercizio dell’azione penale,

Legislazione premiale per incentivare il “pentitismo” anche in questo tipo di reati […], si rompe il vincolo di omertà fra corruttore e corrotto e si innesca una corsa a chi arriva prima a denunciare se stesso e l’altro per guadagnarsi l’impunità.

Custodia cautelare obbligatoria per corrotti e corruttori, come per i mafiosi, con sostanziosi aumenti delle pene.

Dalla proposta de Il Fatto Quotidiano, Fq, p. 11.