Ed è proprio sulla sostenibilità del nostro debito che si stanno concentrando gli analisti finanziari internazionali. Il primo dato che viene confutato dai mercati è la previsione di crescita per il 2011 fatta dal governo Italiano, 1,5 per cento, contro la Deutsche Bank che prevede una crescita italiana solo dello 0,8 per cento. E questo implicherebbe una manovra finanziaria da realizzare entro la primavera di 14 miliardi di euro. Questo a patto che le entrate fiscali del 2010 e del 2011 siano in linea con le previsioni fatte da Tremonti lo scorso anno. Ed è lecito dubitarne, ci si può anzi ragionevolmente attendere che le entrate fiscali di questo e del prossimo anno saranno inferiori, complessivamente, di almeno 2 punti a quanto previsto dalle cicale di via venti settembre. Per mantenere le previsioni occorrerà una manovra di almeno 30 miliardi, anche facendo affidamento sull’ombrello europeo. Se la Merkel dovesse decidere per la linea dura, togliendo la propria protezione al resto d’Europa, allora le conseguenze sulla nostra credibilità sarebbero imprevedibili. Il futuro di Berlusconi e del suo ministro dell’Economia come dipendono quindi molto di più da Dublino e Lisbona che dal paradiso fiscale di St. Lucia. Ma pur essendo entrambi, nella loro precedente carriera, specialisti di fiscalità offshore, sembrano faticare a capirlo.
Superbonus, Fq, p. 10.