7.1.11

Quando un uomo con l’azienda incontra un uomo con la famiglia, l’uomo con la famiglia descrive quasi immediatamente un angolo di almeno novanta gradi

O La Rivoluzione Culturale

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Marchionne, Mirafiore e i diritti compressi

È da un po’ che nella redazione di teofog è in atto un intestino dissidio di cuori e di menti che ha tenuto l’argomento Fiat lontano dalle prime pagine della prestigiosa testata. Ma a un certo punto, le ferie le ho adesso, se no quando mi ricapita il tempo.

Bo. Perché noi c’abbiamo nel nostro piccolo anche lavorato per la casa torinese, non proprio auto ma tipo; e era l’unico posto dove si lavorava sette ore scarse e poi finiti i telai del giorno, un’ora fuori a fumare le sigarette prima di timbrare. Non era proprio l’inferno del GuLag.

L’ultimo capitolo della storia ormai non più d’amore con il famoso girocollo è stato scritto con l’accordo di Mirafiori. I sindacati filoazienda diventano i rappresentanti unici, il più rompicazzi viene tagliato fuori; in cambio si lavora un po’ di più e si tira la cinghia su malattie strategiche a ridosso di feste e partite. Certo. Fa riflettere che un amministratore pacato e urbano abbia messo sotto ricatto tutte le altre parti; fa riflettere un modello di relazioni dove il capo accetta l’interlocuzione solo tra il livello del sì capo e quello del sì signore; e i lavoratori hanno voce come nei romanzi di Dickens. Ma come andava nelle aziende del gruppo è noto, e non poteva mica esser sempre così; potevano permetterselo in quel paio di generazioni i cui esponenti hanno dato i natali a quelli dell’età di questa redazione, ma poi?

La grande fabbrica novecentesca dovrebbe essere un residuato museale, e invece è ancora qua, e i diritti se ne vanno. Ma però. Non è per fare i soliti. Ma cazzo ma è già così ovunque. Con affetto, operai Fiat: chi c’è oggi che può permettersi certe cose? In generale. La modernità è la settimana da cinquanta ore per mille euro; cioè anzi, sarebbe meglio uno stage gratuito da 55 ore settimanali, zero pause e lavoro nel fine settimana. Forse che gli stagisti eleggono i rappresentanti sindacali? Forse che tra co.co.pro. c’è la pausa mensa pagata?

Sembra una battaglia di retroguardia, coi mulini a vento; la frana si è staccata molto più in su, e l’abbiam lasciata venire – accettando, ringraziando, inghiottendo. Adesso la Cina è qui, e noi siamo sul loro stesso piano: ci fanno neri.

Questa è la Storia. E c’è poco da referendare su quella. Mi sa.