23.1.11

Grande esperto ti diserto

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No no e no.

L’attento lettore di codesta morale operetta ben saprà che energie fossero state dissipate per l’acquisto de La democrazia dispotica di Michele Ciliberto, Sagittari Laterza, 2011, pp. 199, € 18.00 che prometteva di essere un testo che

Si sofferma su alcuni classici della democrazia fra Otto e Novecento e su questo sfondo interpreta il fenomeno del berlusconismo.

E quindi né l’attento lettore né lo stupefatto autore avrebbero mai voluto rispettivamente leggere e scrivere quello che segue, e cioè che con dolore l’uno deve comunicare all’altro, e l’altro apprendere che, a dispetto di tutto, non ci si attendeva di trovarsi invece davanti a una estenuante sequela di fiappe anatomie ermeneutiche inflitte a più che mai cadaverici autori del passato, per un buon due terzi; e poi da pagina 146 ad un saggetto di infima levatura sui caratteri autoritari del berlusconismo come degenerazione personalistica ed eversiva a trazione mediatica accentuata dall’evanescenza colpevole dell’opposizione. Ma vacca puttana. Grazie al cazzo. Dieci centesimi di merda a pagina.


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Seconda ma non meno bruciante delusione di questi giorni la bieca operazione dei vituperevoli Editori Riuniti che non mi gabberanno se non altro mai più: Bankster, di Elio Lannutti, 2010, pagg. 410, € 15.00 – che sommessamente in copertina annuncia:

Non c'è angolo dell'economia nazionale e internazionale che non venga messo a ferro e fuoco dall'inchiesta di Lannutti

Bisogna dunque immaginarsi con che umore il lettore, anche affezionato al Lannutti, poverino, abbandoni a pagina 306 questa sorta di insopportabile elefantiaca intervista-flusso di coscienza che è l’anomalo contenitore scelto per un’operazione a metà tra l’autopromozione politica dell’autore (protagonista di un’azione peraltro meritoria) e il frettoloso approssimativo tratteggio di una serie di colossali problematiche e vicende contemporanee che, lungi dall’essere messe a ferro e fuoco da questa, che tutto si può definire tranne che inchiesta, alla fine restano in un’ombra ancor più fitta di quanto non fossero prima per il povero lettore che, lui sì, messo a ferro e fuoco da un continuo alternarsi di domande pilotate e risposte inconcludenti, non si sa come faccia ad arrivare in fondo.