13.2.11

Uno schifo

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In una Brescia già Leonessa e ora umile ancella, assediata dall’inquinamento, vessata da inutili targhe alterne, triste e disumana, l’amministrazione comunale non trova di meglio che organizzare nel centro cittadino – accanto ai numerosi palchi e palchetti allestiti per San Valentino – una bella cerimonia di popolo, banda, fiaccole e alpini, con carrozze e cocchieri (tutti portati in centro non so da dove con i suoi bei rimorchi e mezzi pesanti), che simboleggia la richiesta di protezione, buona fortuna, salvezza, prosperità e doppi incarichi che l’istituzione civile, il Comune, fa ai santi patroni – cioè alla Chiesa (proprio con una delibera comunale, riportata, si presume senza spese, su una pergamena poi donata al parroco della chiesa di San Faustino e Giovita) – e che viene magnanimamente accordata sotto forma di un cappello-talismano consegnato ai rappresentanti della politica cittadina. Il tutto disseppellendo non a caso dai putrescenti visceri della talvolta imbarazzante storia civica una tradizione medioevale del peggior clericalismo destrorso e fascistoide, e rifondando la ridicola “confraternita dei Santi Patroni”. Nel 2011.

E così poi la stampa cittadina e l’emittente televisiva locale, pesantemente infiltrati dalla confederazione episcopale, si trovano davanti praterie in cui affondare in contropiede, tra l’altro intervistando vecchie signore che commentando commendano il buon costume di rinsaldare i legami tra stato e chiesa per arginare la corruttela dei tempi. Come si sia arrivati a questo punto non si capisce.