Però poi basta
“I protagonisti della crisi devono ancora fare i conti con Napolitano, pronto a impegnarsi per scongiurare il ritorno alle urne... anche per impedire che i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si tengano in un clima di scontro elettorale. E questo è un auspicio (ma anche un monito, ndr) che il presidente ha trasmesso ai vertici di tutti i partiti: in occasione delle celebrazioni in primavera – quando a Roma giungeranno capi di Stato e di governo per la ricorrenza – vorrebbe trovarsi al fianco di un premier nella pienezza delle sue funzioni per ricevere gli ospiti”. Solo un premier nella pienezza dei suoi poteri potrà garantire la consueta dose di barzellette sporche, gaffe, cazzate e toccatine di culo. Ergo, recita l’alto monito, niente elezioni fino a “primavera inoltrata, dopo la Pasqua ebraica”. A costo di metter su un bel Berlusconi-bis “per gestire la transizione”. Non è meraviglioso? Se Berlusconi perde la fiducia, si passa al Berlusconi-bis. Per festeggiare serenamente l’Unità d’Italia, la Santa Pasqua cristiana e quella ebraica (gli avventisti del settimo giorno saranno presto consultati per sapere se hanno qualcosa da pretendere). Nel frattempo, coprifuoco totale. Camomilla e bromuro per tutti. E niente leggi, che tanto non passano. Solo moniti.
Marco Travaglio, Bromuro del pianto, Fq, p. 1.