27.3.10

Come si vive sotto un Presidente Imprenditore

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Che gli amici dei Presidenti Imprenditori di solito è difficile trovarci operai, commesse, magazzinieri, autotrasportatori, impiegati contabili e cassintegrati; di solito i Presidenti Imprenditori c’hanno gli amici industriali, banchieri, assicuratori, petrolieri.

E anche per i più amabili degli operai, è difficile scalzare dai cuori dei Presidenti Imprenditori assicuratori e petrolieri. E è chiaro, tra assicuratori e cassintegrati, hai voglia la crisi, il credit cruch, la terza settimana – gli assicuratori e gli industriali finché possono tirano se è per loro una cassiera o un impiegato non finirebbero più di spolparli – e lui, loro, i Presidenti Imprenditori, in mezzo: placare un Geronzi o salvare un Sig. Rossi? Anche se amabile.

Che dilemmi, i Presidenti Imprenditori.

23.3.10

Stairway to ever

È iniziata la scalata ai posti di vertice dell'organizzazione aziendale. Con un'inattesa convocazione all'atteso appuntamento fieristico a Milano. Son sul bus adesso. Mansione: fotografo. La poltrona di a.d. è dietro l'angolo.

20.3.10

Un post a settimana posso anche farlo. Se non leggo il Fatto. Ma su cosa?

Non sulla manifestazione romana del PdL che mi cadono le braccia.

Non sulla Romana Chiesa che si autocritica e si autoassolve, celebra la fermezza e flagella la debolezza, tutto in uno, grazie alla guida illuminata di Joseph Ratzinger Il Buon Pastore, da non confondere con Joseph Ratzinger Il Segretario della Congregazione per questo e per quello, detta anche Santo Offizio, o più in breve Inquisizione, fonte della disposizione fondamentale nella strategia di sottrazione dei sacerdoti alla giurisdizione. Che poi mi faccio prendere e, oltre a venirmi i nervi, che domani mattina poi accenderò la tele e il palinsesto sarà diviso equamente tra messe e preti che arringano le casalinghe, e non mi ci vuole, proprio, di partire col dente avvelenato da stasera se no domani è un massacro, in più mi faccio trascinare in patetiche e sterili filippiche che non interessano a nessuno.

Non ci sto.

Parlo del Concerto.

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Una commedia. Che una bella commedia è più bella di un dramma, anche se un bel dramma, ma – si sa. E questa è una bella commedia. Manca poco al capolavoro.

Però più che raccontar la trama o altro, che la sanno tutti e chi no non la sa non la voleva sapere, che ultimamente si è anche affermata una idiosincrasia per me inspiegabile per ogni anche minimo accenno alle trame che probabilmente io non c’ho riflettuto ma è una fondata rivendicazione dei veri cinefili, quindi meglio non parlarne, vorrei spezzare una lancia e levare il mio garrulo canto di lode per chi ha curato i dialoghi e i doppiaggi, che han fatto un gran lavoro; e lo dico non sapendo l’originale, quindi anche un po’ a casaccio e forse a sproposito. 

Come unico post della settimana è venuto un po’ fiacco.

18.3.10

How to disappear completely

Sì. Mettetelo su. Anche di sfondo, potete non guardarlo. Si soffre abbastanza così. Fatelo andare un po’ che se no finisce prima del post. L’importante, alzare, tacere, e muovere avanti e indietro la testa. E leggere. Avrei detto da sinistra a destra, muovere la testa, con moto ondulatorio: ma era difficile leggere.

Ok. A me gli occhi: amici, o anche sconosciuti, che capitate qua così per caso, perché per abitudine faccio ancora i titoli dei post citazionali per irretire ignoti utenti dei motori di ricerca. Anche ora che è tutto finito. Che tutto è vanità. Ciao, sono Teofog, piacere – se qualcuno capita per caso. Sì. Ho scritto qua sotto, ma non è un ritorno. Forse è il canto del cigno. La lacrima del coccodrillo. Il piede d’argilla (del porco). Chissà.

Qui da questa dimensione dove vivo adesso, dove i giovani sono dinamici e operosi e c’è una policy o un code per quasi tutto, volevo salutare, se c’è qualcuno. Dire che forse, ogni tanto, tra un po’, troverò il modo di tornare. Ma forse no.

L’arca di D’Alì

Del matrimonio del senatore Antonio D’Alì, sotto indagine a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, oggi il Fatto quotidiano dà questa agghiacciante istantanea:

Testimoni d’eccellenza: per lui il ministro dell’Interno Pisanu e sua moglie, per lei Vespa e la moglie, il magistrato Iannini, e invitati come Cuffaro, Dell’Utri, Caputi, Bobo Craxi, Schifani, Gasparri, La Loggia, Bonaiuti, Bertolaso, Santanchè, Billè, il capo del Sismi Del Mese, l’allora presidente della Rai, Cattaneo, Anna La Rosa, Monica Setta, Jannuzzi.

Cioè. La Rosa e Santanchè nello stello locale chi le avrebbe pensate. Billè. L’unico uomo che Luciano Gaucci può guardare dall’alto in basso.

Cose pazze.

7.3.10

I malcontenti

Mi sembrava che noi […] fossimo stata la prima generazione che, se ci davano un lavoro, non era perché c’era bisogno, ci facevano un favore.
Cioè era come se il mondo, che per i nostri genitori era stata una cosa da fare, da costruire, per noi fosse già fatto, preconfezionato, e l’unica cosa che potevamo fare era mettere delle crocette, come nei testo.
E allora aveva anche senso, che proprio in quel periodo lì, negli anni ottanta, fossero comparsi in Italia i giochi elettronici, perché uno di vent’anni che passava sei o otto ore al giorno a giocare ai giochi elettronici, che negli anni cinquanta sarebbe stato un disadattato (Sei un delinquente, gli avrebbero detto i suoi genitori), a partire dagli anni ottanta andava benissimo, perché rispondeva al compito precipuo della sua generazione, di stare tranquillo e non rompere troppo i maroni.

Paolo Nori, I malcontenti, Einaudi 2010, p. 40.

Porca vacca

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I Malcontenti in una domenica così, sole e vento. Un tesserino sulla scrivania.

Cioè non siamo ai livelli della Vergogna delle scarpe nuove, che finiva:

Poi un sabato mi accorgo che i treni, al sabato, son pieni anche al sabato. È il sabato che un mio amico mi accompagna allo scatolificio Berti e mi aiuta a portare a casa i cartoni e poi un po’ m’aiuta a riempirli di libri e dopo un po’ va poi via e io resto da solo a scegliere i libri miei e quelli di Francesca e dentro un manuale di russo, lo apro, vedo una sua fotografia di quando fumava, lo chiudo, è suo, lo metto tra i suoi, sento una cosa, nella gola, scuoto la testa, vado in camera, scuoto la testa, mi schiarisco la voce, mi lascio cadere sul letto, scoppio a piangere. Mi dispiace tanto, dico. Mi dispiace tanto. Mi dispiace tanto, mi dispiace tanto. Mi dispiace tanto. Mi dispiace tanto, mi dispiace tanto. 

Però. C’è qualcosa di apocalittico che magari uno si ricorda quelli di prima, di libri, che facevano ridere, anche se poi si sentiva dell’altro. E invece adesso, questi giorni d’inverno freddi, limpidi, che si vede lontano chilometri, e è bello, e si sta male; è così.

Anche se rischiava di andare tutto in pezzi quando a pagina 57 del libro c’è una strada, “inondata” di sole. Ho vacillato. Tutto l’edificio artificiale-naturale, preciso, fragile messo su fino a lì ha rischiato il collasso – e che poi si ripete anche a pagina 59 e 60 – ma però siccome uno cerca di non restare sempre nel solito brodo, va bene. Chi siamo noi. 

E quindi bo.

Per me è stupendo.

Comunque poi sono uscito e non c’era il sole, mi ricordavo da ieri che c’era e non avevo ancora guardato fuori. Oggi era nuvolo.

Codice della vita Italiana

 

Capitolo II. - Della Giustizia

17. In Italia non esiste giustizia distributiva. Ne tiene le veci l'ingiustizia distribuita. Per cinque anni il Sindaco (oppure il Deputato, il Prefetto, il Ministro) del Partito Rosso perseguita gli uomini del partito nero e distribuisce cariche o stipendi agli uomini del partito rosso. La situazione sarebbe intollerabile se dopo cinque anni, essendo salito al potere il Sindaco (c.s.) del Partito Nero, questi facesse le cose giustamente.

E' chiaro che lascerebbe almeno una metà dell'ingiustizia antecedente. Perciò il Sindaco (c.s.) del partito nero fa tutto il rovescio dell'altro; distribuisce cariche e stipendi agli uomini del partito nero e perseguita gli uomini del partito rosso.

Così l'ingiustizia rotativa tiene luogo della giustizia permanente.

18. Non è vero, in modo assoluto, che in Italia, non esista giustizia. E' invece vero che non bisogna chiederla al giudice, bensì al deputato, al Ministro, al giornalista, all'avvocato influente ecc. La cosa si può trovare: l'indirizzo è sbagliato.

19. In Italia non si può ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto ecc.

Giuseppe Prezzolini, Codice della vita Italiana.

The deadline is dead

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Si conferma la vocazione di Napolitano a superare nella hall of infame della storia patria anche presidenti golpisti e re fuggiaschi. Quanto è tutto molto italiano; forse di più, romano. Da manuale:

1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.

2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.

da Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana, 1921.

La situazione politica italiana è grave, ma non seria

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Adattando Ennio Flaiano. Per un commento c’è Zagrebelsky.

5.3.10

Scary, uh?

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Forse mi logoffo un po’

Chi l’avrebbe detto.

Che mentre sotto scorreva il nuovo Tg di Rete4 che il direttore ha acrobaticamente definito “obiettivo”, giuro, l’ho sentito io con queste orecchie, sarebbe arrivato, infine, il ferale momento di vergare queste tetre righe.

Sì.

Le ormai incombenti ristrettezze economiche in cui versava la redazione rendevano obbligata questa tragica svolta, ma i più fiduciosi di noi pensavano che – forse – sarebbe stato ancora possibile aspettare, sperare, campare cavallo; e invece no; magari un GrattaeVinci.
Non li compro.

Bo.

Ciao Baffone

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Cinquant’anni fa, a fidarsi degli organi di stampa russi, finiva l’incarico segretariale terrestre di Giuseppe Stalin; questo blog lo ricorda come despota criminale, ladro e grande idolo delle masse.

Non l’ultimo.

Il lavoratore del tremila

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Il lavoratore del tremila sarà bello e lucente; sarà veloce e silenzioso, sarà un lavoratore skillato.

Me l’ha detto l’areamanager.

4.3.10

Bela génte

Una volta su un cantiere della Banda Bertolasi c’era un tizio che s’aggirava con fare inquisitorio. Le autorità anche a causa del vistoso accento genovese e marcato costume di scena rosso a pallone lo notano, e subito paventano brutti scoop; bisogna fermarlo. De Santis, provveditore alle opere pubbliche, chiama un architetto che gli ha fatto fare dei lavori perché l’aveva raccomandato Paolo Berlusconi, e gli fa: Houston, abbiamo un Gabibbo; chiama Palo, fai qualcosa. L’architetto chiama Berluschino e fa, guarda, dì a Antonio Ricci che questo servizio di reportage-denuncia d’assalto del Gabibbo non è il caso.

Quest’architetto poi era culo e camicia col Berlu Jr, infatti anche un po’ prima gli aveva fatto fare una puntata di Matrix del tignoso giornalista d’inchiesta Alessio Vinci su un film che c’aveva recitato il figlio del (quasi ex) gentiluomo di sua Santità Balducci, che era un po’ il supercapo e bisognava fargli favori se no non si sapeva come reagiva, guai dargli le spalle.

E alla fine il servizio non l’han trasmesso. Il Gabibbo non potrà vincere il Pulitzer. E ingiustizia è fatta. (FQ)

re-ligare, i.e. re (again) + ligare or "bind, connect"

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“Religious groups distinguish between believers and non-believers and moral people and immoral ones,” Wood said. “So perhaps it’s no surprise that the strongly religious people in our research, who were mostly white Christians, discriminated against others who were different from them — blacks and minorities.”

Study Links Religion and Racism - USC News

Trenitaglia, again.

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Nella distrazione di una classe politica che non ha proceduto ad una levata di scudi come in altre occasioni, Trenitalia S.p.A. - denuncia UNC Calabria - ha disposto la soppressione di ben 12 treni a lunga percorrenza che collegavano direttamente Reggio Calabria e la fascia ionica calabrese con Torino, Milano e viceversa. La versione ufficiale è quella della mancata produttività di tali collegamenti dovuti alla scarsa utenza, ma bisogna dire che il personale ferroviario in servizio su tale tratta ha smentito categoricamente tale versione dei fatti, sostenendo invece che nell'arco dell'anno , su questi treni si incontrano migliaia di utenti, viaggiatori abituali, che per ragioni di lavoro, di studio e familiari vivono sopratutto da pendolari, partendo per le destinazioni settentrionali la domenica sera e facendo rientro a casa il venerdì".

Trenitalia taglia i treni al Sud.

Ecco io quando vedo il potenziamento di costosissimi velocissimi sottoutilizzatissimi bolidi rotabili (parliamo di 5%) e l’ecatombe dei treni propriamente tradizionalmente utilitaristicamente intesi, quelli che non so se mi conviene di più il treno o la macchina, più o meno uguale ma il treno non lo devo parcheggiare; quando sento frecce rosse e modernità e nuova era, mentre i pendolari che vanno al lavoro e a scuola ritardano, si appestano, si azzeccano, sia nel senso di prendere le zecche, sia di inscatolarsi come i filetti d’acciuga al naturale, ecco. A me non è che mi insospettisco; è che proprio mi incazzo.

Perché van benissimo le domeniche senz’auto, fantastiche; ma quando c’è da far quelle famose scelte, potenziare i trasporti pubblici dare alternative alla macchina, carsharing carpooling carcazzing, com’è che si fa sempre il contrario.

3.3.10

Mi dica chi è Lorenzo da Feltre

Uno che procurava la carne a Balducci.

"Angelo... Io non ti dico altro. È alto 2 metri, per 97 chili, 33 anni, completamente attivo", spiega il "religioso" a Balducci in un format che si ripete e che varia solo nelle misure. E poi e ancora, ogni due, tre giorni: "Ho una situazione di Napoli". "Ho una situazione cubana". "Ho un tedesco appena arrivato dalla Germania". "Ho due neri". "Ho il calciatore". "Ho uno dell'Abruzzo". "Ho il ballerino Rai".

L'ingegnere alle proposte dei due non sembra resistere. Sia che lo raggiungano mentre è in riunione a palazzo Chigi. Sia che lo sorprendano mentre è in udienza privata con un cardinale. I ragazzi, per quel che si comprende, spesso frequentano i seminari o i collegi ecclesiastici di Roma ("Lui poi a che ora deve ritornare in Seminario?", chiede Balducci a Ehiem). Altre volte appaiono extracomunitari in cerca di permesso di soggiorno (Balducci, in un caso, promette di attivarsi con il Ministero dell'Interno). Ragazzi a cui, il 6 dicembre scorso, Renzi spiega così il lavoro: "Te li pigli pure 2000 euro. Non rompere il cazzo!! Ti servono i soldi... metti un po' di musica, tiri fuori la (...) ti cali il Viagra lì. E via!".

Balducci, nuova ipotesi di reato spunta l'ombra della prostituzione gay - Repubblica.it.

E si badi, non è il senso del pruriginoso; è il senso dell’arrogante ras dei lavori pubblici che si fa baciare i piedi, cioè non i piedi, ma resto nel linguaggio figurativo standard; è il satrapo che fa intuire favori e vantaggi, che è ripugnante.

Former fascists do it better

Stralcio di un dialogo di Andrea Camilleri con Fabio Granata, deputato Pdl vicinissimo a Fini, che verrà pubblicato sul prossimo numero della rivista MicroMega, 5 marzo.

MicroMega: […] Alfano sta cercando di ridurre i magistrati all’impotenza. Si sta addirittura tentando di togliere loro la possibilità di dirigere le indagini.

Granata: Questa cosa non passerà mai, anche se dovessero porre la fiducia. Ci sono alcune cose, fra le quali la tutela del sistema di giustizia, che noi riteniamo irrinunciabili per la nazione. Non sono cose di destra o di sinistra: sono capisaldi del paese. Su queste cose non c’è compromesso possibile. E infatti ci sono proposte che al voto non ci arrivano mai, perché tutti sanno come la pensiamo. Lo dico esplicitamente: se qualcuno proporrà che a dirigere le indagini non siano più i pm ma la polizia noi voteremo contro. Anche se sulla legge sarà posta la questione di fiducia.

MicroMega: Fino al punto di far cadere il governo? Su questo siete disposti a far cadere il governo?

Granata: Sì, fino al punto di far cadere il governo.

Il Fatto, Mercoledì, 3 Marzo  2010.

L’abbiam detto: il Berlustan prima o poi tramonterà.

Tornerà per divorare gli esseri che vivono

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Solo chi non conosce Santoro può pensare che un “semplice” oscuramento catodico possa fermarlo.

Luca Telese, FQ 3.3.10.

2.3.10

Inventori di malattie

Ieri sera (lo ammetto, tanto prima o poi salta fuori che ho messo il digitale terrestre, l’ho messo, va bene – sono un fiancheggiatore morale di Fede) prima di andare a dormire ho acceso Rai Storia che è anche l’unica ragione insieme a BBC World per avere un decoder, e c’era un documentario, impressionante. Cioè si sa già tutto, eh – però.

Dove eravamo

Cioè è tornato il contrabbando.

Dopo non so una vita.

L’eroina era già in revival da un po’ con i colori fosforescenti e il vestiario un po’ largo un po’ stretto, la politica ladra fiera ce l’abbiamo, mancano solo le spalline alle giacche, i bomber, un po’ di guerre di mafia e qualche occhiale di tartaruga e saremo ufficialmente tornati a trent’anni fa.

Contrabbando di sigarette Maxi blitz con 45 arresti | Napoli la Repubblica.it

Prove tecniche di immaterialismo dialettico

La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia  politica» [cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. […] Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti. […] Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele. Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un’indicazione di voto.

2010_02_27_Comunicato_Vescovi_Emilia-Romagna.pdf (Oggetto application/pdf).

Sì, sono pezzi staccati ma anche ricopiando tutto in fila, o al contrario, o dal centro verso sinistra e ritorno non avrebbe molto più senso.

L’uomo che mangiava i panini

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Non è la prima volta che Milioni - ormai soprannominato "il recidivo" - finisce al centro di un giallo legato alla sparizione di documentazione elettorale. Raccontano che già nel 2006, alla vigilia del deposito delle firme per le comunali, Milioni sparì per una notte intera con tutto il faldone relativo. Una ritorsione: lui voleva essere candidato alla presidenza del suo municipio, ma l'allora Forza Italia gli preferì Ettore Rubino, un ex democristiano legato al senatore Cesare Cursi. Appresa la notizia, ci rimase malissimo, e pensò di vendicarsi. Staccò il telefono di casa e il cellulare, nessuno sapeva che fine avesse fatto. I militanti azzurri furono costretti a restare in giro fino all'alba per raccogliere nuove firme. Poi, non si sa bene se per un sussulto di coscienza o per gli anatemi dei suoi compagni, il mattino dopo ricomparve e tutto tornò a posto.
Come non è accaduto l'altro ieri. Quando - si sussurra nei corridoi del Pdl - lui si era allontanato dall'ufficio elettorale non già "per mangiare qualcosa" portando via con sé l'accettazione delle candidature "per non farmela frega'", bensì perché voleva cassare in extremis uno dei candidati, Samuele Piccolo, per inserire last minute un nome più gradito.

Repubblica.it.

A volte è bellissimo vivere in Italia.

Faccio cose

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Ecco ieri sera poi l’ho visto Presa diretta.

Ho visto un funzionario del ministero della giustizia tessere le lodi dell’attività del guardasigilli Alfano, mentre le procure si svuotano, le cancellerie si tumefanno e i tribunali diventano grandi tritaacqua.

A Milano il processo telematico, nel civile, è stato lanciato: i tempi sono un decimo. Lo fanno 50 giudici su 150, e i soldi li ha messi l’Ordine degli avvocati.

Ho visto vecchietti e giovanotti derubati e truffati da Parmalat e banche, che resteranno con un pugno di mosche. Vittime di stalking e stupri che si ritroveranno quelli che han denunciato, per strada. La prescrizione.

Ho visto il procuratore capo di Enna appellarsi a Al Fano e lui rispondere

Ho già fatto presente a Ferrotti che amministrare la giustizia è compito difficile e quindi, se non se la sente, è meglio che si goda una meritata pensione. Io chiederò al Csm l’immediata nomina del nuovo procuratore.

I tagli ai giudici, ai cancellieri, ai pm. E alla polizia, ai carabinieri, alla penitenziaria. Ma però sempre più reati e aggravanti inutili, che aggravano e opprimono solo i giudici, e le carceri. Sempre più carcerati, in attesa di giudizio, sempre più esasperati, anche perché l’economia è ferma e non si fa nulla, sempre più ladri e meno guardie, e gli unici che fanno affari son quelli furbi di sempre.

Ecco e in tutto questo, mi si vuole dire che non c’è un disegno e una volontà di favorire il crimine e sfasciare lo stato? Io non ho le prove, ma so che c’è. Se no sarebbe impossibile.

Per finire che per caso son finito su un sito con questa classifica Doing business: 183 paesi messi in fila per facilità d’intrapresa (che noi siam liberisti anzi, aziendalisti, popolo azzurro contro costrizioni burocratiche e inefficienze postsovietiche, saremo terzi al massimo: settantottesimi). Un dato colpisce perché lo vedi nelle aule e lo vedi nella gente: ultima colonna della foto sopra, decima riga: “enforcing contracts”; l’Italia di Berlusconi l’imprenditore semplificatore prestato alla politica su 183 paesi nell’applicazione dei contratti è al centocinquantaseiesimo posto. Cosa vuole dire? Welcome to the jungle.

Che è quello che non certo per avventatezza giovanile o con politicizzazione selvaggia ha spinto Vitaliano Esposito, Procuratore Generale della Cassazione, a dire che:

Il problema della non ragionevole durata dei procedimenti ha già ceduto il passo a quello, ben più radicale, del diniego di giustizia.

Che dire.

1.3.10

À la presse comme à la presse

Nei sacri palazzi brianzoli qualcosa si è mosso. Che una volta si poteva, ma tranquillamente, dire che un prescritto era un assolto – se non un perseguitato – e nessuno ti rompeva i coglioni; e invece adesso ogni volta che tiri appena appena le cose per farle suonar meglio salta su qualcosa a pigolare e stridere che no, la costituzione, il pluralismo, l’opportunità, il conflitto di interessi, questa minchia. Il qualcosa che è internet. Un’industria che non chiude mai e produce codici html, xml e cazzi, reati vari, bufale, pornografia, filmini buffi, e verità. Verità che smontano la tele, lo strumento di conoscenza più potente che esistesse. È il salto in una nuova dimensione manipolativa per l’infotainment made in Italy (visit Italy, the mouuntaains, biutiful siiiiisaaid), che con una propria agenzia di stampa e portale internet cercherà di far concorrenza alle grandi testate e soprattutto ai piccoli indipendenti disinformando, intorbidando e confondendo. Vedremo.

Lo sciopero degli stranieri

Oggi per solidarietà scioperavano anche un po’ di italiani; molti studenti per la verità; comunque per coerenza questa redazione avrebbe voluto rimanere chiusa e far pesare con il suo assordante silenzio la sua indignazione schifata per l’andazzo, ma poi pensandoci – essendo disoccupata come redazione – c’è stato un corto circuito logico tra astensione dal lavoro e assenza di lavoro, per cui l’astensione dal non lavoro paradossalmente avrebbe potuto significare dover andare a lavorare. Per cui dopo un breve dibattito del collegio sindacale con la proprietà della testata, la redazione ha inforcato un impolverato e imbolsito ma mai domo motoscooter e con impressionante tempestività si è calata nei laschi panni del fotoreporter, confezionando questa storica testimonianza.
Cioè un blog in presa diretta sul mondo, più di così non so.