E checché se ne dica per Grillo la stessa piazza era piena. A febbraio. La piazza più fredda di Brescia. Di sera.
12.5.13
27.4.13
Na-po-li-tano-non-ti-vo-glia-mo
Qualche storico libero, casomai esistesse, potrebbe poi far sommessamente notare al capo dello Stato che qualcosa non quadra anche nella sua libera ricostruzione della Resistenza. Che, a suo dire, deve insegnarci a mantenere “coraggio, fermezza e senso dell’unità” anche nella fase politica attuale. Un’altra giusti(misti)ficazione delle larghe intese. Ma, se la Resistenza avesse badato alle larghe intese, non avrebbe visto contrapposti, e l’un contro l’altro armati, gli italiani che avevano scelto il fascismo e l’alleanza con i nazisti nella Repubblica Sociale e gli italiani che avevano scelto la democrazia e la libertà. Se è vero che la Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza e che la Costituzione è nata contro il fascismo, di quale “unità” vanno cianciando lorsignori? In questi vent’anni, dalla Bicamerale in poi, ci sono politici (soprattutto di centrodestra, ma anche di centrosinistra) che hanno calpestato – con leggi incostituzionali, controriforme della Costituzione, comportamenti e atteggiamenti incostituzionali – i principi fondamentali della Carta: lavoro, pace, giustizia, legalità, libertà di informazione e di espressione, diritti delle minoranze, beni comuni, unità nazionale, divisione dei poteri. Sono gli stessi che ora si apprestano a rimettere le zampe sul governo e sulla Costituzione. Oggi il peggior modo di rispettare la storia e la memoria è proprio quello di dimenticare chi sono Berlusconi e i suoi complici, cos’hanno fatto e cosa vogliono ancora fare.da La storia siamo loro, M. Travaglio, FQ, p. 1.
26.4.13
Semidelirio "di fatto"
È da un po' che sento una voce di alcuni cosiddetti intellettuali che, siccome i partiti sono screditati presso il corpo elettorale - e questo contribuisce allo stallo in cui si dibattono oggi il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio dei Ministri incaricato - cosa che anche se si tornasse a breve a votare, sarebbe un problema grosso perché gli italiani schifati molto probabilmente piuttosto di votare le stesse facce degli stessi partiti starebbero a casa, allora bisogna passare ad una forma di Repubblica semipresidenziale.
Che tanto già una forma di governo semipresidenziale "di fatto" ce l'abbiamo.
Quindi piuttosto di riformare i partiti e attuare l'articolo 49 della Costituzione come si aspetta con impazienza da qualche decennio, si cambia forma di governo.
Che tanto già una forma di governo semipresidenziale "di fatto" ce l'abbiamo.
Quindi piuttosto di riformare i partiti e attuare l'articolo 49 della Costituzione come si aspetta con impazienza da qualche decennio, si cambia forma di governo.
21.4.13
Funeral Party - M. Travaglio
La scena supera la più allucinata fantasia dei maestri dell’horror, roba da far impallidire Stephen King e Dario Argento. Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza: un presidente coetaneo di Mugabe, voltagabbana (fino all’altroieri giurava che mai si sarebbe ricandidato) e potenzialmente ricattabile (le telefonate con Mancino, anche quando verranno distrutte, saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino), che da sempre lavora per l’inciucio (prima con Craxi, poi con B.) e finalmente l’ha ottenuto. E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni.
The King is back (e c'è il perché)
Un Presidente lo abbiamo ma non è quello che serviva
Un Presidente della Repubblica ce l’abbiamo. Ma non è quello che ci serviva. Per tante ragioni. Prima di tutto perché non è stato un buon Presidente nel settennato appena trascorso. I suoi estimatori dimenticano (con una faccia di tolla invereconda) che Napolitano ha promulgato tutte le leggi vergogna che B. si era costruito per sfuggire alla galera (non solo i vari lodi sull'immunita, ma anche il legittimo impedimento). Ha firmato anche, senza battere ciglio, la legge sullo scudo fiscale e una legge sulla corruzione che non vale la carta (anche poca) su cui è stata scritta.
di Bruno Tinti
20.4.13
Ho sentito cose
Ho sentito un dirigente del Partito Democratico dire (serio) che secondo lui Grillo non è in grado di offrire soluzioni al Paese.
7.4.13
Sette anni, e sentirli
Marco Travaglio, FQ, p. 1
Si avvicina il giorno dell’inventario dei danni fatti in questi sette anni da Giorgio Napolitano. Dalle firme apposte alla velocità della luce sulla peggiori leggi vergogna di B., in gran parte incostituzionali, ai continui moniti a ogni indagine giudiziaria che coinvolgesse il potere (Unipol-Antonveneta, Potenza, Why Not, Salerno-Catanzaro, Rai-Mediaset, lady Mastella, Rifiutopoli a Napoli, Ruby, trattativa Stato-mafia) contro il presunto “scontro fra politica e magistratura” che mettevano sullo stesso piano i politici aggressori e i pm aggrediti. Dalla riabilitazione di Craxi agli attacchi a Grillo proprio alla vigilia di tornate elettorali. Dal progressivo ampliamento dei poteri e delle prerogative presidenziali, ben oltre i limiti della Costituzione, fino alla pretesa da monarca assoluto di non essere ascoltato neppure quando parla con un inquisito intercettato. Dalle interferenze nell’indagine palermitana sulla trattativa per conto di Mancino al recente, incredibile diktat ai magistrati (che han subito obbedito senza fiatare) di sospendere i processi a B. per marzo-aprile in nome di inesistenti impedimenti politico-istituzionali.
3.4.13
La Leonessa e il Colosso
"Era fascista" è il nome ufficiale della figura umana scolpita da Arturo Dazzi nel 1932 per questo anche nota come il "Colosso del Dazzi", o volgarmente "il Bigio", collocata al tempo in Piazza della Vittoria, a Brescia, - a mio modo di vedere, un'opera abbastanza brutta.
Rimossa all'indomani della guerra proprio in quanto fascista (e sfido a eccepire), secondo un progetto del Comune la statua marmorea dovrebbe tornare, opportunamente restaurata, a far bella mostra di sé (nei limiti del possibile) nella piazza del centro cittadino.
Scontate le polemiche con manifestazioni gruppi facebook flash mob anche, gli alpini dell'ANPI in flash mob solo noi li abbiamo, in segno di protesta e opposizione ad oltranza contro la restaurazione del simbolo della buia epoca mussoliniana, il bieco revisionismo, i rigurgiti fascisti.Va bene.
Ma, sommessamente: l'avete vista la piazza?
È fascista.
Non è una vaga suggestione estetica.
Proprio fascista fascista.
Quindi. Avrei preferito che ai tempi di Mussolini non fosse abbattuto il cuore della città vecchia per fare posto a Piazza della Vittoria? Sì.
Avrei preferito che il comune a maggioranza PdL prendesse i soldi spesi per restaurare e reinstallare il Bigio e li spendesse diversamente? Sì
Sarebbe meglio una targa commemorativa dei caduti del '45 piuttosto che il Bigio? Molto probabilmente sì.
Ma dopo che i soldi son stati spesi, quando sarà tutto pronto, magari non il 25 aprile, sinceramente, solo l'argomento che il Bigio è un simbolo dell'era fascista mi sembra, dato anche come si chiama di nome, un po' debole. Anzi proprio per questo verrebbe da dire: quale migliore collocazione potrebbe avere allore di una piazza fascista?
Rimossa all'indomani della guerra proprio in quanto fascista (e sfido a eccepire), secondo un progetto del Comune la statua marmorea dovrebbe tornare, opportunamente restaurata, a far bella mostra di sé (nei limiti del possibile) nella piazza del centro cittadino.
Scontate le polemiche con manifestazioni gruppi facebook flash mob anche, gli alpini dell'ANPI in flash mob solo noi li abbiamo, in segno di protesta e opposizione ad oltranza contro la restaurazione del simbolo della buia epoca mussoliniana, il bieco revisionismo, i rigurgiti fascisti.Va bene.
Ma, sommessamente: l'avete vista la piazza?
È fascista.
Non è una vaga suggestione estetica.
Proprio fascista fascista.
Quindi. Avrei preferito che ai tempi di Mussolini non fosse abbattuto il cuore della città vecchia per fare posto a Piazza della Vittoria? Sì.
Avrei preferito che il comune a maggioranza PdL prendesse i soldi spesi per restaurare e reinstallare il Bigio e li spendesse diversamente? Sì
Sarebbe meglio una targa commemorativa dei caduti del '45 piuttosto che il Bigio? Molto probabilmente sì.
Ma dopo che i soldi son stati spesi, quando sarà tutto pronto, magari non il 25 aprile, sinceramente, solo l'argomento che il Bigio è un simbolo dell'era fascista mi sembra, dato anche come si chiama di nome, un po' debole. Anzi proprio per questo verrebbe da dire: quale migliore collocazione potrebbe avere allore di una piazza fascista?
31.3.13
Brescia, dove ai bambini è vietato giocare sull’erba
L’INCHIESTA DI PRESADIRETTA SULL’INQUINAMENTO DA PCB, CANCEROGENO, NELLA CITTÀ LOMBARDA. UN’EMERGENZA TENUTA SOTTO SILENZIO
A Brescia c’e’ una emergenza sanitaria che tutti nascondono e che riguarda direttamente 25mila tra uomini, donne e bambini . Sono gli abitanti della zona che si estende a sud della Caffaro, la fabbrica adesso chiusa che dagli anni trenta fino a metà degli anni 80 ha prodotto migliaia di tonnellate di Pcb (policlorobifenili), al pari della diossina un pericoloso cancerogeno, sversandone centinaia di tonnellate allo stato puro nell’ambiente circostante.
di Riccardo Iacona
24.2.13
Dichiarazioni di voto: Massimo Fini
Spazzare via chi ci ha ridotto in questo stato
IO NON VOTO, perché non credo più, da tempo, alla democrazia rappresentativa. Quel che mi auguro è quello che si augura Grillo: che questa classe dirigente comprendendo in essa i suoi lacchè giornalisti e massmediatici, responsabile , da almeno 30 anni, di un disastro che prima ancora che economico è sociale ed etico, venga spazzata via, se non immediatamente nel giro di pochi mesi. Con le buone, ma anche, se necessario, con le cattive. Ciò che avverrà dopo non lo sappiamo. Ma come ha detto uno dei rappresentanti di M5S: meglio un salto nel buio che un suicidio assistito.
22.2.13
(Anche) io so
Non è che non sono d'accordo con le proposte politiche di Bersani, Di Pietro, Vendola. Sono d'accordo.
Molte volte.
Il fatto però è che io so che le proposte di Bersani, Di Pietro, Vendola non si tradurranno mai in realtà. Perché negli ultimi trent'anni non è successo.
17.2.13
Una (bella) storia italiana
BANCHE CONTRO EX-DS: 200 MILIONI DI BUCO CHE PAGHERÀ LO STATO
I CREDITORI DEL PARTITO (CHE ANCORA ESISTE) VOGLIONO INDIETRO GLI IMMOBILI REGALATI DA FASSINO E SPOSETTI ALLE FONDAZIONI LOCALI. OPPURE PAGHERÀ PANTALONE
di Stefano Feltri - FQ p. 6Il Pd, o meglio, la sua componente ex Ds, è responsabile di un buco di quasi 200 milioni di euro nei bilanci delle principali banche italiane. “E che problema c'è? Pagherà lo Stato”, dice al Fatto l'eterno tesoriere Ds, Ugo Sposetti, appena ricandidato dal Pd. Il Monte Paschi non c'entra, la questione riguarda quasi tutte le altre grandi banche italiane. Che, dopo anni di trattative e benevola tolleranza, sono passate all'attacco, stimolate dalla crisi: vogliono indietro i soldi. E chiedono di annullare le donazioni con cui i Ds hanno sottratto ai creditori il loro immenso patrimonio immobiliare, superiore al mezzo miliardo di euro, quando sono confluiti nel Pd. Se non riescono a rifarsi su quei beni, scatterà la garanzia dello Stato che copre quasi tutto il debito. Grazie a un apposito provvedimento del governo D'Alema. Nella lunga saga del debito post-comunista si è aggiunta una ulteriore variabile che Sposetti non controlla: un avvocato di Barletta, Antonio Corvasce, che da anni conduce nei tribunali una battaglia per presentarsi alle elezioni con lo storico simbolo dei Ds, la Quercia, di cui rivendica la titolarità.
11.2.13
Well said, Anna Grigorevna
L'opinione di F.M. riguardo all'intelligenza non comune e a tutte le alte qualità morali di Anna Korvin era perfettamente esatta, ma era anche giusto il suo timore che il loro matrimonio non potesse essere felice. Anna Vasilevna non aveva un carattere docile; e ogni moglie deve avere un carattere docile; tanto più se l'uomo è malato e irascibile, com'era spesso F.M.Anna G. Dostoevskaya, Dostoevskiy mio marito, Bompiani, Mi 2006, p. 43.
3.2.13
Matrimonio tra persone dello stesso sesso, interpretazione tra persone della stessa religione (?)
Francia, passa l'articolo chiave sulle nozze gay
«Siamo vicino al baratro». [...] «L'Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove. Molti Paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva». (Angelo Bagnasco).
Our journey is not complete until our gay brothers and sisters are treated like anyone else under the law — for if we are truly created equal, then surely the love we commit to one another must be equal as well. (Barack Obama)Voi quale Dio scegliereste?
6.1.13
And rightly so
Quindi, per far cessare la diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e colpì con pene di estrema crudeltà coloro che, odiati per il loro comportamento contro la morale, il popolo chiamava Cristiani. Colui al quale si doveva questo nome, Cristo, nato sotto l'impero di Tiberio, attraverso il procuratore Ponzio Pilato era stato messo a morte; e quella pericolosa superstizione, repressa sul momento, tornava di nuovo a manifestarsi, non solo in Giudea, luogo d'origine di quella sciagura, ma anche a Roma, dove confluisce e si celebra tutto ciò che d'atroce e vergognoso giunge da ogni parte del mondo. Quindi dapprima vennero arrestati coloro che confessavano, in seguito, grazie alle testimonianze dei primi, fu dichiarato colpevole un gran numero di persone non tanto per il crimine di incendio, quanto per odio nei confronti del genere umano.Tacito, Annali, XV, 44 (Trovato ieri leggendo Augias).
Difficile ribattere quando si leggono cose tipo
Così, spunti.
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