Che io al tempo della leggendaria finanziaria “Lacrime e Sangue” del ‘92 mi ricordo com’era, il clima che spirava dalle TV accese a pranzo e cena, l’atmosfera cupa di sciagura incombente, le facce torve, la retorica plumbea.
E durava da un po’ anche, col senno del poi; trovo infatti nell’archivio di repubblica questo allegro reperto del 27 luglio 1991:
Il governo promette lacrime e sangue per il 1992. L' anno prossimo, infatti, per riportare in carreggiata il deficit del bilancio dello Stato sarà necessaria una dolorosa operazione chirurgica, da effettuare "senza anestesia", come suole ripetere il ministro del Tesoro Carli, con tagli impietosi e con dose massiccia di nuove tasse. In soldoni, servirà una manovra di circa 50 mila miliardi.La manovra la farà poi Amato per 93 mila miliardi di lire. Un’enormità. L’equivalente di 48 miliardi di euro. Un incubo diventato realtà per i contribuenti oppressi della Prima Repubblica, tutti pieni di mani nelle tasche.
Niente a che vedere con la manovra triennale di Tremonti da 47,9 miliardi più delega per la riforma delle tasse e altri tagli nel 2013-14.