24.7.11
Pagliacci
La commedia è (quasi) finita
NEI MINISTERI “FARSA” DI MONZA MANCANO PURE I BAGNI
di Davide Vecchi
Monza (MB) (NB MB = Monza-Brianza, provincia di)
Sarà pure la “realizzazione di un sogno”, come l’ha definita Roberto Calderoli, ma l’inaugurazione degli uffici di quattro ministeri a Monza, è stata una “pagliacciata”, per usare la definizione più gettonata della giornata di ieri. La cerimonia è cominciata con due ore di ritardo ed è durata due minuti. Dopo la ferrea selezione all’ingresso, superata solo da camicie e fazzoletti verdi, nonostante “siano ministeri della Repubblica” come ha gridato un consigliere comunale del Pd a cui è stato vietato l’ingresso, circa duecento persone hanno aspettato sotto il sole. Almeno cinquanta tra poliziotti e carabinieri, una sessantina di invitati, persino gli esponenti locali del Carroccio. Tutti in attesa del ritardatario senatùr. Che arriva solo alle 13.30. Fuori dai cancelli è accolto dal coro “buffone vai a lavorare” di un centinaio di manifestanti, e dal grido di un fotografo che, vedendo i nuovi occhiali scuri sfoggiati dal senatùr a seguito di un’operazione alla cataratta, gli urla “Rocky Roberts!” per farlo girare.
Il mio volo libero
Polverini & Rositani
di Antonio Padellaro
Il video del fattoquotidiano.it sulla piazzata indecente della Polverini e di tal Rositani contro il nostro Carlo Tecce alla sagra del peperoncino di Rieti è un documento che tra molti anni, quando di questa miserevole casta di politicanti non vi sarà più traccia, i nostri nipoti guarderanno incuriositi chiedendosi: ma davvero l’Italia era governata da gente simile? Osservate bene quel tal Rositani, come inalbera la criniera vaporosa e come innesta mento e marcia da parata, lui percettore di innumerevoli prebende ignoto ai più, perfino ai camerati del vecchio Msi dove non lasciò traccia alcuna. Un patetico signor nessuno reso arrogante da una poltrona nel malridotto cda Rai, prono esecutore degli ordini di palazzo Grazioli che dimostra la propria esistenza in vita trascinando per il corso reatino mezzo vertice Rai (l’altra metà giustamente si vergognava).
23.7.11
Fondamentalmente
Una banalità
I cosiddetti fondamentalisti non sono dei deviati all’interno di una schiacciante maggioranza di morigerati fautori di principi equilibrati e savie dottrine.
È il contrario; gli estremisti sono gli unici ad incarnare davvero i postulati a) teorici e b) metodologici delle religioni.
Infatti:
a) In linea teorica ogni religione esiste per dividere, separare, inquadrare e giudicare sull’asse del noi/loro. Noi retti e buoni; loro, infedeli, giudei, gentili, merde.
b) Sul piano metodologico i buoni ammazzano i cattivi.
Che i membri di conferenze episcopali, i papa boys, sua santità in persona non si esprimano in questo modo è comprensibile; ma neanche si peritano di andar molto lontani. Perché non sfuggono al principio chiave delle religioni: chi è diverso sbaglia, chi sbaglia sporca il mondo, il mondo va ripulito.
Per le chiese non funziona il metodo sticazzi. Sei gay? Cazzi tuoi. Sei satanista, stalinista, sandinista? Pratichi il surf? E che me ne frega a me. Se non commetti reati.
No.
Le chiese non accettano qualcosa che non accettano. Sei gay? Non puoi. Vuoi convivere prima del matrimonio, al posto del matrimonio, prima ma non dopo il matrimonio? Vuoi fare un figlio con la fecondazione eterologa? Omologa? Se per le convinzioni e dogmi della chiesa di turno queste cose non sono accettabili, il fedele lavorerà affinché queste scelte vengano vietate, screditate, impedite, se necessario eleminando i peccatori, imponendo il proprio credo al mondo, come invitano a fare tutti i testi sacri.
Questo è e sarà sempre il messaggio centrale di ogni credo. Il suo fondamentalismo originario. Non stupiamoci se a volte qualcuno lo applica così.
Tecce 2 – Polverini 0
VOLO DI SCAMBIO
Renata Polverini con l’elicottero della Protezione civile alla sagra del peperoncino: “Nulla da spiegare”. I 3 milioni di appalto con la Heliwest
di Carlo Tecce
“Io sono io, e voi...”. Lei è Renata Polverini. Lei è il governatore del Lazio. Lei può: prendere un elicottero della Protezione civile per un comizio e un rinfresco per la Festa del peperoncino di Rieti e rifiutarsi per due volte di spiegare. Anzi, rivendica: “Non c'è stato un uso improprio. Lo userò ancora se avrò bisogno di conciliare, da presidente, la mia presenza in più contesti”. Iniziate a far girare le eliche, la Polverini è pronta per l'imbarco. E per chi insiste, la risposta è perentoria: “Non c'è nulla da chiarire e mi meraviglia la vostra enfasi. Io sono il presidente regionale, se ritengo di utilizzare un mezzo veloce, per due situazioni diverse, posso farlo. Non gravo sul denaro pubblico”.
IN CODA a un ragionamento tortuoso, ecco che la Polverini, a sua insaputa, svela il segreto del suo viaggio nella città di Guglielmo Rositani, consigliere di amministrazione Rai e presidente dell'Accademia reatina del peperoncino.
17.7.11
Lacrime e sangue
Che io al tempo della leggendaria finanziaria “Lacrime e Sangue” del ‘92 mi ricordo com’era, il clima che spirava dalle TV accese a pranzo e cena, l’atmosfera cupa di sciagura incombente, le facce torve, la retorica plumbea.
E durava da un po’ anche, col senno del poi; trovo infatti nell’archivio di repubblica questo allegro reperto del 27 luglio 1991:
Il governo promette lacrime e sangue per il 1992. L' anno prossimo, infatti, per riportare in carreggiata il deficit del bilancio dello Stato sarà necessaria una dolorosa operazione chirurgica, da effettuare "senza anestesia", come suole ripetere il ministro del Tesoro Carli, con tagli impietosi e con dose massiccia di nuove tasse. In soldoni, servirà una manovra di circa 50 mila miliardi.La manovra la farà poi Amato per 93 mila miliardi di lire. Un’enormità. L’equivalente di 48 miliardi di euro. Un incubo diventato realtà per i contribuenti oppressi della Prima Repubblica, tutti pieni di mani nelle tasche.
Niente a che vedere con la manovra triennale di Tremonti da 47,9 miliardi più delega per la riforma delle tasse e altri tagli nel 2013-14.
Il Colombo Furioso
La patrimoniale sui poveri
di Furio Colombo
FQ, p. 14 - I vecchi eserciti avevano eleganti cavallerie, stendardi colorati e tamburi per suscitare orgoglio e coraggio. Ma la fatica della guerra toccava alla fanteria. La nuova economia, con i suoi guru e i suoi politici dal linguaggio "moderno" in cui si intravedono le avventurose svolte del futuro, si fonda sui poveri. Dopo convegni e discussioni febbrili e l'esperienza di rischi gravissimi scansati all'ultimo istante, il consenso dei competenti è unanime: tassare i poveri. Non hanno lobbies, non hanno fiscalisti, non hanno editorialisti con provata competenza economica, non hanno (più) un partito. Sono facili da rastrellare, sono sempre "in casa", non hanno paradisi, né fiscali né d'altro tipo (o lo avranno solo dopo avere osservato il nuovo testamento biologico proibizionista). Sono la fanteria, marciare a piedi portando a spalla tutto il peso. Sono tanti, non scappano, e un euro per uno non fa male a nessuno. In realtà è un po' di più di un euro per uno.
Mal comune
Mezzo golpe
Se nel vostro ufficio, come recentemente nel mio, si installano delle telecamere per controllare e cronometrare le pause dei dipendenti (e mandare delle lettere di richiamo a chi sta dodici minuti e rotti anziché dieci), la cosa può legittimamente sembrare un filo nordcoreana, con quel retrogusto di Stalin barricato gran riserva che può piacere o non piacere, ma è un conto.
Ma metti che il tuo capo controlla i servizi segreti:
"Silvio tu mi fai pedinare". È del 9 giugno il racconto del retroscena di una litigata furibonda avvenuta tre giorni prima ad Arcore tra Tremonti e Berlusconi, pubblicato su Libero da Franco Bechis. Oggetto del faccia a faccia la manovra. Apparentemente. Perché il ministro sputa il rospo che lo tormenta da giorni: "Mi hai messo i servizi segreti alle mie calcagna". Camuffata da una apparente meraviglia la risposta di Berlusconi: "Ma cosa stai dicendo?". Atteggiamento che non libera Tremonti dal sospetto di essere da tempo oggetto di attenzioni particolari. Stanno scavando nella sua vita privata, rileggendo vicende personali del ministro.
Profumo di fango, Enrico Fierro, Fq, p. 4.
Molto più sgradevole.
16.7.11
Le tasche piene
The prime minister has repeatedly vowed not to put up taxes. His favourite slogan is that his government will never “put its hands into the pockets of the Italians”.
Now, in a way that even the least economically literate voter can see, it has done so.
Even Italy's politicians are scared, The Economist
Sul punto, vedasi anche quest’altro.
11.7.11
La proposta fuorilegge di metter gli altri fuori legge
O l’essenza della democrazia per Magdi Allam
Lancio un appello all’unità nazionale per mettere fuorilegge i nuovi terroristi che alla stregua della criminalità organizzata attaccano per uccidere le forze dell’ordine, distruggono il patrimonio pubblico, mirano a sovvertire l’ordinamento dello Stato disconoscendo la legittimità delle scelte del Parlamento e del governo eletti democraticamente. Che si chiamino «Militanti No-Tav», «Black bloc», «Centri sociali» o «Antinationalist Front No-Tav», dal momento che le loro azioni sono violente ed eversive, non possiamo continuare a considerarli come dei singoli esagitati che eccedono nella loro manifestazione ostile alle decisioni assunte dai legittimi rappresentanti dello Stato, che è anch’essa legittima fintantoché resta di natura pacifica e rispettosa delle leggi.
Magdi Allam.
O “Non condivido le tue idee ma darei la vita (la tua) perché tu non possa più esprimerle, se necessario anche eliminandoti fisicamente”.
Non è che sia bello ripostare le cose che scrive Y-M-C-A [ing., acr.: “Why, Magdi Cristiano Allam?” = “Perché Magdi Cristiano?” – NdR], che poi si rischia di decuplicargli la visibilità e si sa che è un soggetto non proprio stabile, che se gli aumentano i Mi piace in Facebook può succedere di tutto; con questo caldo poi.
Ma una cosa bisogna pur dirla. È che son indeciso su quale. Una che mi viene è che se ci fosse stato l’art. 58 del Codice Penale dell’Unione Sovietica tutti questi problemi non ci sarebbero stati. Ed è un fatto. Su cui il legislatore dovrebbe riflettere.
Ma a parte questo.
L’unica cosa sensata è che secondo me YMCA(Y) [ingl.: “Perché Magdi Cristiano Allam [Perché?!]” – v. sopra NdR] e le sue opinioni valgono, moltiplicati l’un per le altre, elevati alla superficie delle lenti degli occhiali di YMCA stesso, per pigreco per raggio, meno della carta su cui si stampano, anche ipotizzando che la carta stampata delle testate in questione possa contare non come carta del giornale che è, cioè – considerando il giornale - poco, ma che in dati frangenti della storia dell’umanità assuma un vero valore strumentale economicamente quantificabile, venendo usata (ad esempio) per l’igiene intima. Eppure nonostante questo loro trascurabile peso, che dà anche conto dell’assoluta marginalità della persona e del pensiero, credo queste opinioni pericolose; anzi: criminali. Credo siano una vera e propria istigazione all’odio interpersonale. Un’abietta caccia alle streghe. Un’esiziale intaccamento del livello di civiltà minimo indispensabile per una vita consociata ragionevolmente pacifica. Insomma, un attentato all’ordine pubblico.
Eppure non mi verrebbe mai in mente di chiedere che Magdi Allam venga messo fuori legge.
Ma forse sbaglio io.
Affinità e divergenze tra il 1933 e oggi
In every dark hour of our national life a leadership of frankness and vigor has met with that understanding and support of the people themselves which is essential to victory. I am convinced that you will again give that support to leadership in these critical days.
In such a spirit on my part and on yours we face our common difficulties. They concern, thank God, only material things. Values have shrunken to fantastic levels; taxes have risen; our ability to pay has fallen; government of all kinds is faced by serious curtailment of income; the means of exchange are frozen in the currents of trade; the withered leaves of industrial enterprise lie on every side; farmers find no markets for their produce; the savings of many years in thousands of families are gone.
More important, a host of unemployed citizens face the grim problem of existence, and an equally great number toil with little return. Only a foolish optimist can deny the dark realities of the moment.
Le affinità si capiscono. Quanto alle divergenze: qualcuno vede un Franklin Roosevelt da qualche parte?
9.7.11
Brave new world
Mi sono accorto che non ho tag che avrebbe particolarmente senso mettere a questo post. Comunque. Adesso vedremo. Over time.
3.7.11
L’Italia divorata
di Michela Murgia
“Fai l’accordo mangiando tutto quello che devi mangiare”. Non è una frase estratta dal manuale di fraseggio del piccolo truffatore, ma il frammento di una conversazione sincera tra potenti veri. Chi la pronuncia è Luigi Bisignani, l’ormai noto faccendiere milanese che dava ordini a mezzo Parlamento e faceva fare anticamera all’altra metà. Chi la ascolta e ne fa tesoro non è un ladruncolo di polli, ma Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, uno dei manager più potenti d’Italia. Bisignani gli suggerisce di ripeterla la sera stessa a Silvio Berlusconi come consiglio da seguire nel rapporto con i finiani, allora in piena emorragia dal Pdl. Ma è una frase che ha in sé una sua perfezione senza tempo: è una didascalia permanente di quel che sta succedendo in Italia da anni, comprese le ultime tre settimane.
Napoli che viene abbandonata al suo degrado dopo essere stata terra di saccheggio senza scrupoli non è vittima di se stessa, come ringhiano i leghisti per motivare i propri egoismi sociali, ma di una voracità che non conosce patrie: anche lì un accordo è stato fatto e qualcuno ha mangiato tutto quel che doveva mangiare. I rifiuti per strada sono gli scarti di un pasto consumato sguaiatamente a bocca aperta e mani unte.
Anche la manovra appena varata da Tremonti si annuncia come un diversivo per non disturbare le solite digestioni: minimi i provvedimenti per i ricchi veri, nessuno contro i privilegi dei politici, ma prelievi sui deboli con il ticket sanitario e ancora salassi a comuni e regioni, costretti a tagliare a loro volta sui servizi ai cittadini. Anche lì un accordo è stato fatto: chi pasteggiava a champagne da questa manovra non ha nulla da temere.
Quale piatto difendono i manganelli in Val di Su-sa ? Chi divora le risorse che vengono ancora sottratte alla scuola? Quale bocca sbrana i contributi senza ritorno dei precari e il prezzo dei diritti dei lavoratori ceduti agli industriali in nome della “ripresa”? Persino agli operai delle fabbrichette si è riusciti a far credere che licenziando le donne il loro posto sarà assicurato; infatti non hanno scioperato per difenderle. Alla scuola del trogolo anche i cani bastonati si convincono di dover agire da maiali.
FQ, p. 1.
UN FUTURO SPAVENTOSO
di Massimo Fini
Si avverte in giro, sotto le rutilanti bellurie che ogni giorno ci vengono ammannite per placare la nostra ansia, un desolante “sensus finis”. Non parlo qui dell’Italia che un tempo, molti secoli fa, fu un luogo importante e oggi è ridotta a uno sputo nell’universo mondo. Parlo dell’Occidente inteso non però in senso tecnico (del resto che cosa sia realmente l’Occidente, termine inquietantemente orwelliano, nessuno è mai stato in grado di precisarlo), ma come modello di sviluppo economico e sociale che ormai coinvolge il mondo intero, da New York agli Urali alla muraglia cinese al Gange. La grande Rivoluzione che ha cambiato la storia del mondo ha preso le mosse circa otto secoli fa proprio dall'Italia quando si afferma per la prima volta come forte classe sociale la figura del mercante (oggi detto imprenditore) fino ad allora collocata, in tutte le culture d’oriente e di occidente, all'ultimo gradino della gerarchia umana, inferiore, perlomeno eticamente, persino allo schiavo. È la Rivoluzione della percezione del tempo. Si passa dal quieto e statico presente al dinamico e allettante futuro.
2.7.11
Se non è zuppa
Classical antiquity is burning
L’Independent ha pubblicato ieri un intervento dal titolo: “Il risultato di 20 anni di corruzione, evasione fiscale e realtà ignorate”. La persona con la quale stavo prendendo il caffè, sfogliando il giornale, ha subito commentato: “Cosa succede in Italia?”. In verità era un pezzo sulla Grecia.
Caterina Soffici, Un bilancio da Bunga Bunga, FQ, p. 10.