siccome questo blog non era già abbastanza inutile sembra all'autore opportuno introdurre una rubrica fissa sui libri per l'estate insorgente trascelti dalla sua ricca biblioteca privata. però siccome quelli della biblioteca privata l'autore nella schiacciante maggioranza dei casi non li ha letti o perché son regali o perché dopo averli comprati gli pareva di aver già assolto il proprio dovere si avrà a che fare soprattutto con titoli estratti dall'opulento catalogo del sistema bibliotecario urbano che una volta presi c'è stimolo a leggerli e così prendiamo come esemplare zero
questo di quando ancora la rubrica formalmente non esisteva e tiriamo avanti con quest'
altro, testo da ombrellone per chi gli piace diciamo lo scontro di civiltà tipo leggere di san pietroburgo dell'inverno del '19 sotto il sole dell'estate postmoderna di scalea o jesolo o vada o cesenatico secondo le rispettive mete. la vita del morto raccontata con sentimento e partecipazione (e non senza riferimenti vaghi e inesattezze storiche che se lo volevate prendere per vedere delle cose della tesi è severamente sconsigliato) porta sempre quel senso di perdita irreparabile e sgomento che mette allegria di esserci ancora noi lettori che possiamo sottrarci allo sfacielo cosmico. anche se non è vero. a volte può produrre un lieve senso di torpore e sonnolenza ma forse è l'effetto che fa sempre a questo autore un certo stato psicologico di estrema simpatia con l'umano ingegno. no però carino. si legge in tre ore (al lordo delle penniche).