4.1.14

Domanda retorica

Tutte le volte mi chiedo se c'è un motivo per cui il Jobs Act di Renzi si chiama Jobs Act e non, per dire, dl lavoro.

Ma va bene così.

14.12.13

Cancellieri e cancellati

Che la situazione sia critica lo dicono anche i numeri. Dicono anche che ci sono in carcere, a oggi, due persone per bigamia e nessuno per corruzione. Ce ne sono un’infinità per reati contro il patrimonio e nessuno per frode fiscale. Ma vediamo meglio il dettaglio e quello che scrive Cancellieri. I detenuti in carcere sono 64.564 e, tra questi, sottolinea il ministro, 38.625 quelli definitivi, con condanne passate in giudicato, 24.774 quelli in custodia cautelare, 1195 gli internati. E la politica è soprattutto sulla custodia cautelare che vuol lavorare. 
[...]
DEI DETENUTI oggi in carcere in attesa della condanna di primo grado, 8.657 sono dietro le sbarre per spaccio di droga (14.378 sono invece quelli con condanna definitiva). È il numero più alto. 3564 invece devono rispondere di rapina, 2.792 di omicidio volontario. E ancora: 1.982 sono per estorsione, 1.824 per furto, 1.107 per associazione di stampo mafioso, 809 per ricettazione, 709 per violenza sessuale, 356 per associazione per delinquere, 320 per maltrattamenti in famiglia, 137 per sequestro di persona, 100 per pedofilia, fino ai 33 per bancarotta, 26 per strage e 11 dentro per truffa.

Emiliano Liuzzi, La corruzione non porta in carcere, avere due mogli sì, FQ 03.11.13 p. 5. 

Manco l'occhi pe' piagne (o speriamo in S. Lucia)

It was the first time the Red Cross had been engaged in mass food aid collection in the UK since 1945. The aim was to help feed about 130,000 people. By the way, the charity estimates that 5.8 million people in Britain are struggling to afford everyday essentials like food.
Andreas Whittam Smith - Poverty is the defining problem of our age (The Indipendent)

1.12.13

Sicari dell'economia II (e chiudo)

La vera storia dell'impero moderno - della corporatocrazia che sfrutta i disperati e sta compiendo il saccheggio di risorse più brutale, egoistico e in ultima analisi autodistruttivo dela storia - ha poco a che fare con ciò che i giornali rivelavano quella mattina e ha tutto a che fare con noi. E questo, ovviamente, spiega perché è così difficile ascoltare la vera storia. Preferiamo credere al mito che migliaia di anni di evoluzione sociale della razza umana abbiano finalmente perfezionato il sistema economico ideale, anziché affrontare il fatto che abbiamo semplicmente preso per vero un concetto falso e l'abbiamo accettato come vangelo. Ci siamo convinti che qualsiasi tipo di crescita economica giova all'umanità, e che maggiore è la crescita e più diffusi sono i benefici. Infine, ci siamo persuasi a vicenda della validità e della giustezza morale del corollario a questo concetto: che cioè quanti eccellono nell'alimentare il fuoco della crescita economica vadano esaltati e ricompensati, mentre chi è nato ai margini può essere sfruttato.

1.11.13

Sicari dell'economia

Il mio lavoro [...] consisteva nel fare previsioni sugli effetti di investimenti miliardari in un determinato paese. [...] Se mi veniva comunicato che al paese era stata offerta l'opportunità di ricevere una moderna rete di distribuzione dell'energia elettrica, avrei dovuto dimostrare che quella rete avrebbe portato a una crescita economica sufficiente a giustificare il prestito. Il fattore critico, in ogni situazione, era il prodotto interno lordo. Vinceva il progetto che avrebbe portato alla media più alta di crescita annua del PIL. [...]
Di ognuno di questi progetti, l'aspetto che passava sotto silenzio era che si prefiggevano di creare alti profitti per gli appaltatori e far felici un pugno di ricche e influenti famiglie dei paesi destinatari, assicurando al tempo stesso la dipendenza finanziaria a lungo termine e quindi la lealtà politica di governi in tutto il mondo. Più ingente era il prestito, meglio era. Il fatto che il peso del debito di cui il paese si faceva carico avrebbe privato i suoi cittadini più poveri della sanità, dell'istruzione e di altri servizi sociali per i decenni a venire non era preso in considerazione. 
J. Perkins, Confessioni di un sicario dell'economia, Minimumfax, Ro 2010, pp. 48-49.

27.10.13

Allegoria e fotografia del cattivo governo

Questa qui è l'allegoria:
Questa, invece, la fotografia:


Italia, declino voluto dalla classe dirigente

LO HA DENUNCIATO ANCHE VISCO: LA POLITICA HA AZZOPPATO L’UNIVERSITÀ E LA SCUOLA, GLI IMPRENDITORI HANNO AZZERATO RICERCA E INNOVAZIONE. IL PAESE HA PERSO L’UNICA ARMA PER SALVARSI DALLA CRISI: IL CAPITALE UMANO

L’Italia non ce la fa. È prigioniera di una classe dirigente - politici, imprenditori, burocrati - consapevole dello sfacelo e per questo impegnata ad appropriarsi dell’ultima residua ricchezza. Non investe sul futuro e subisce il racconto interessato di chi, per spalmare le colpe, parla di un popolo di sfaticati (bassa produttività del lavoro) aggrappati alla nostalgia per lo stato sociale. Ma, se si gratta un po’, sotto la crosta della retorica ufficiale appaiono altri fatti. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, al “Forum del libro” di Bari, ha nascosto in una apparente divagazione culturale una frase durissima: “I margini ottenuti con la maggiore flessibilità del mercato del lavoro introdotta dalla metà degli anni ’90, e la contestuale riduzione dei salari reali, sono stati troppo poco utilizzati dalle imprese per realizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo e in nuove tecnologie”. Quindi, dice il governatore, al popolo lavoratore i suoi sacrifici sono stati imposti in questo Ventennio. Ma sono le imprese che non hanno fatto il loro dovere. Visco ha anche spiegato che proprio nella crisi bisognava avere il coraggio di investire per uscire dai guai. Esempio: “Durante la crisi, la quota del Pil destinata alle politiche attive per la formazione e ai servizi per l’impiego in Italia si è ulteriormente ridotta, mentre è cresciuta in quasi tutti i paesi dell’Unione”. Lo stesso vale per tutto ciò che va a formare il cosiddetto “capitale umano”, la risorsa strategica con cui un’economia può costruire il proprio futuro.

LA SCUOLA ABBANDONATA a se stessa; l’Università in preda a orde baronali a caccia delle poche cattedre rimaste; laboratori di ricerca chiusi come inutili lussi; la cultura che non si mangia; la rete telefonica appassita mentre attorno ad essa si svolgevano epiche guerre di potere, l’unica specialità in cui i nostri imprenditori hanno talento da spendere. L’analisi di Visco è spietata. Ciò che serve davvero sono “il software, le banche dati, l’attività di ricerca e sviluppo, i brevetti, il design”. E invece, nota il governatore, “l’incidenza sul prodotto interno lordo di questi investimenti oscilla tra l’11 per cento negli Usa e il 2 in Grecia. L’Italia si colloca nelle ultime posizioni, con un valore di poco superiore al 4 per cento”. Non è solo colpa della grande crisi. La rovina è iniziata con gli anni ’90. È da allora che l’economia italiana ha performance dimezzate rispetto alla media europea e che la produttività ha smesso di crescere per responsabilità di aziende che non investono in tecnologie, senza le quali la produttività del lavoro può aumentare solo facendo crescere le ore lavorate a parità di salario. Dal 2000 al 2007, gli otto anni prima della crisi, la produzione industriale era già scesa del 4 per cento e la spesa in ricerca era inferiore a quella degli altri paesi sviluppati: non per colpa dello Stato, che spende in linea con gli altri paesi, ma per la diserzione delle imprese private, che già negli anni del boom della finanza investivano la metà di quelle inglesi e olandesi, un quinto di quelle giapponesi.

22.10.13

Eppure sentire

Sentire a una trasmissione radio un signore che viene presentato con fare affabile come colui il quale avrebbe presentato Silvio Berlusconi a Licio Gelli, e sentire questo signore, già membro della loggia massonica segreta ed eversiva P2, presentare la medesima loggia massonica come una fandonia, una esagerazione da dietreologi, una ridicola tempesta in un bicchiere d'acqua, subito peraltro corroborato e supportato dal presentatore di confessione confindustriale, beh ti fa proprio pensare che la loggia massonica P2, forse, oggi più che mai, è quanto di più distante da una fola per invasati.

Forse.

3.10.13

Tea for Taliban party

If a party with such a modest electoral mandate threatens to shut down government unless the other side repeals a law it does not like, apparently settled legislation will always be vulnerable to repeal by the minority. Washington will be permanently paralysed and America condemned to chronic uncertainty.
Economist.

29.9.13

Il potere all’assalto dei confini fragili tra Stato e Antistato

di Gustavo Zagrebelsky

DALL’OMICIDIO LIMA ALLE STRAGI DI MAFIA FINO A OGGI LA REPUBBLICA MALATA RACCONTATA DA SANDRA BONSANTI

Nell’esercizio di memoria che Sandra Bonsanti ci propone, sono ripercorse le tappe principali della storia nichilista e criminale del rapporto potere-denaro svoltosi negli ultimi decenni e nascosto sotto il manto della democrazia. Questa è la chiave per la comprensione di che cosa significa il titolo dell’ultimo capitolo: ‘Stato e Antistato’, dove si discute del rapporto degenerato tra queste due realtà con riferimento soprattutto al passaggio capitale (e tuttora rimasto avvolto nel mistero) dell’uccisione di Salvo Lima, della stagione delle stragi, del riassetto, tramite trattative, dei rapporti con la politica, dell’isolamento di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e del criminale abbandono alla violenza mafiosa di cui sono stati vittime.     

Dall'Aventino all'Autodafé

QUESTI TIMORI [di declassamento del debito dovuto all'instabilità politica - NdR] si tradurranno in un probabile aumento dello spread, la differenza di costo tra debito italiano e tedesco: venerdì era a 264 punti, ma da domani potrà soltanto salire. Con due conseguenze: aumentare la spesa per interessi dello Stato (oggi stimata a 86 miliardi nel 2014 e 88,8 nel 2015, nell’ipotesi che lo spread vada a 100 in tre anni), costringendo quindi il Tesoro ad altri tagli e tasse. Inoltre un aumento dello spread ridurrà il valore dei Btp in portafoglio alle banche italiane, rendendo i loro bilanci più fragili: secondo il Fondo monetario hanno bisogno di almeno 6 miliardi di capitale fresco, anche per affrontare il costante aumento delle sofferenze, cioè dei crediti che non saranno rimborsati. 
Stefano Feltri, FQ, p. 4. 

Sarà la spontanea inclinazione a prefigurare il peggio. Sarà un pregiudizio ideologico. Ma sembra che il Presidente della Repubblica, il Governo, la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, insomma in genere le "Istituzioni", intesi ovviamente come gli uomini che si sono succeduti in vari incarichi (sia in senso diacronico, sia, purtroppo, molti anche in senso sincronico, es. v. infra) negli ultimi 35 anni circa, abbiano fatto un gran buon lavoro; i loro eredi di oggi, però, gli Alfano, Amato, Berlusconi, Casini, De Girolamo, Letta, Lorenzin, Lupi, Napolitano, ecc., stanno facendo ancora di più per porre le basi di un serio e totale depauperamento dei cittadini italiani. Non una cosa da carestia eh. Ma va là. Solo un altro passo del corpo elettorale verso l'indigenza di fatto, la povertà relativa. Percorso già intrapreso con successo, e in buona parte compiuto, da ampi strati della popolazione (escluso naturalmente lo zerovirgola di ricchi e straricchi sull'opposta carreggiata)

26.9.13

Aventino 2013

O, il Rompicapo

Il Pdl «Dimissioni di massa dopo il 4 ottobre»

La decisione dei parlamentari PdL di lasciare in massa Camera dei Deputati e Senato della Repubblica appare come un segno incontrovertibile e miracoloso, prova inattesa e decisiva di un fatto spesso sentito, ma mai creduto: che la matrice e la causa prima dell'attività politica di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e del PdL, cioé, non è l'egoistico, accanito impegno di un uomo - S.B. - in fuga dai debiti e dalla giustizia che lo rincorre in quanto frodatore e delinquente abituale ad ampio spettro (come ha sempre creduto questa redazione), ma un autentico, sentito, a volte forse non ben riconoscibile, spirito di servizio al Paese, bisogno di concorrere al benessere della collettività e al progresso della società tutta; ne sarei ora, per la prima volta incrollabilmente certo, se questo meritorio benefico gesto non traesse origine proprio, forse per caso?, da una certa sentenza.
Aggiornamento/resipiscenza h. 22.52: O meglio: da un uomo. O due.

22.9.13

Ma i giornalisti del tg2, che titolo di studio hanno

Oggi edizione delle 13.00, servizio su un torrente che ha rotto gli argini credo in Calabria (verificare), h. 13.12 circa: "... la ragazza con cui Tizio era in compagnia".
Ma.
Niente.