La Carta si cambia in piscina Weekend per saggi al 4 Stelle
di Wanda Marra
Era il 2003 quando in una austera
baita di Lorenzago nel Cadore si riunirono i 4 saggi dell’allora Polo
della Libertà per mettere a punto la riforma costituzionale del
centrodestra poi bocciata dal referendum. Era solo la scorsa primavera
quando Enrico Letta invitò il suo governo a “fare spogliatoio”
nell’abbazia di Spineto. Un convento poco riscaldato, che i neo ministri
pagarono di tasca loro. Adesso, i saggi che stanno lavorando alle
riforme costituzionali per lo sprint
finale cambiano stile: Francavilla
al Mare (Chieti), hotel 4 stelle Superior. Tant’è vero che qualcuno si è
sentito a disagio. Sabato scorso i saggi propriamente detti e tutto il
gruppo che gira intorno alla Commissione hanno ricevuto una mail in cui
si manifestavano dei dubbi sul-l’opportunità di una scelta del genere e
si invitavano tutti a riflettere sul fatto che una sede istituzionale
sarebbe stata più appropriata per la conclusione dei lavori di una
struttura propriamente turistica. A scrivere è il più giovane,
professore di Diritto pubblico comparato a Perugia, politicamente
renziano,
Francesco Clementi. Un appello
caduto nel vuoto. E così il variegato gruppetto addetto alle riforme
costituzionali (una cinquantina di persone tra i 33 saggi originari, al
netto delle dimissioni di Urbinati e Carlassare, i 7 relatori, le
segretarie e qualche addetto alla scorta) si appresta alla gita.
Domenica, lunedì e martedì i saggi (come scritto ieri da Repubblica )
vanno tutti al Villa Maria. Per chi è di Roma, partenza alle dieci di
mattina col pullman da Palazzo Chigi. Uno sguardo al sito dell’hotel, ne
spalanca le meraviglie: piscina, spiaggia privata, due ristoranti, due
bar, una terrazza. Pure un salone delle feste. E soprattutto Linfa
“molto più di un centro benessere, è l'essenza del benessere, un luogo
dove ritrovare se stessi, dimenticando per un po' il logorio delle
giornate
frenetiche e tornare finalmente
padroni del proprio tempo”. Per mantenere la promessa si compone di
un’area relax, un’area estetica e un’area fitness. Con tutti i comfort
del caso, dall’idromassaggio alla sauna.
IL TUTTO a spese di Palazzo Chigi. E
dunque, come mai il governo dell’emergenza nazionale sponsorizza
l’albergo di lusso? Dal ministero delle Riforme, addetto
all’organizzazione, fanno sapere che Palazzo Chigi ha indetto
addirittura un bando di gara tra 5 strutture della zona, e questa
sarebbe risultata la più idonea. Il costo complessivo? 20mila euro, 93
euro a stanza (un prezzo scontatissimo rispetto agli standard). Ma
insomma, non sarebbe stato meglio una sede istituzionale? Dal ministero
ci tengono a far sapere
che tutte le riunioni finora sono
state tenute in sedi istituzionali, che è meglio concentrare il lavoro
in 3 giorni, e finire prima, invece di arrivare al 15 ottobre, come
previsto. Una scelta anche più economica, assicurano. E poi ricordano
che i saggi stanno lavorando gratis. E gli interessati, che dicono?
Tendenzialmente, il meno possibile. L’accusa di casta fa paura. “Perché
non chiedete a Valerio Onida, che è molto più autorevole di me?”, dice
Beniamino Caravita di Toritto (professore di Diritto Pubblico alla
Sapienza di Roma
). “...Aspetti, mi faccia soppesare
le parole...”. E poi si lancia in una difesa convinta: “La formula del
ritiro è corretta. E questa mi pare una scelta sobria”. Augusto Barbera,
costituzionalista dell’università di Bologna chiarisce: “Io so solo che
ci vediamo domenica e lunedì. Andiamo in un albergo a 4 stelle? La cosa
non mi imbarazza”. Luciano Violante si limita a dire “chiedete a
Palazzo Chigi”. Francesco Clementi, alla domanda se effettivamente
avesse mandato una mail, ammette: “Sì è vero. Ho segnalato agli
organizzatori i miei forti dubbi di opportunità; capisco le difficoltà
di trovare una struttura, ma tuttavia in una situazione difficile del
paese, anche i simboli hanno un senso. Una qualsiasi sede istituzionale
(dalla scuola della magistratura, a quella Superiore della Pa a quella
di polizia) sarebbe stata più appropriata”. In tutto questo i saggi
scopriranno proprio in questo ritiro il testo della relazione finale,
steso dalla Commissione Violante in base al loro lavoro. E visto lo
stato di salute del governo, chissà se tutto questo sfocerà mai
effettivamente in qualche riforma.
FQ, p. 6