Sulla stagione televisiva che ricomincia.
IL PEGGIO DELLA DIRETTA
Sbadiglio di saturazione
di Fuvio Abbate (FQ)
Ecco, se è vero che il nostro primo ministro nel racconto delle tipologie umane e caratteriali, anzi, nella commedia all’italiana post-compromesso storico, corrisponde al “cummenda” con maglione modello “coppa Davis” opportunamente annodato sulle spalle mentre a bordo della sua Porsche scoreggia, a finestrini chiusi, in prossimità di un posto di blocco della GdF, bene, soltanto una puntata riparatrice dedicata appunto al semplice concetto che “la patonza deve girare” potrebbe risarcirci della noia, della miseria politica, della corruzione, ma anche dell’insipienza di un’opposizione invisibile, c’è forse qualcuno, fra i Floris, i Lerner, le Gruber, i Paragone e gli altri ancora, c’è forse qualcuno pronto a raccogliere la nostra proposta liberatoria? Mai come in questi giorni la carta stampata, forte del virgolettato che racchiude il succo delle intercettazioni fra il Nano Ghiacciato e il suo fornitore di figa, è riuscita paradossalmente a surclassare per forza neo-neo-realistica la noia reticente dei dibattiti televisivi. Se poi l’affermazione sulla “patonza” dovesse essere ritenuta da Floris, Lerner, Gruber, Paragone eccessivamente restrittiva per un pubblico che necessita di un più ampio orizzonte dialettico, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Fa lo stesso: “Faccio il premier a tempo perso”?