Il numero di “auto blu”, in rapporto alle dimensioni del paese, forse, è un sintomo abbastanza sicuro del grado di sviluppo e di spregio del pudore e del ridicolo di una casta politico-amministrativo-burocratico-imprenditorial-speculativa che, coi suoi intrecci tra poteri costituzionali, familismi amorali, edilizia selvaggia, le intersezioni con uno showbiz patrio anacronistico e pacchiano, le mani sul calcio, l’ossequio formale per la religione, non so come dire per non ripetere, mi viene in mente direttamente l’immagine di un anziano despota centrasiatico, folle cenciose, sabbie e luride tende, torvi figuri in caftano e mitraglia, deserti e città-mostro, nei secoli.