La classifica di Time di quest’anno è interessante perché segna, con la menzione di Napolitano tra le 100 persone meno importanti del mondo, il passaggio dell’immagine dell’Italia, nel consorzio delle nazioni, da una posizione di assoluta marginalità, segnata semplicemente dall’assenza (dalle pagine internazionali, dai giornali che contano, dalla faccia della terra in qualche modo, tipo il Bhutan, il Laos, il Belize) al suo nuovo ruolo internazionale: oggetto di scherno; oggetto cioè di quel tipo di derisione aperta tra il divertito e lo sprezzante, riservata a paesi-fantoccio talmente allo sbando che son divertenti, tipo la Bielorussia, il Turkmenistan, la Corea del Nord – anche dittature sanguinarie, ma che però magari i presidenti son talmente macchiette improbabili, i popoli talmente iperbolicamente umiliati, che l’unica cosa che puoi dire per non metterti a piangere è proprio pretty funny.