30.5.10

Qui si fa la storia (e si muore)

Dal Washington Post [del 10 giugno]: “Quanto stiamo vedendo in Grecia è la spirale della morte del welfare state... Ogni nazione avanzata, inclusi gli Stati Uniti, deve affrontare la stessa prospettiva... I problemi sorgono da tutte le prestazioni assistenziali (indennità di disoccupazione, assistenza agli anziani, assicurazioni sanitarie) oggi garantite dagli Stati”.

- Con questi tagli si torna agli anni Trenta - Vladimiro Giacché, FQ, p. 4.

Si fa fatica a pensare: alla fine di un mondo – il crollo dell’impero romano, una cosa per degli anni c’è, e poi dopo non c’è più; sembra non si possa mai trovare dove è iniziata, da cosa è partito l’avvitamento, quando. Ma adesso però noi lo sapremo.

Il mondo come l’abbiamo conosciuto, in pochi anni cambierà: non sarà più un diritto avere una casa, un lavoro, essere curati, il rispetto, la dignità; per molti, in Italia, soprattutto del Sud, questo era già realtà; quindi a suo modo sarà una spinta all’egualitarismo.

Lo stato sociale che pensavamo di dover ancora completare, migliorare, adeguare ai tempi, oggi sappiamo che era troppo. La finanza pubblica non lo può sostenere. E quindi si deve tagliare.

Che invece quando le finanze pubbliche venivano drenate da ladroni e parassiti di stato e di governo (e d’opposizione), i capitalisti senza capitali e gli azionisti controllori di minoranza, gli amici oligarchi e i finti nemici e avversari nella danza macabra degli antagonismi artificiali esibiti al volgo dovevano incassare, stornare, compensare, agevolare, ricapitalizzare, sostenere, no, era sostenibile. Adesso no.

Così il principio Privatizza i profitti e socializza le perdite raggiunge il massimo grado, la sovversione di un modello di sviluppo, a quanto pare utopistico, lo smantellamento degli stati nazionali per la conservazione della moderna corporazione privata.

Mi sembra.

My freedom flotilla

Missouri_post_refit.JPG (Immagine JPEG, 803x578 pixel) - Riscalata (90%)

No? Cioè.

La pace, la pace: benissimo, stupendo. Ma se si fa in due però.

I quaderni costituzionali

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Manovra, che manovra – ah, no c’è un equivoco, in Italia il Primo Ministro non ha poteri, le leggi le fa il parlamento dopo la firma del Presidente della Repubblica, io no non, il provvedimento che butterà sul lastrico il paese per i prossimi vent’anni, non l’ho visto. Chiedete a Giorgio.

Disse il più grande statista della storia patria.

29.5.10

Cose di casa (popolare)

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Un cartolina dalle case popolari della Leonessa oggi, per domandarsi: le belle macchine tedesche degli inculini degli alloggi, le vede solo teofog?

23.5.10

Chiamali se vuoi

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Oggi al Tg2 ho sentito che tra le cose per tirar su la vagonata di miliardi che serve si pensa anche a un concordato edilizio. Un concordato.

Evidentemente lo scudo è già caduto in disuso.

Era casuale? È casuale?

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Il sodalizio tra don Vito e Lima era solido e, almeno in alcuni periodi, non accusava contraccolpi. C’era continuità quasi fisica in quel blocco di potere. C’era un meccanismo collaudato che andava bene per ogni situazione. I privilegi, per esempio. È casuale che l’abitazione di Lima, nella cosiddetta “via Roma Nuova”, fosse stata comprata dal costruttore Ciccio Vassallo […]?

Ciancimino, La Licata, Don Vito, Feltrinelli 2010, p. 124.

Qualcosa mi ricorda qualcosa.

Berlustan in figures

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Pubblicato da Il Fatto ancora qualche giorno fa.

Non è un paese per bici

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Il numero di “auto blu”, in rapporto alle dimensioni del paese, forse, è un sintomo abbastanza sicuro del grado di sviluppo e di spregio del pudore e del ridicolo di una casta politico-amministrativo-burocratico-imprenditorial-speculativa che, coi suoi intrecci tra poteri costituzionali, familismi amorali, edilizia selvaggia, le intersezioni con uno showbiz patrio anacronistico e pacchiano, le mani sul calcio, l’ossequio formale per la religione, non so come dire per non ripetere, mi viene in mente direttamente l’immagine di un anziano despota centrasiatico, folle cenciose, sabbie e luride tende, torvi figuri in caftano e mitraglia, deserti e città-mostro, nei secoli.

22.5.10

No natural blonde

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Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.

Maria Luisa BUsi, FQ, 22.05.2010, p. 8.

Il “direttore” ovviamente è Gustavo Prendendolo II Minzolini.

17.5.10

Il ragazzo del lago

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Dico subito: questo libro, è scritto da cani. Prosa facile e melensa, personaggi bidimensionali. Senza offesa. Se vi innervosite per aggettivazione monacale e toni affettati, non dico non leggetelo, però uomini avvisati; ma si supera, che io queste cose mi fan soffrire, eppure.

Eppure da questo disastro stilistico emerge ancora più potente il perché di questo libro. Di questa specie di allucinante thriller storico. Per quello. Perché la vita di Aimone Canape da Dongo, classe 1922, è un susseguirsi impressionante di storie, sfighe, casi, incontri e Storia.

Che alla fine dici, ma guarda te; casso, dici – almeno io – col sorriso fesso. La vita.

16.5.10

Aumentate gli stipendi ai parlamentari ma dateci una classe dirigente degna di questo nome.

Si è preferito alimentare la speranza che si intravedeva “una luce in fondo al tunnel”, non ci si era accorti che quelle erano le luci di un treno che ci stava arrivando addosso. Ma ora si farà troppo in fretta, i tagli saranno duri e ripetuti e senza confronto con le parti sociali. E più la crisi internazionale si aggrava, più sarà necessario tagliare. Aumentate gli stipendi ai parlamentari del 10% ma dateci, per carità, una classe dirigente degna di questo nome.

FQ – Superbonus, Sessanta miliardi e 3 anni di sacrifici.

6.5.10

Qhạbbẳlảhh

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Non so nella qhạbbẳlảhh cosa ci sia per l’eccesso di otto, ma all’ottantottimilaottocentoottantottesimo chilometro mi sembra giusto anche non saperlo ma fermarsi un attimo e pensare.

Fatto.

S’enchiles.

3.5.10

New dark ages

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Non è una nuova tangentopoli, non è una nuova tangentopoli, non è una nuova tangentopoli; Sciaboletta ex sindaco democristiano uscito pulito negli anni d’oro. Niente di nuovo. Il vecchio per forze fisiche ineluttabili e eterne anche se tutto è felpato, il volgo è educato, gli eventi pacati, torna su.

2.5.10

Dark side of the afternoon

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Di domenica, è fondamentale, rimanere calmi.

Calmi.

Le gioie della tradizione

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Il numero degli emigranti che sono partiti dal Sud al Nord nel 2008 (295 mila) è quasi uguale a quello dei meridionali che emigravano all’inizio degli anni Sessanta: 300 mila.

FQ, 01.05.10.

Molto, divertente

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La classifica di Time di quest’anno è interessante perché segna, con la menzione di Napolitano tra le 100 persone meno importanti del mondo, il passaggio dell’immagine dell’Italia, nel consorzio delle nazioni, da una posizione di assoluta marginalità, segnata semplicemente dall’assenza (dalle pagine internazionali, dai giornali che contano, dalla faccia della terra in qualche modo, tipo il Bhutan, il Laos, il Belize) al suo nuovo ruolo internazionale: oggetto di scherno; oggetto cioè di quel tipo di derisione aperta tra il divertito e lo sprezzante, riservata a paesi-fantoccio talmente allo sbando che son divertenti, tipo la Bielorussia, il Turkmenistan, la Corea del Nord – anche dittature sanguinarie, ma che però magari i presidenti son talmente macchiette improbabili, i popoli talmente iperbolicamente umiliati, che l’unica cosa che puoi dire per non metterti a piangere è proprio pretty funny.

Sintesi estrema davvero

 

La globalizzazione è, in estrema sintesi, una spietata competizione fra Stati che passa per il massacro delle popolazioni del Primo e del Terzo mondo. Per restare a galla saremo costretti tutti a lavorare di più, a velocità sempre maggiore, accumulando così altro stress, disagio, angoscia, depressione, nevrosi, anomia. Infine, di passata, “una società” come scrive Nietzsche “che proclama l’uguaglianza avendo bisogno di schiavi salariati ha perso la testa”. E noi l'abbiamo persa. Tant’è che oggi celebriamo allegramente la festa della nostra schiavitù.

Massimo Fini, FQ – 01.05.10.

Botteghe oscure

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Come vuoi.

(Via Trieste, 25.04.2010)

1.5.10

Se di mattina, un primo maggio, un bloggatore (da casa nasce casa)

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Sicuramente il ministro Scajola è innocente, figurati se ha comprato un baitone in piena Roma storica, vista sul Colosseo, mezzo in nero con le tangenti di un architetto ben inserito, ma dove siamo. Però adesso che tutto sarà chiarito fra breve e sarà presto tutto a posto, un sabato mattina di cielo padano plumbeo che pensare al sole romano sembra di dire Alessandria d’Egitto, un miraggio di Palmira, che voglia di andare a Anzio a mangiare due pizze bere una birra fredda, col mare, – ma come fai, gli affitti, la benzina, il lavoro dei caloriferi; magari avere una casina non dico vista Loggia, ma non so in collina, sul lago, sul fiume, nella bassa: niente. La Kappa e io ci siam trovati bene, con due genealogie così; un sabato mattina, mi vien da pensare.

Che un Ministro o un Deputato, a parte che forse già i suoi non facevano operaio e casalinga, ma comunque prendono trentamila euro al mese, non del tutto slegati diciamo da quel Totale trattenute in fondo alla tua busta paga, che non è che stiam ritritando leghismo, intendiamoci, son belle le tasse: aveva ragione Padoa-Schioppa, non ho mai capito che polverone avevan fatto su al tempo, forse qualcuno con tre televisioni c’aveva messo del suo. Comunque pensare che un Ministro o un Senatore non solo forse era già ricco e di sicuro è molto ricco anche perché mentre io un panino lo pago cinque euro lui o non lo paga, o va al Senato e gli costa tipo un euro, una caramella, e non è che vale un euro, il tramezzino al roastbeef di alpaca con crema di aceto balsamico e scorzette di bergamotto, per niente – ma questa differenza è un fenomeno che diciamo presenta alcuni punti di contatto col tuo Totale trattenute della busta paga, lì è un aspetto che Padoa-Schioppa non aveva forse sfiorato ma ci sarebbe da pensarci, una volta, e insomma a parte tutto, mi vien da pensare questo sabato grigio e padano, il Ministro e il Senatore che comprano case, investono in terreni, accumulano sostanze sulle cui vertiginose sommità si ergeranno poi i loro eredi e gli eredi dei loro eredi, e là essi porranno le fondamenta di sontuose esistenze e brillanti carriere (politiche e non), in un rincorrersi vertiginoso di tramezzini e case, palme e terrazze, porcellane, cristalli, auto, cellulari, stoffe, vini, spezie, legnami, gemme e schiavi destinato a non esaurirsi forse mai; non lo so, se ha senso.