O dove abbiamo sbagliato
Ma adesso mi riferisco alla signora Villa, anni 50, figurante in luogo di persona vera nel programma finto-giornalistico Forum condotto da Rita Dalla Chiesa per Canale 5. Il copione assegnato alla signora Villa, a cui è stato dato anche un falso marito e una falsa professione, come si fa nei film, prevedeva un appassionato discorso di ringraziamento al primo ministro che, dopo il terremoto dell'Aquila, era venuto in soccorso e provveduto a tutto, dalle case alle piscine, dal trattenimento alla felicità.
QUANDO la rivolta dei terremotati veri ha costretto attrice e conduttrice a rivelare il loro trucco di lavoro (non è vero niente ma deve sembrare vero ) è apparso subito chiaro che, se non esiste la signora Villa del programma finto giornalistico, non esiste neppure il primo ministro, così straordinario in bontà ed efficienza, a cui la signora Villa ha dedicato il suo ringraziamento pieno di dettagli e di precisazioni sull'aiuto ricevuto. E non esistono, dunque, i personaggi che popolano il presunto governo, di questo presunto presidente, che infatti continuamente decide, e solennemente annuncia, cose che non accadono mai. Sono tutti figuranti. Pensate alla “frustata economica” annunciata dopo un Consiglio dei ministri straordinario, in un Paese i cui dati peggiorano di giorno in giorno. Pensate alla finzione di guidare, o anche solo partecipare, alla coalizione militare che sta sta tentando di sostenere i ribelli libici.
AEREI ITALIANI che ci sono e non ci sono, sparano e non sparano, combattono e non combattono. Infatti è bene non dimenticare che l'Italia ha un trattato di fraterna cooperazione militare con la Libia che non è mai stato cancellato dal figurante che interpreta il ruolo di ministro degli Esteri. Nessuno di loro esiste o lascia una traccia che non sia il danno della finzione di governare. Recitano un copione come la signora Villa del programma Forum, che del resto è prodotto della stessa Casa, Mediaset. A differenza, però, dei tipici programmi Mediaset, volgari, casalinghi, che fanno ridere, questo è un film tragico.
Furio Colombo, Italia finta e tragica, FQ, p. 18.