5.11.11

Battibecco

NON MERITIAMO DI ESSERE SALVATI 
Non guardarmi, non ti sento
 

Massimo Fini (FQ, p. 18)
 
I “grandi comunicatori”, i professionisti delle promesse e dell'ottimismo a 24 carati possono funzionare in tempi normali perché di rilancio in rilancio, come al poker, il loro bluff non viene mai “visto”. In situazioni drammatiche, dove contano i fatti e non le parole, la cosa non funziona più. Mussolini era un uomo di questa fatta (in parte, perché, in pace, fece anche delle ottime cose), ma quando entrò in guerra si scoprì che l’Italia, a differenza della Germania, vi era completamente impreparata e non bastarono gli slogan (“spezzeremo le reni alla Grecia”, “fermeremo gli americani sul bagnasciuga”) per evitarci la più umiliante delle sconfitte e una guerra civile. Berlusconi con le sue promesse e i suoi bluff è riuscito a ingannare gli italiani per 17 anni pur non avendo fatto, a differenza di Mussolini, nulla di notevole. E per 17 anni gli è andata bene. Adesso, in una situazione di crisi economica drammatica, ha cercato, con la sua ridicola “lettera di intenti”, di ripetere il giochetto con gli europei sperando di farla franca anche con loro. Ma i fatti, in questo caso i mercati, gli han dato la risposta brutale che si meritava e con lui l’Italia che gli ha creduto e anche quella che non gli ha creduto, ma non è stata capace di fermarlo.

1.11.11

Il conto della storia

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E proprio nel centocinquantesimo anniversario, si scopre che un paese malgovernato, trascurato, sfruttato fino al midollo, alla fine non è lo stesso, che tutto va bene uguale e siamo ancora nel consesso delle nazioni; ora che i sicari dell’economia del FMI preparano lo sbarco, le banche vacillano, e ogni pioggia si porta via vite, ricchezze, beni e benessere. Che il peso delle scelte e non scelte di centocinquanta anni di politica e mafia, di baby pensioni, di maxi favori, di solenne spregio per la semplice amministrazione della cosa pubblica, dal territorio al patrimonio, da parte di una classe di prestigiatori e ciarlatani votati, osannati e sfruttati da un popolo ignorante e ottuso, ora che improvvisamente tutto è chiaro e palese, speriamo almeno che aver visto il baratro, se non ci finiamo dentro, ci aiuti per il futuro.

23.10.11

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Lo so che ne stan capitando tante altre, di cose.

Ma che cazzo.

22.10.11

CERTE PAURE INCONFESSABILI

Massimo Fini 

(FQ, p. 18)

Alessandro Magno catturò un pirata che infestava i mari. E civilmente, come usava in quei tempi barbari che non conoscevano ancora la "cultura superiore" né gli odierni "eroi della libertà" che si fan liberare dalle armi straniere e poi si dedicano al linciaggio sotto gli occhi compiaciuti del mondo intero o alla caccia sistematica al nero, gli concesse l'ultima parola prima di impiccarlo. Il pirata disse: "Vedi Alessandro, noi due facciamo le stesse cose. Solo che io le faccio con trecento uomini e tu con trecentomila. Per questo io sono un pirata e tu un grande Re". I cinquecento che l'altra domenica hanno messo "a ferro e fuoco" Roma sono oggi, oggettivamente, dei teppisti, ma se diventassero cinque milioni sarebbero dei rivoluzionari, come è accaduto in Tunisia dove una rivolta violenta ma non armata ha cacciato in due giorni il dittatore Ben Alì.