Lo so che ne stan capitando tante altre, di cose.
Ma che cazzo.
(FQ, p. 18)
Alessandro Magno catturò un pirata che infestava i mari. E civilmente, come usava in quei tempi barbari che non conoscevano ancora la "cultura superiore" né gli odierni "eroi della libertà" che si fan liberare dalle armi straniere e poi si dedicano al linciaggio sotto gli occhi compiaciuti del mondo intero o alla caccia sistematica al nero, gli concesse l'ultima parola prima di impiccarlo. Il pirata disse: "Vedi Alessandro, noi due facciamo le stesse cose. Solo che io le faccio con trecento uomini e tu con trecentomila. Per questo io sono un pirata e tu un grande Re". I cinquecento che l'altra domenica hanno messo "a ferro e fuoco" Roma sono oggi, oggettivamente, dei teppisti, ma se diventassero cinque milioni sarebbero dei rivoluzionari, come è accaduto in Tunisia dove una rivolta violenta ma non armata ha cacciato in due giorni il dittatore Ben Alì.